Terra Nuda

Ora esiste il Manifesto delle bioenergie

Nel tempo in cui si aspira alla transizione ecologica e alla decarbonizzazione, in occasione di Key Energy, il Salone delle energie rinnovabili di Rimini, Assitol, l’Associazione Italiana dell’Industria olearia, ha aderito insieme con altre realtà del comparto energetico all’accordo per lo sviluppo delle fonti rinnovabili legate strettamente alla produzione agroalimentare

Olio Officina

Ora esiste il Manifesto delle bioenergie

Anche Assitol, l’Associazione Italia dell’Industria Olearia, sigla il Manifesto delle Bioenergie, in occasione di Key Energy, il Salone delle energie rinnovabili di Rimini. Obiettivi del documento la promozione delle fonti bioenergetiche e lo sviluppo di soluzioni innovative da implementare in Italia, nel quadro della transizione ecologica e della decarbonizzazione.

“Il Manifesto è un punto di ripartenza – commenta Marcello Del Ferraro, presidente di Assitol –, dal quale avviare un percorso di collaborazione e coordinamento tra le associazioni firmatarie e le istituzioni competenti, capace di valorizzare questa tipologia di energia pulita e certificata, dai molteplici vantaggi”.

Rinnovabili, programmabili, flessibili, stoccabili localmente e sostenibili, le bioenergie promettono di assorbire oltre 43mila occupati in Italia, dando così nuovo slancio all’economia circolare e favorendo nuovi modelli di generazione distribuita, come le comunità energetiche. I vantaggi sono evidenti: si riduce così la dipendenza dai combustibili fossili e dai loro produttori grazie all’impiego di biomasse originate dal settore agroalimentare. La possibilità di modulare la produzione, addirittura programmandola in anticipo, consente la gestione ottimale dei flussi energetici, ad esempio quando tramonta il sole oppure in assenza di vento.

Più di dieci anni fa, Assitol ha stipulato contratti quadro per le agroenergie, con l’ausilio di altre organizzazioni firmatarie del Manifesto. Queste intese hanno consentito la nascita di una filiera agroenergetica tutta italiana, inaugurando un meccanismo di remunerazione della materia prima trasparente e redditizio per tutte le imprese agricole coinvolte. Da allora, i progetti legati alle fonti bioenergetiche si sono ulteriormente evoluti, rafforzando così il modello di trasformazione delle materie prime attraverso il riuso e la valorizzazione delle biomasse.

Un esempio in tal senso è quello della filiera della produzione di farine proteiche per la mangimistica e l’alimentazione umana. Questo settore ha saputo creare nuove opportunità di reddito sia in ambito alimentare sia in quello tecnico-energetico, grazie alla produzione di biocarburanti convenzionali e avanzati. “Tutto questo ha portato a un importante abbattimento di CO2 rispetto ai carburanti tradizionali di origine fossile – spiega Del Ferraro – e ci aiuta a contrastare il deficit proteico di cui non soltanto l’Italia, ma tutta l’Europa soffre”.

Nello sviluppo delle filiere nazionali di agroenergie, è stato a suo tempo determinante l’incentivo della tariffa onnicomprensiva, messa a dura prova dai recenti rincari energetici e delle materie prime. Ecco perché, in occasione della firma del Manifesto, Assitol invoca l’intervento del Governo. “Se si vuole dare alle bioenergie un ruolo preponderante – rileva Del Ferraro – appare prioritario riscrivere l’incentivo, poiché, ormai, la differenza tra il costo unitario dell’energia e l’importo destinato agli incentivi stessi si è molto ridotta. L’incremento nelle quotazioni delle principali commodities ha infatti reso molto più difficile la produzione di energia rinnovabile programmabile ed è quindi necessario aumentare la tariffa onnicomprensiva”.

Si ringrazia per la notizia Silvia Cerioli. In apertura foto di Olio Officina

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