Terra Nuda

Verso una nuova era tecnologica per il settore primario

Il Pnrr sta permettendo all’agroalimentare italiano di ripartire. Il ministro delle politiche agricole, Stefano Patuanelli, è intervenuto in audizione per presentare in più punti lo stato di attuazione relativo al Piano, nel corso del quale è stata data una particolare attenzione al tema dell’ammodernamento dei macchinari. In sostegno all’introduzione di tecnologie agricole 4.0, sono destinati 500 milioni di euro, 100 dei quali serviranno per innovare i frantoi oleari e tutti i processi che interessano la trasformazione dell’olio: un prodotto chiave per l’economia che merita maggiori tutele

Olio Officina

Verso una nuova era tecnologica per il settore primario

Quanto leggerete è il frutto dell’audizione svolta nel Parlamento e riportiamo il testo integrale delle argomentatae dichiarazioni espresse dal ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli

“Onorevoli Presidenti, Onorevoli Deputati, Onorevoli Senatori,

ovviamente da parte mia oltre ad oggi c’è la massima disponibilità, come sapete, a intervenire in qualsiasi momento lo riteniate opportuno per aggiornarvi sull’attuazione del Pnrr e su tutte le disposizioni che riguardano il mio Dicastero e il mondo agroalimentare italiano.

Il Pnrr rappresenta una grande occasione per la crescita del nostro Paese e noi abbiamo cercato di lavorare implementando poche misure che possano incidere profondamente su questo mondo e che siano capaci di risolvere non tutti i problemi dell’agroalimentare italiano, ma che vadano a risolvere definitivamente quei problemi su cui insistiamo con le risorse del Piano.

Come avete sottolineato il mondo agroalimentare aspetta l’attuazione del Piano e noi stiamo rispettando i tempi.

È chiaro che essendoci progettualità importanti e nuove c’è bisogno di tempo per l’attuazione, ma stiamo rispettando tutti i target che ci eravamo prefissati al momento dell’approvazione del Piano.

Le misure del Pnrr non sono l’unico strumento che mettiamo a disposizione dell’agroalimentare italiano.

Come noto c’è una grande sinergia con le misure della nuova Pac, una Pac su cui ci siamo già confrontati.

Anche su questo tema sono a vostra completa disposizione per ogni tipo di approfondimento.

Vi sono anche ulteriori iniziative in corso di realizzazione grazie all’ingente disponibilità di risorse nazionali che il Governo ha stanziato negli ultimi mesi nella ultima Legge di bilancio e al recente Decreto Sostegni Ter in cui affrontiamo il tema molto complesso della peste suina.

Mi permetto anche di ringraziare le Commissioni per il lavoro fatto in Legge di bilancio.

Credo che siamo partiti da una base positiva già come uscita dal Consiglio dei Ministri e il Parlamento ha nettamente migliorato e implementato ulteriormente le risorse per i sistemi agroalimentari italiani.

Se analizziamo globalmente le iniziative in corso, ci rendiamo conto che non solo a parole, ma nei fatti, il settore agroalimentare è tornato ad essere uno dei fulcri dell’azione del Governo e che il settore primario, anche alla luce dell’esperienza della pandemia, riveste nuovamente un ruolo di centralità nella struttura economica e sociale del nostro Paese.

Se con la Pac l’Italia ha a disposizione, fino al 2027, oltre 50 miliardi di euro, il Pnrr contempla interventi in ambito agricolo per un ammontare pari a 7,9 miliardi di euro, tenendo conto anche delle progettualità in capo al Ministero della transizione ecologica che hanno, tuttavia, rilevanissime ricadute nel nostro settore.

A queste risorse si aggiungono ulteriori due miliardi di euro messi a disposizione dall’ultima legge di bilancio.

Inoltre, nell’ultimo decreto-legge Sostegni-ter, abbiamo voluto inserire un’importante misura finalizzata a sostenere, con 50 milioni di euro, la salvaguardia della biodiversità e per il settore suinicolo colpito dalla presenza della peste suina in alcune aree del Paese.

Gestire nel migliore dei modi queste risorse finalizzandole a misure efficaci e di pronta realizzazione è una sfida ambiziosa, che richiede una macchina amministrativa ben organizzata ed efficiente.

La struttura del Mipaaf ha sin qui dimostrato di saper far fronte agli impegni straordinari connessi alla progettazione degli interventi del Pnrr e all’attivazione delle conseguenti procedure amministrative per la loro implementazione.

È doveroso evidenziare che le attività connesse alla realizzazione del Pnrr si collocano in un periodo fitto di altri importanti processi da seguire, tra cui la definizione dei contenuti del nuovo Piano Strategico della Pac.

L’Istituzione della Unità di Missione per il Pnrr

Proprio per far fronte a questo sforzo organizzativo senza precedenti e assicurare una rapida ed efficace implementazione degli interventi previsti, ho provveduto, nel mese di ottobre, ad istituire l’unità di missione per il Pnrr.

Una struttura speciale che sarà attiva fino al completamento dell’attuazione dei predetti interventi e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2026.

È stata recentemente individuata la figura che ricoprirà il ruolo di Direttore Generale della nuova unità (si tratta del dott.Paolo Casalino) e si stanno definendo in questi giorni gli esiti dell’interpello relativo alle tre posizioni dirigenziali di livello non generale.

Con l’avvenuto inserimento in organico di 15 funzionari a tempo determinato e il reclutamento, tuttora in corso, di ulteriori esperti e collaboratori, la nuova unità di missione sarà completa.Permettetemi però di segnalare che essa è già pienamente operativa.

Vorrei rimarcare in particolare due elementi.

Da un lato, il Mipaaf ha assunto tutti e 15 i dipendenti assegnati, provenienti dal concorso ad hoc bandito a livello nazionale sul Pnrr, sostituendo con celerità alcuni vincitori rinunciatari con altre valide professionalità.

Dall’altro, pur se assunte solo da poche settimane, queste unità stanno dimostrando di poter fornire un valore aggiunto importante all’efficace attuazione del Piano, per via dell’elevata motivazione che dimostrano quotidianamente e perché combinano competenze giuridiche, economiche, ingegneristiche, di data analysis ed altre ancora, a conferma che l’impostazione che il Governo ha dato al concorso, vale a dire dotare le nostre amministrazioni di profili multidisciplinari, era assolutamente esatta.

È importante sottolineare che il decreto istitutivo prevede che l’unità di missione, posta alle dipendenze funzionali del Ministro, rappresenti il punto di contatto con il Servizio centrale per il Pnrr per l’espletamento degli adempimenti previsti dalla normativa europea.

L’Unità di missione avrà anche una funzione specifica per le attività di prevenzione e contrasto delle frodi, del rischio di doppio finanziamento e di conflitti di interesse nella gestione dei fondi del Pnrr.

Al di là della nuova Unità di missione, la struttura del Mipaaf, nel suo complesso, richiede un ulteriore rafforzamento dell’organico, per garantire efficienza amministrativa a tutti i livelli, nazionale ed europeo, al servizio del settore agroalimentare italiano.

Rispetto a questa necessità, è importante tener conto che il 2 febbraio scorso è stata resa nota l’assegnazione dei funzionari amministrativi vincitori del concorso pubblico unico Ripam, 70 dei quali sono stati attribuiti al Mipaaf.

I nuovi arrivi assicureranno ulteriore slancio alle attività in corso e nuova energia per la completa realizzazione delle azioni che stiamo portando avanti.

La legge di bilancio per il 2021, inoltre, ci consente di assumere nel 2022 ulteriori 82 professionalità, con competenza specifica anche nel campo della digitalizzazione e della gestione degli investimenti pubblici.

Colgo questa occasione per ringraziare tutto il personale del Mipaaf che sino ad oggi, pur in presenza di un carico aggiuntivo di lavoro, ha garantito professionalità e dedizione per centrare tutti gli obiettivi e rispettare le scadenze stabilite.

L’attuazione del Pnrr

Ho voluto sottolineare, nella parte introduttiva del mio intervento, come le azioni del Pnrr non siano delle monadi a sé stanti ma debbano essere collocate e valutate nel quadro di un più ampio programma di rilancio del settore agroalimentare italiano, basato sull’attivazione sinergica di tutti gli strumenti disponibili.

Un rilancio che, oltre a rafforzare la competitività delle imprese, come già accennato, punta a sostenere, anche nel settore primario, la transizione ecologica proposta dal Green Deal.

Non a caso, infatti, tre dei quattro progetti agricoli inclusi nel Pnrr sono inseriti nella Missione 2, dedicata alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.

Il Pnrr è dunque assai lontano dalla logica dei sussidi a pioggia, essendo, al contrario, basato su target ben precisi da raggiungere e progettualità la cui realizzazione dovrà essere puntualmente verificata, sia in corso d’opera sia in itinere che ex-post.

Le procedure europee ci impongono, inoltre, di rispettare tempistiche scandite con precisione e che non ammettono distrazioni.

Per questo motivo la struttura del Mipaaf, per gli interventi di propria competenza, ha lavorato e sta continuando a lavorare senza sosta, consentendo, fino ad oggi, al nostro Dicastero di trovarsi perfettamente in linea con il cronoprogramma condiviso con la Commissione Ue e con il Servizio centrale per il Pnrr del Ministero dell’economia e delle finanze, così come bene illustrato in una presentazione trasmessa a Palazzo Chigi in occasione del Consiglio dei Ministri dello scorso 2 febbraio.Passiamo ora al dettaglio degli interventi che il Mipaaf dovrà realizzare e che riepilogo brevemente:

  • Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo, con una dotazione di 800 milioni di euro;
  • Parco Agrisolare, con una dotazione di 1,5 miliardi di euro;
  • Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare, con una dotazione di 500 milioni di euro;
  • Investimenti nella resilienza dell’agro-sistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche, con una dotazione di 880 milioni di euro;
  • Contratti di filiera e di distretto, con una dotazione di 1,2 miliardi di euro (finanziati con risorse a valere sul Fondo Complementare al Pnrr).

Complessivamente il Mipaaf si trova quindi a gestire, nell’ambito del Pnrr, risorse pari a 4,88 miliardi di euro. Entriamo ora nel merito dello stato di avanzamento dei singoli interventi.

Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo (Missione 2 Componente 1 – Investimento 2.1)

Con l’obiettivo globale di sostenere la costruzione di una rete logistica efficiente e sostenibile nei settori di riferimento e rafforzare la competitività delle filiere agroalimentari, la misura potrà intervenire sui seguenti ambiti:

  • riduzione dell’impatto ambientale dei trasporti agroalimentari;
  • miglioramento della capacità di stoccaggio e trasformazione delle materie prime, preservando la differenziazione dei prodotti per qualità, sostenibilità, tracciabilità e caratteristiche produttive;
  • potenziamento della capacità di esportazione delle Pmi agroalimentare italiane;
  • incremento del trasporto su ferrovia, delle interconnessioni tra porti, interporti e strutture logistiche al servizio di aree metropolitane;
  • miglioramento della capacità logistica dei mercati all’ingrosso, per garantire prodotti sostenibili;
  • riduzione degli sprechi alimentari.

A fine ottobre 2021 è stata avviata una consultazione pubblica, conclusasi il 31 dicembre scorso, che ha consentito di raccogliere osservazioni e proposte dei portatori di interesse, utili alla realizzazione operativa dell’investimento.

Potranno essere considerati ammissibili i seguenti investimenti:

  • investimenti in attivi materiali e attivi immateriali (es. strutture di stoccaggio e trasformazione, digitalizzazione dei processi di logistica, interventi infrastrutturali sui mercati);
  • investimenti su trasporto e logistica per ridurre il costo ambientale e economico;
  • innovazione dei processi produttivi, agricoltura di precisione e tracciabilità (blockchain);
  • Ai (Artificial Intelligence) per lo stoccaggio delle materie prime, tracciabilità in blockchain, software di gestione avanzata, componentistica e sensori di controllo;
  • Rfid (Radio Frequency Identification) o completa automatizzazione dei magazzini.

In questi giorni la struttura tecnica è al lavoro per definire nel dettaglio le categorie di interventi ammissibili, le caratteristiche del contributo (ammontare massimo delle agevolazioni concedibili, forme di agevolazione, tipologie di spese ammissibili), i tempi di realizzazione degli interventi, e per individuare il più idoneo regime di aiuto.

Questa fase di approfondimento si concluderà entro il mese di marzo, mentre la pubblicazione del bando, in linea con il cronoprogramma fissato, è prevista nel secondo trimestre del 2022.

La pubblicazione della graduatoria finale dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2022 per poi procedere alla concessione dei finanziamenti entro il primo trimestre 2023.

Parco Agrisolare (Missione 2 Componente 1 – Investimento 2.2)

All’interno della medesima Componente 2.1 è inserito anche l’investimento Parco Agrisolare, a cui sono dedicate risorse pari a 1,5 miliardi di euro.

L’obiettivo della misura è sostenere gli investimenti per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica in ambito agricolo, escludendo totalmente il consumo di suolo.

L’intervento prevede, infatti, l’installazione di pannelli fotovoltaici sulle coperture degli edifici ad uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, con un contributo che potrà coprire anche i costi di riqualificazione e ammodernamento delle strutture, con la rimozione dell’eternit e amianto sui tetti (ove presente) e/o migliorando coibentazione e areazione, anche al fine di contribuire al benessere degli animali.

Il target da raggiungere è l’installazione di pannelli fotovoltaici su una superficie complessiva pari a 4,3 milioni di mq, ottenendo una potenza installata di circa 0,43 GW, contribuendo così ad aumentare la sostenibilità, la resilienza, la transizione verde e l’efficienza energetica del settore.

Anche per questa misura è stata avviata una consultazione pubblica, chiusa il 31 dicembre scorso, delle cui risultanze si è tenuto conto in fase di predisposizione dell’avviso pubblico.

Per l’attuazione della misura predetta il Mipaaf si avvarrà del Gse quale ente attuatore della linea di intervento Pnrr.

Al Gse probabilmente verranno delegate anche alcune delle funzioni di monitoraggio, controllo, rendicontazione delle spese e di milestone e target, per la evidente esperienza che il Gse ha in questo ambito.

Il Mipaaf manterrà come evidente il ruolo di punto unico di contatto con il Servizio centrale per il Pnrr e avrà la responsabilità in tema di supervisione complessiva dell’intervento, in ognuna delle diverse fasi di attuazione dei progetti, oltre che in materia di gestione dei flussi finanziari.

L’Accordo con il Gse dovrebbe essere stipulato entro la fine del mese di febbraio.

È prossimo all’invio alla Conferenza Stato-Regioni il decreto ministeriale che definisce le modalità applicative della misura.

In questo Decreto ovviamente saranno contenute le indicazioni rispetto al massimo finanziabile, alla potenza massima finanziati, alle tipologie di contributo in conto capitale per l’investimento.

Come ho detto sempre non vogliamo trasformare in aziende energetiche le aziende agricole ma dobbiamo dare un supporto al reddito degli agricoltori italiani.

In un momento del costo dell’energia rappresenta una vera criticità di tutti i sistemi produttivi, l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia da parte delle Pmi dell’agroalimentare italiano è un obiettivo che non possiamo assolutamente fallire.

Nel mese di marzo saremo dunque in grado di pubblicare l’invito a presentare proposte per i programmi di investimento, nel pieno rispetto della scadenza fissata al primo trimestre del 2022.

Entro il 31 dicembre 2022, inoltre, il Mipaaf dovrà rispettare l’obiettivo previsto di erogare ai beneficiari almeno il 30% delle risorse finanziarie assegnate a questo investimento, per poi raggiungere il 50% entro la fine del 2023 e il 100% entro la fine del 2024.

Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare (Missione 2 Componente 1 – Investimento 2.3)

Come già descritto nella precedente audizione sul tema, la misura relativa all’innovazione e meccanizzazione agricola consente di assegnare contributi in conto capitale per l’ammodernamento dei macchinari agricoli e l’introduzione di tecniche di agricoltura di precisione e di tecnologie di agricoltura 4.0.

Il sostegno dovrà essere prioritariamente indirizzato agli investimenti in grado di ridurre in maniera più incisiva le emissioni di gas serra.

I contributi potranno essere destinati, inoltre, all’ammodernamento delle strutture di trasformazione dell’olio d’oliva, settore strategico per l’industria agroalimentare italiana¸ con l’obiettivo di migliorare la qualità del prodotto, la sostenibilità del processo produttivo, ridurre i sottoprodotti e favorirne il riutilizzo a fini energetici.

Confermo, dunque, che i 500 milioni di euro disponibili saranno così suddivisi:

  • 400 milioni di euro per l’innovazione della meccanizzazione del settore agricolo;
  • 100 milioni di euro per l’ammodernamento dei frantoi oleari.

Al fine di accogliere una specifica istanza degli assessori regionali all’agricoltura, abbiamo deciso che la gestione della misura meccanizzazione sarà condivisa con le Regioni medesime, anche con l’obiettivo di realizzare le necessarie sinergie con le corrispondenti misure previste dai Programmi regionali di sviluppo rurale.

Inizialmente, se vi ricordate, ritenevamo di poter agire attraverso Inail con le modalità del bando Isi.

In realtà alcune complessità si sono manifestate legate alla necessità di non addivenire al famoso click-day.

Ovviamente non possiamo permetterci di gestire risorse così ingenti con la fortuna di essere i primi a inserire la domanda.

A proposito di questo faccio un breve passaggio rispetto al tema della Pac.

Siamo in fase di discussione con le Regioni rispetto ai criteri di assegnazione delle risorse per lo sviluppo rurale.

Siamo una fase in cui rispetto alle risorse europee destinate allo sviluppo rurale c’è una contrazione delle risorse disponibili che noi aumentiamo grazie ad un maggiore confinanziamento nazionale.

Ciò oggettivamente può risultare un problema per le Regioni e quindi gestire questa misura del Pnrr vedendola come una integrazione dei Piani di sviluppo rurale, permette di agire in sinergia con i piani di sviluppo regionali.

Ciò consente sostanzialmente di avere 500 milioni n più alle Regioni per il loro programmi.

Credo quindi sia stata una scelta giusta di garantire il rispetto pieno della Costituzione italiana che attribuisce alle Regioni competenza sui temi legati al settore primario e quindi con gli Assessori stiamo costruendo le modalità migliori possibili per la distribuzione delle risorse.

Sono tuttora in corso le interlocuzioni con i rappresentanti regionali per definire i parametri di ripartizione delle risorse e i contenuti del primo bando, relativo all’ammodernamento dei frantoi oleari, che dovrà essere emanato entro il primo trimestre 2022.

Siamo a buon punto e anche questa scadenza sarà rispettata.

Nell’ottica della semplificazione burocratica e al fine di velocizzare ulteriormente le procedure, si prevede che possano essere finanziati anche i progetti già presentati nell’ambito dei bandi regionali dei Programmi di sviluppo rurale, purché si tratti di interventi rispettosi degli obiettivi e delle condizionalità previste dal Pnrr, con particolare riferimento al principio del Do Not Significant Harm (non arrecare un danno significativo all’ambiente).

La seconda scadenza, prevista per questa misura, è fissata al primo trimestre 2023, entro il quale occorrerà provvedere alla pubblicazione di un secondo bando relativo alla meccanizzazione del settore agricolo e alle attrezzature di agricoltura di precisione.

In merito all’attuazione di questo secondo intervento, ritengo opportuno segnalare che sono tuttora in corso interlocuzioni tecniche con il Mef, affinché sia prevista una sufficiente flessibilità relativamente alla tipologia di macchine finanziabili.

Ciò al fine di consentire agli imprenditori la possibilità di scegliere tra un ampio ventaglio di soluzioni tecnologiche e garantire, in tal modo, alla misura una ricaduta più efficace e diffusa sul territorio.

Un eventuale obbligo, imposto dalla Commissione Ue, di vincolare l’accesso ai finanziamenti unicamente a mezzi agricoli a zero emissioni (elettrici o biometano) rischierebbe, infatti, di inficiare il successo della misura, tenuto conto che il mercato di trattrici elettriche o a biometano non è ancora sufficientemente sviluppato.

Ricordo che il target finale della misura prevede il raggiungimento di una soglia di 15.000 beneficiari entro la fine del 2026.

In sintesi, ritengo che i trattori elettrici si chiamino tosaerba e che non sono certamente lo strumento più attrattivo possibile per gli agricoltori.

È chiaro che quando c’è una tecnologia disponibile a zero emissioni va stimolato e incentivato l’utilizzo di quella tecnologia.

Oggi quella tecnologia ancora non è pienamente disponibile e quindi non possiamo limitare a quel tipo di tecnologia l’uso delle risorse di questa misura.

Investimenti nella resilienza dell’agro-sistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche (Missione 2 Componente 4 – Investimento 4.3)

L’intervento relativo alla resilienza dell’agro-sistema irriguo è fondamentale per il futuro del settore agricolo, che deve fare i conti con le conseguenze sempre più pesanti dei cambiamenti climatici.

La misura si integra in maniera ottimale con altri strumenti, che vanno dal Fondo di Sviluppo e Coesione, alla Pac e alle risorse prevista dalla legge di bilancio, andando a costituire una strategia ad ampio raggio che mira a rafforzare e modernizzare capillarmente il sistema irriguo nazionale.

Su questa linea di investimento del Pnrr sono previste risorse complessive pari a 880 milioni di euro, di cui:

  • 520 milioni di euro per nuovi progetti;
  • 360 milioni di euro a coprire il finanziamento di progetti “in essere”

In linea con la timeline definita nel Pnrr per l’Investimento 4.3, il Mipaaf ha provveduto a definire i criteri di selezione degli interventi irrigui con decreto del 30 giugno 2021 e, successivamente, a selezionare i progetti finanziabili con provvedimento del 30 settembre 2021.

Entro 12 mesi dall’approvazione della graduatoria, ovvero entro il 30 settembre 2022, il Mipaaf dovrà emanare i decreti di concessione dei finanziamenti in favore dei progetti selezionati.

Allo stato attuale, i progetti candidati sono in totale 49.

È previsto, inoltre, che l’appalto dei lavori si completi entro dicembre 2023 mentre la realizzazione del 100% degli interventi dovrà essere garantita entro la scadenza di giugno 2026 per poi essere rendicontata puntualmente entro il 31 dicembre 2026.

Ricordo che la misura ha due target ben precisi da raggiungere: aumento complessivo della percentuale di area irrigata con gestione efficiente della risorsa irrigua per effetto degli interventi e incremento dal 24 al 40% della percentuale delle fonti di prelievo dotate di misuratori.

Entrambi gli obiettivi devono essere realizzati entro giugno 2026.Per questo motivo su questa modalità c’è stata si flessibilità, ma una certa rigidezza nella selezione dei progetti che devono avere le caratteritiche di cantierabilità immediata.

La Direzione competente del Mipaaf ha provveduto ad istruire le numerose richieste di riesame pervenute, dando puntuale riscontro ad ogni Ente.

È chiaro che molti Enti di bonifica hanno in qualche modo presentato progetti che avevano le caratteristiche essenziali per essere ammissibili.

Altri progetti non le avevano, ma è stata fatta una analisi puntuale di ciascun progetto per riammetterlo ove possibile.

Come previsto nel provvedimento di adozione del piano di attuazione per l’avvio della verifica dei progetti candidati e ammissibili al finanziamento sul Pnrr, approvato il 16 novembre 2021, sono state trasmesse le prime convocazioni degli Enti attuatori e delle rispettive Regioni.

Le riunioni hanno quale finalità precipua quella di evidenziare la essenzialità delle tempistiche del Pnrr e di accertare la capacità esecutiva degli Enti attuatori in relazione alla loro capacità di garantire efficienza e continuità dei servizi per lo svolgimento di tutte le attività connesse alle procedure tecniche, amministrative e contabili nella fase di avvio e realizzazione dell’intervento o degli interventi.

Nel corso delle riunioni si dà notizia anche della futura adozione di penali in caso di inadempienze e/o ritardi da parte degli Enti concessionari.

Sono state altresì avviate le istruttorie volte ad accertare la ricevibilità nonché l’ammissibilità dei progetti selezionati ed in posizione utile al finanziamento.

Ossia, stiamo valutando progetto per progetto l’effettiva partecipazione al bando e quanto effettivamente disponibile nei rispettivi Enti.

Contratti di filiera e di distretto (Fondo complementare al Pnrr)

Veniamo poi all’ultima progettualità presente nel Fondo complementare al Pnrr, ossia quella dei Contratti di filiera e di distretto.

Oltre alle quattro misure del Pnrr, il Mipaaf sta gestendo un ulteriore intervento a valere sul Fondo complementare al Pnrr, quello relativo ai contratti di filiera e di distretto.

Non voglio dilungarmi sulla descrizione di una misura che ben conoscete e dei cui contenuti e obiettivi abbiamo parlato anche nel corso della precedente audizione.

Mi limito qui a ricordare che la misura può contare su una dotazione di 1,2 miliardi di euro, che saranno utilizzati, con una quota pari a 350 milioni di euro, per il finanziamento dei progetti già presentati e inseriti in graduatoria nell’ambito del IV° Bando “Contratti di filiera e di distretto” nel settore agroalimentare e con le risorse rimanenti per l’emanazione di un nuovo bando per il settore agroalimentare.

Con riferimento al primo intervento, il 28 settembre 2021 si è provveduto ad emanare il decreto relativo allo scorrimento della graduatoria del IV bando, destinando le risorse alla copertura del contributo in conto capitale dei programmi di investimento.

Per quanto riguarda, invece, il V° bando per il settore agroalimentare, una volta chiusa la fase di consultazione tecnica nell’ottobre 2021, il Ministero ha provveduto a definire, con apposito decreto, le modalità applicative. Proprio lo scorso 22 dicembre ho firmato il decreto applicativo, dopo aver acquisito, nei giorni precedenti, il parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni.

Il provvedimento è in fase di registrazione da parte della Corte dei conti e sarà prossimamente pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

La Direzione competente del Mipaaf sta attualmente predisponendo il bando che consentirà ai soggetti interessati di procedere alla presentazione delle domande di acceso alle agevolazioni previste, nella forma del contributo in conto capitale e/o del finanziamento agevolato.

Le due tipologie di contributo potranno essere richieste anche separatamente, con una notevole semplificazione delle procedure e maggiore flessibilità che consentirà di rispondere alle diverse esigenze delle imprese.

Il nuovo bando, che sarà pubblicato dopo l’avvenuta pubblicazione del decreto applicativo, non prevederà più una procedura a sportello come nel precedente bando, ma una procedura valutativa che si concluderà con la formazione di una graduatoria.

La valutazione, per la quale sarà incaricata un’apposita commissione, sarà basata su criteri oggettivi, ivi inclusi parametri direttamente riconducibili agli obiettivi ambientali previsti dal Regolamento Tassonomia (Reg. (Ue) 2020/852).

La novità più importante del nuovo bando riguarderà le percentuali di aiuto previste per il contributo a fondo perduto, che saranno incrementate sensibilmente rispetto al precedente bando.

L’aumento della quota di contributo renderà la misura molto più appetibile per tutte le tipologie di impresa e sull’intero territorio nazionale.

In merito alle future scadenze relative al nuovo bando, segnalo che entro il primo trimestre 2023 è prevista l’approvazione delle graduatorie finali per la concessione degli aiuti finanziari per il settore agroalimentare, mentre entro il secondo trimestre 2023 si dovrà procedere alla sottoscrizione dei contratti di filiera e di distretto.

Per quanto riguarda le filiere della pesca e forestale, non previste dal regime di aiuti già approvato e, pertanto, non incluse nel bando in corso di pubblicazione, esse saranno oggetto di successivi bandi, tuttora in corso di elaborazione, e per i quali dovranno essere costruiti schemi di aiuto a sé stanti.

Nella redazione del bando relativo al settore ittico si stanno tenendo in considerazione, ovviamente, le risultanze della consultazione tecnica specifica, condotta nel 2021.

Parte delle risorse disponibili a valere sul Fondo complementare del Pnrr saranno, inoltre, utilizzate per un prossimo bando dedicato ai distretti del cibo.

Rispetto a questo particolare intervento ricordo che grazie ai 120 milioni di euro stanziati con l’ultima Legge di bilancio sarà possibile completare il finanziamento dei progetti già presentati nell’ambito del precedente bando del 2020.

Mi sembra importante informarvi, infine, che a breve è attesa la delibera del Cipess relativa all’assegnazione delle risorse a valere sul Fondo Rotativo per le imprese (Fri) finalizzate alla copertura dei finanziamenti agevolati dei contratti di filiera e di distretto: parliamo di 900 milioni di euro davvero preziosi per la filiera, che potranno sostenere gli investimenti nei prossimi anni.

Conclusioni

Andando a concludere il mio intervento, permettetemi di manifestare ancora una volta la mia soddisfazione per l’ottimo lavoro sin qui realizzato nel pieno rispetto del rigido cronoprogramma imposto dalle norme europee.

La strada percorsa fino a questo punto, infatti, non è di trascurabile entità; eppure, siamo perfettamente consapevoli che il tragitto da percorrere è ancora lungo e manca la parte più impegnativa del nostro percorso.

Ci aspettano le tappe più decisive e delicate.

Quello appena iniziato è un anno cruciale, in cui attendiamo la pubblicazione di importanti avvisi pubblici, come quelli relativi ai contratti di filiera, al Parco Agrisolare, al Piano per la logistica agroalimentare, e all’intervento di ammodernamento dei frantoi.

Dobbiamo essere in grado di accompagnare le imprese in questo delicato momento, mettendole nelle migliori condizioni per intercettare le opportunità offerte dal Pnrr e di comprenderne appieno le novità, organizzando dei momenti informativi, formativi e un help desk che lavoreremo per istituire anche grazie al supporto dell’assistenza tecnica predisposta dal Mef per tutte le amministrazioni titolari di interventi nel Pnrr e nel Pnc, di cui a breve definiremo il piano dei fabbisogni operativi.

Tutti siamo chiamati a dare un contributo fattivo, a partire dal mio Ministero e dalle Regioni e Province Autonome, coinvolte a pieno titolo nei processi in corso, fino alle associazioni di categoria: queste ultime, con la loro radicata e capillare presenza sul territorio, potranno far sì che le aziende abbiano tutti gli strumenti per accedere alle misure che saranno attivate.

Anche il Parlamento, in particolare attraverso l’attività delle commissioni competenti, ha un ruolo fondamentale per garantire che gli obiettivi condivisi siano raggiunti, nell’ottica di un rilancio effettivo e duraturo del nostro Paese.

Il mio personale impegno è quello di continuare a garantire un approccio di costante condivisione con il mondo produttivo e con tutte le Istituzioni, coinvolgendole in ogni successivo passo da compiere.

Vorrei ringraziare ciascuno di voi per quanto state facendo, per l’attenzione dimostrata anche oggi, per ogni contributo che avete già fornito e che vorrete ancora offrire nei mesi a venire sui vari dossier agricoli, e, in particolare, in merito alle misure del Pnrr.

Grazie, infine, alla straordinaria disponibilità del Presidente Mattarella nell’accettare il nuovo incarico, che mette il Governo nelle migliori condizioni per proseguire, senza alcuna incertezza né ritardo, il lavoro iniziato.

Grazie e buon lavoro. “

In apertura, foto di Olio Officina©

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