Terra Nuda

Quando la cucina si contraddistingue per semplicità e ricerca, il nome è La Rampina

È molto più di un ristorante storico, con radici cinquecentesche, immerso nella campagna, a pochi chilometri da Milano. È il posto del cuore di tanti milanesi che amano il fuori porta, immersi nella natura, avvolti dal fascino della storia. Ora, il prossimo 2 maggio apre ufficialmente la stagione estiva, in un’ ampia corte interna al riparo dai rumori sulla storica via Emilia che conduceva alle porte della città di Milano

Olio Officina

Quando la cucina si contraddistingue per semplicità e ricerca, il nome è La Rampina

L’Antica Osteria La Rampina è una certezza su quale poter contare, in qualsiasi occasione, soprattutto per chi ama l’olio extra vergine di oliva. Lo chef Lino Gagliardi è un solido punto di riferimento. Con lui feci il corso per assaggiatore d’olio, negli anni Ottanta. Conservo sin da allora un bel ricordo, e oggi che alla cucina vi è anche il figlio Luca, è proprio il caso di apprezzare di persona la bravura di tutta la famiglia Gagliardi. Ma ora vi lascio alle parole di Camilla Rocca. (Luigi Caricato)

Il rifugio dove poter godere del piacere della proposta culinaria di papà Lino e del giovane figlio Luca, sapientemente equilibrata tra tradizione milanese, lombarda, regionale e innovazione ricercata è proprio La Rampina, a San Giuliano Milanese, alle porte di Milano. L’identità de La Rampina risiede nell’impegno costante della famiglia Gagliardi che cura da generazioni questo gioiello bucolico.

La Storia
Antica Osteria La Rampina: il nome del ristorante anticipa agli ospiti lo stretto legame tra questo splendido casale del Cinquecento e la storia, del territorio che lo accoglie e della migliore cucina lombarda.
Le cronache narrano che il generale Radetzky, in fuga da Milano durante i moti delle Cinque Giornate, accampò l’esercito proprio davanti al cortile de La Rampina.
Anche il glicine che ne incornicia la facciata ha un’origine secolare e ancora oggi, rigoglioso e inebriante, sottolinea l’accesso ai diversi ambienti.
Fin dai primissimi anni Settanta i fratelli Gagliardi hanno trasformato l’antica osteria in un ristorante celebrato a sud di Milano, a pochi chilometri dal capoluogo e piacevolmente avvolto nel verde.
Alcuni importanti riconoscimenti hanno premiato tanta dedizione: la Camera di Commercio di Milano ha conferito a La Rampina il primo premio come ‘locale più antico della provincia di Milano ancora in attività’.

La cucina: semplicità, autenticità e ricerca
Assaporando i piatti de La Rampina si ha la sensazione di fare un viaggio nell’evoluzione della migliore cucina italiana: l’omaggio alla tradizione del territorio lombardo e di altre regioni voluta da Lino Gagliardi si sposa perfettamente con la vena creativa del giovane chef Luca, suo figlio.
Denominatori comuni di questo doppio binario sono la ricerca accurata delle materie prime più genuine e di qualità, rigorosamente stagionali e spesso a chilometro zero, così come la meticolosa rielaborazione artigianale che non ne tradisce mai l’essenza. Semplicità non banale e autenticità ispirano i menu che
spaziano anche verso i gusti internazionali nelle proposte di carne, pesce e verdure.

La cantina cinquecentesca
Nella cantina cinquecentesca, uno degli ambienti più carichi di suggestione del ristorante, riposano oltre
ottocento etichette tra rossi, bianchi e rosé. L’ampia scelta enologica appaga sia gli amanti di bottiglie storiche d’annata sia chi predilige vini più giovani e meno impegnativi.
Recentemente hanno fatto il loro ingresso nella carta anche nomi di cantine biologiche e biodinamiche, apprezzati dagli ospiti che privilegiano un rapporto più schietto con il territorio e la natura.
I sommelier Lorenzo, figlio di Lino Gagliardi, e Dario, genero del capofamiglia, guidano la clientela nella lettura della carta dei vini, suggerendo gli abbinamenti più idonei alla scelta dei piatti.
Per chi desidera arricchire la cantina di casa, è possibile acquistare le bottiglie preferite direttamente presso La Rampina.

Si ringrazia per testo e immagini Camilla Rocca, di Mediavalue

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