Salvaguardare gli olivi è sinonimo di benessere del paesaggio
Inizialmente di trecento, la giunta regionale toscana ha innalzato a quattrocento a ettaro il limite di piante per poter accedere ai contributi previsti per chi aderisce al cosiddetto ecoschema “Salvaguardia olivi di valore paesaggistico” previsto dalla nuova Pac. Come spiega la vicepresidente e assessora all’agroalimentare, Stefania Saccardi, questi oliveti «hanno un alto valore, non solo paesaggistico. Servono a prevenire l’erosione del terreno, a controllare l’azione battente e disgregatrice della pioggia»

La giunta regionale ha innalzato a quattrocento ad ettaro il limite di trecento piante inizialmente previsto dal ministero, per poter accedere ai contributi previsti per chi aderisce al cosiddetto Ecoschema 3 “Salvaguardia olivi di valore paesaggistico” della nuova Pac.
Gli oliveti specializzati con densità fino a 400 piante ad ettaro caratterizzano ampiamente il paesaggio rurale toscano, avendo di fatto un’importante valenza storica: non è un caso che da oltre due secoli vengano descritti nella zona dei Monti Pisani, del Pesciatino, delle Colline Fiorentine, del Chianti.
Queste densità consentono una elevata produttività, oltre che ad un’intensa utilizzazione della superficie, molto comune nei terreni declivi della Toscana, anche per garantire un’alta copertura del suolo e migliorarne la tenuta idrogeologica.
“Hanno un alto valore, non solo paesaggistico – spiega la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi -. Servono a prevenire l’erosione del terreno, a controllare l’azione battente e disgregatrice della pioggia, a favorire l’infiltrazione dell’acqua negli strati profondi per il ricarico delle falde. In questi oliveti, che nulla hanno a che vedere con gli impianti intensivi e superintensivi, sono poi presenti spesso molte varietà autoctone antiche e costituiscono perciò un’importante fonte di biodiversità e potenziale germoplasma. Tutte facoltà che tutelano i nostri produttori e danno identità al prodotto stesso, facilitando le imprese nel confronto sul mercato soprattutto estero”.
Sia per motivi climatici che per valorizzare terreni collinari, questi oliveti si trovano spesso accompagnati da opere di sistemazione agraria per la regimazione idrica e il trattenimento del suolo. Pertanto, rivestono un ruolo ambientale importantissimo che non può essere sottovalutato.
La misura della nuova Pac prevede un pagamento fino a 220 €/ha (che diventano 264 €/ha nelle zone “Natura 2000”), per quegli olivicoltori che si impegnano a eseguire una potatura biennale delle chiome degli olivi con determinate caratteristiche, evitando di bruciare i residui della potatura sui terreni aziendali, e mantenendo l’oliveto nelle stesse condizioni per almeno un anno successivo a quello di adesione all’ecoschema, in particolare evitando di aumentare la densità d’impianto.
In apertura, foto di Olio Officina©
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