Made in Italy, necessarie maggiori tutele per l’agroalimentare
Il presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura, Giorgio Cantelli Forti nel corso dell’inaugurazione per il 215° Anno Accademico ha esposto le problematiche che si celano dietro a uno dei comparti più importanti per la nostra economia. Sono noti i molti casi in cui vi è un uso improprio del marchio italiano, eppure la tracciabilità d’origine dei singoli componenti del prodotto finale non è ancora normata. Bisogna, quindi, fare sistema e investire nella ricerca scientifica per una maggiore competitività
Si è svolta nel pomeriggio di lunedì 11 aprile, presso la Sala dello Stabat Mater del Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna, la cerimonia d’inaugurazione del 215° Anno Accademico dell’Accademia Nazionale di Agricoltura.
La cerimonia è stata aperta dal Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura, con la Relazione L’eccellenza delle produzioni agricole italiane e la globalizzazione.
“L’agroalimentare Made in Italy è un brand accattivante ma anche fuorviante non essendo garanzia di origine delle derrate agricole contenute. La concorrenza sleale di molti Paesi con fiscalità e costo del lavoro bassi, insufficienti standard di sicurezza, scarsa qualità di materie prime ha gravemente indebolito le nostre aziende agricole – ha esordito il Presidente Cantelli Forti – resta però grave che in Italia non si riesca a normare la tracciabilità d’origine dei singoli componenti dell’alimento finale indicandolo nella confezione. Nel mondo contraffazione, sofisticazione, uso improprio del brand italiano a fini commerciali sono azioni note, ai quali aggiungere l’esperienza Covid-19 e l’attuale situazione internazionale, per una profonda riflessione sulla globalizzazione e la corsa al prezzo più basso che non danno garanzie al consumatore. Oggi serve un’agricoltura integrata che tuteli ambiente, risorse idriche, suoli. Non è più sufficiente “fare squadra” bisogna “fare sistema” con partnership pubblico-privato che incentivino ricerca scientifica, tecnologie avanzate e biotecnologie vegetali per fornire prodotti agricoli commerciali competitivi e sani sul mercato”.
Successivamente l’On. Antonio Patuelli, Presidente Abi e La Cassa di Risparmio di Ravenna S.pa. è stato nominato Accademico Onorario dell’Accademia Nazionale di Agricoltura tenendo poi la sua Prolusione dal titolo Credito e Agricoltura.
“Dopo quasi trent’anni dalla riforma le iniziali preoccupazioni del mondo agricolo di una possibile emarginazione in termini di accesso al credito non si sono realizzate. L’attenzione delle banche al comparto primario è confermata dai numeri – ha continuato il Presidente Antonio Patuelli: a dicembre 2021 i prestiti bancari erogati all’agricoltura erano di 41 miliardi di euro. Nel 1991, prima della despecializzazione bancaria, gli impieghi all’agricoltura erano poco meno di 15 miliardi euro. A fine 2021, il 5,5% del totale dei prestiti bancari è destinato alle imprese dell’agricoltura, silvicoltura e pesca. Tale risultato – ha concluso il Presidente Patuelli – assume maggior valore se consideriamo che il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca rappresenta il 2,2% del valore aggiunto complessivo della nostra economia.”
La cerimonia è terminata con l’assegnazione della terza edizione del Premio Filippo Re, quest’anno dedicato al rapporto tra territorio e società, che ha visto vincitore lo studio di Roberto De Vivo, Phd Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali Università di Napoli “Federico II”, dal titolo Influence of carbon fixation on the migration of greenhouse gas emission from livestock activities in Italy and the achievement of carbon neutrality.
Lo studio afferma che la zootecnia in Italia, escluse le attività legate al trasporto e alla lavorazione di prodotti come carne e latte, non contribuisce all’aumento delle emissioni di gas serra in atmosfera, ma le diminuisce, anche se di poco, essendo il saldo tra le quantità di CO2 prodotte dal bestiame e quelle fissate nell’utilizzo per la loro alimentazione, nettamente a favore di quest’ultima.
Dunque, basterebbe aumentare la superficie adibita alla coltivazione di erba medica di 2,6 volte per eguagliare l’equivalente di CO2 prodotta dagli allevamenti e quelli fissati nel foraggio.
Il Premio Filippo Re – Economia, Società, Ambiente e Territorio, nasce con l’obiettivo di promuovere una costante evoluzione del ruolo dell’agricoltura per l’economia del Paese e le interazioni di questo settore con le sue dinamiche sociali, ambientali e territoriali.
Nello specifico, il premio del valore economico di 5.000 euro diviso tra i tre finalisti, quest’anno è stato assegnato alla pubblicazione scientifica che, con approccio multidisciplinare, originale e con sguardo d’insieme, ha meglio indagato l’impatto del settore agricolo sul sistema economico nazionale.
Il premio, intitolato al famoso botanico e agronomo italiano, primo segretario dell’Accademia e uno dei suoi più illustri padri fondatori, ha cadenza annuale ed è organizzato in collaborazione tra l’Accademia Nazionale di Agricoltura e Image Line.
Sponsor dell’iniziativa è Ilsa Spa.
“Per il terzo anno Accademia e Image Line promuovono questo importante premio, intitolato al famoso agronomo bolognese e padre fondatore del nostro sodalizio, diventato ormai un punto di riferimento scientifico a livello agronomico. La nostra mission – sostiene il Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente Accademia Nazionale di Agricoltura – è promuovere studi di valore che sviluppano i temi dell’innovazione e della ricerca scientifica in agricoltura. Un’agricoltura sostenibile, attenta alle esigenze ambientali, alla qualità degli alimenti e alla salute dei consumatori di oggi e del futuro. Tale prospettiva si può raggiungere solo grazie alla ricerca scientifica e siamo orgogliosi di dare il nostro contributo nel promuovere lo sforzo dei giovani ricercatori che studiano in questi campi di grande importanza”.
“La promozione del Premio Filippo Re in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Agricoltura ci rende molto orgogliosi perché ci permette di entrare in contatto con lavori di grande spessore scientifico, elaborati da giovani ricercatori che vivono con passione il mondo dell’agricoltura e con altrettanta determinazione la volontà di approfondirne l’impatto in rapporto alla nostra economia, società, ambiente e territorio – afferma Ivano Valmori, Ceo di Image Line. Giunti al terzo anno, anche per questa edizione abbiamo avuto modo di confrontarci con idee e analisi eccellenti che confermano le competenze e la professionalità di chi guarda l’agricoltura di oggi con lo sguardo sempre rivolto al futuro con il proposito di portare valore aggiunto al lavoro di chi opera nella filiera”.
“L’attuale situazione di emergenza legata al conflitto tra Russia e Ucraina ha portato il tema della concimazione al centro della discussione politica. La mancanza di fertilizzanti convenzionali e l’elevato prezzo degli stessi, derivante dal costo energetico “fuori controllo”, condizionerà le scelte degli agricoltori che saranno indotti a ridurre le concimazioni e ad orientare le scelte colturali verso le colture con minore fabbisogno di nutrienti. A livello globale – ha detto Paolo Girelli, Presidente Ilsa Spa – si teme una riduzione delle produzioni agricole con conseguente aumento del prezzo dei generi alimentari. Nei Paesi del terzo mondo e non solo questa situazione potrebbe generare fortissime tensioni sociali. Per fronteggiare la situazione contingente ma anche per evitare emergenze analoghe in futuro, sarà fondamentale intensificare la ricerca per realizzare prodotti fertilizzanti efficienti a bassi dosaggi ed ottenuti partendo da tutte le fonti rinnovabili disponibili. Allo stesso modo sarà necessario sviluppare metodologie di applicazione adeguate per ridurre gli sprechi e salvaguardare l’ambiente. L’Italia si sta muovendo in questa direzione da qualche anno e la collaborazione tra mondo della ricerca e mondo dell’industria, testimoniata anche dal Premio Filippo Re, ha permesso lo sviluppo di prodotti tecnologicamente molto avanzati in grado di garantire le produzioni agricole anche se applicati a bassi dosaggi. Purtroppo, la lentezza delle procedure burocratiche necessarie per portare sul mercato i nuovi prodotti costituisce una criticità che si spera possa essere risolta con la presa di coscienza da parte degli Enti e dei funzionari che in essi operano dell’assoluta urgenza di poter disporre di tali mezzi tecnici.”
In apertura Giorgio Cantelli Forti. Foto di eMkey Group
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