Terra Nuda

Si ragiona su come gestire i boschi italiani

Nell’ambito del Salone delle bioenergie Eima Energy, si sono svolti vari incontri di approfondimento sulla gestione produttiva ed ecosostenibile delle foreste. In primo piano un progetto del dicastero agricolo nell’ambito del fondo sviluppo e coesione.

Marcello Ortenzi

Si ragiona su come gestire i boschi italiani

In Italia abbiamo un patrimonio forestale di valore inestimabile distribuito su più di 11 milioni di ettari di superficie ovvero il 36% del territorio nazionale, con un aumento del 4,9% nei soli ultimi dieci anni la superficie forestale complessiva negli ultimi 80 anni si è triplicata.

È risaputo che per le asperità geografiche delle aree, la carenza di infrastrutture montane (in primis la viabilità) e l’inadeguatezza della governance pubblica e privata, il potenziale produttivo dei nostri boschi è oggi enormemente sottoutilizzato e con vari problemi.

Tuttavia fa ben sperare il cambio di marcia del Mipaaf, che con una serie di misure negli ultimi anni ha dato vigore alla nuova Strategia Forestale Nazionale dove si promuove la gestione attiva dei boschi.

La selvicoltura è una pratica millenaria che, dove applicata razionalmente, ha consentito non solo di conservare, ma anche di incrementare le risorse forestali e la biodiversità. Questa dinamica è il risultato conseguito con il lavoro quotidiano e la competenza di un’intera filiera, di cui i boscaioli sono l’autentico motore. Il sistema di gestione corretto delle foreste secondo la definizione di Forest Europe e adottata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), consiste nel trattare le stesse “in un modo e ad un ritmo che mantengano la loro biodiversità, produttività, capacità di rigenerazione, vitalità e il loro potenziale per svolgere, ora e in futuro, le loro funzioni ecologiche, economiche e sociali, a livello locale, nazionale e globale e che non provochino danni ad altri ecosistemi “.

Le imprese stesse hanno potuto usufruire nel tempo nella dotazione di macchine sempre più innovative e nelle procedure di lavoro e di intervento nel territorio.

Nella percezione di coloro che poco sanno del mondo forestale, osserva Itabia, l’Italian Biomass Association che è parte attiva nell’organizzazione di Eima Energy, in svolgimento a Bologna, un taglio ceduo diviene un disboscamento, una pista forestale si trasforma in uno scempio irreversibile, mentre i veri danni sono quelli generati da abbandono e incuria dei boschi, che così deperiscono.

Durante lo svolgimento recente di Eima, l’Itabia ha voluto dare voce al settore con un workshop dedicato all’ascolto degli operatori e al loro confronto con tecnici di comprovata esperienza come Raffaele Spinelli del Cnr Ibe (Istituto per la Bioeconomia), Lorenzo Vagaggini del Studio STAR (Servizi Territorio Ambiente Rurale) e Antonello Liberatore, vice presidente della Associazione GESTA (Gestione Sostenibile del Territorio in Abruzzo), un’associazione che riunisce soggetti pubblici e privati per stimolare una gestione attiva e sostenibile delle aree rurali (boschi, pascoli e superficie agricola) in Abruzzo.

L’iniziativa fa parte integrante di un progetto finanziato dal MiPAAF nell’ambito del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, Piano Operativo Agricoltura, Sottopiano 3 “Multifunzionalità della foresta e uso sostenibile delle risorse rinnovabili nelle aree rurali”. GESTA, che riunisce 28 partecipanti – 4 comuni, 18 ASBUC e 6 privati coinvolge un territorio di oltre 14.000 ettari, di cui circa 11.600 costituiti da boschi e 2.400 da pascoli, molti di proprietà collettiva e caratterizzati da formazioni di bosco spontaneo. In tale ottica è di fondamentale importanza focalizzare le problematiche e rimuovere gli ostacoli che impediscono di attuare una gestione attiva del bosco – sottolinea Itabia – per valorizzarne le tante risorse e preservare i servizi ecosistemici da questo generati.

Il workshop, che è stato molto partecipato, ha stimolato uno scambio costruttivo di vedute tra stakeholders che operano in diverse regioni d’Italia e ha anche attirato l’attenzione di alcuni membri della National Tematic Network costituita nell’ambito del EU BRANCHES finalizzato a diffondere buone pratiche nel settore della bioeconomia circolare.

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