Terra Nuda

Sessant’anni fa una grande idea: fondare l’Associazione Italiana Sommelier

Tutto ebbe inizio nelle sale dello storico ristorante Savini di Milano. I grandi pionieri dell’epoca hanno creato una realtà che oggi vanta ben 45mila soci, ponendo le basi per promuovere una solida cultura del vino, ma anche dell’olio e del cibo

Olio Officina

Sessant’anni fa una grande idea: fondare l’Associazione Italiana Sommelier

Fondata il 7 luglio 1965, l’Associazione Italiana Sommelier, per tutti l’Ais, è un’associazione che ha fatto la storia. I primi anni erano in pochi a crederci, ma passo dopo passo, si è creata una struttura molto articolata e presente in tutto il territorio nazionale e ora, con 45mila soci e una presenza capillare, garantita dalle sue delegazioni regionali, Ais è oggi un punto di riferimento per professionisti e appassionati. Dopo i primi passi, l’organizzazione dei sommelier è stata riconosciuta con decreto del Presidente della Repubblica nel 1973. Oggi, con orgoglio di tutti coloro che l’hanno resa un solido punto di riferimento, l’Associazione Italiana Sommelier è il più grande e qualificato ente di formazione per sommelier in Italia e nel mondo. E adesso, come ente del Terzo Settore, persegue finalità di utilità sociale promuovendo la cultura del vino, ma anche dell’olio e del cibo. La trasformazione di Ais in ente del Terzo Settore non è un dettaglio formale, ma un vincolo di legge che impegna Ais a operare per finalità di utilità sociale e con la massima trasparenza. Questa vocazione si concretizza in progetti di alto valore, come la Giornata nazionale della Cultura del vino e dell’olio, realizzata in collaborazione con tre Ministeri (Mic, Masaf e Mim), il cui cuore sono le borse di studio interamente finanziate da Ais e destinate agli studenti delle scuole superiori.

L’impegno sociale di Ais si traduce in iniziative concrete che dimostrano come la cultura del vino possa generare un impatto positivo. Tra queste spiccano il progetto “Sommelier Astemio”, che offre un’opportunità professionale a ragazzi con bisogni speciali, e le borse di studio di “Essenze di Vite”, che sostengono il talento femminile nel settore. Progetti che, insieme a molti altri, incarnano la promessa di Ais: essere una forza al servizio della comunità.

7 Luglio 1965, i Fondatori di Ais

“Sessant’anni fa il nostro fondatore Jean Valenti – ha dichiarato il presidente nazionale Ais Sandro Camilli – ebbe una visione di libertà, creando un’associazione indipendente il cui unico scopo fosse la cultura. Oggi quella visione è la nostra identità, rafforzata dallo status di ente del Terzo Settore. Lo scorso 7 luglio, in coincidenza con il giorno della fondazione, abbiamo affidato i festeggiamenti alla forza delle nostre sedi regionali, cuore pulsante della nostra comunità”. Sì, perché questi sessant’anni si festeggeranno per tutto il 2025, con tante iniziative.

La celebrazione di Milano ha assunto un carattere spiccatamente istituzionale. Sono state numerose le figure di spicco che hanno voluto testimoniare la loro vicinanza: oltre a Francesco Valenti, figlio del fondatore di Ais, e oggi rettore del Collegio della Guastalla di Monza, Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, Stefano Fambri, presidente dell’Istituto Trentodoc, e Sabrina Scench, la direttrice, oltre a Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera, Gabriele GorelliAndrea Lonardi e Pietro Russo, i tre Master of Wine italiani, nonché Camilla Lunelli, communication & external relations director del gruppo Lunelli (Cantine Ferrari Trento), Daniela Mastroberardino, amministratrice ed export manager dell’azienda Terredora e presidentessa dell’associazione Le Donne del Vino, come pure Ettore Prandini, presidente di Coldiretti.

A fare da cornice all’evento, non a caso, è stato lo storico Ristorante Savini di Milano, luogo dove sessant’anni fa ebbe inizio la storia dell’associazione. La serata è stata resa possibile grazie al sostegno di importanti partner, dall’Istituto Trento Doc, sponsor ufficiale del concorso Miglior Sommelier d’Italia alla distilleria Bonaventura Maschio, che da anni premia con borse di studio i migliori allievi Ais, da Surgiva, acqua ufficiale dell’associazione e promotrice dell’omonimo premio alla delegazione più innovativa, fino ad alcune realtà consortili, dal Consorzio di tutela dei vini d’Irpinia al Consorzio vini Alto Adige, dal Consorzio volontario di tutela del vino St. Maddalena al Consorzio per la tutela dell’Asti Docg.

La serata del 7 luglio è stata anche l’occasione per ribadire il desiderio di Ais di rafforzare insieme alle altre principali associazioni del settore (Fisar, Onav, Aspi e Fis) quegli intenti che le uniscono: diffondere la passione per il vino di qualità, promuoverne la cultura e affrontare uniti le sfide del futuro.

Un desiderio reso tangibile dalla amichevole partecipazione di Giuseppe Vaccarini, presidente Aspi (Associazione della Sommellerie Professionale Italiana) e Vito Intini, presidente di Onav(Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino), oltre che dai saluti inviati da Roberto Donadini, presidente FisarI (Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori) e Franco Maria Ricci presidente di Fis (Fondazione Italiana Sommelier).

I numeri raccontano una storia di successo. Dai 500 soci del 1970, Ais è cresciuta fino a diventare con i suoi 45mila membri la più grande community del vino in Italia. Questa diffusione capillare, affidata alle delegazioni territoriali, ha democratizzato la cultura enologica, trasformando l’associazione in un punto di riferimento in ogni provincia.

In apertura, da sinistra: Luciano Ferraro, Giuseppe Vaccarini, Francesco Valenti, Antonello Maietta, Eddy Furlan, Sandro Camilli

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