Terra Nuda

Xylella e Coldiretti

La nota organizzazione di categoria è tra le maggiori responsabili di quanto sta accadendo negli oliveti pugliesi. E così, chi è causa del suo male dovrebbe - almeno un pochino - piangere sé stesso. E per il male causato agli altri, chiedere scusa

Luciano Capone

Xylella e Coldiretti

Il volo del ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio sugli uliveti scheletrici a causa della Xylella è stato organizzato dalla Coldiretti, che chiede un intervento urgente e aiuti per le aziende colpite dalla malattia che secca gli alberi. Ma Coldiretti ha grandi responsabilità in questa vicenda.

Perché l’epidemia di bufale mediatiche sulla Xylella, che ha pesantemente e negativamente condizionato gli eventi, è infatti nata proprio da un documento di Coldiretti: il “Rapporto Agromafie” del 2015, coordinato dal’ex procuratore Gian Carlo Caselli ed elaborato insieme all’Eurispes.

In quel documento c’era un capitolo dal titolo “Lo strano caso della Xylella fastidiosa”, che è diventato un po’ la Bibbia del complottismo e la fonte di diffusione delle teorie antiscientifiche alla base di pseudocure e dell’inchiesta antiscientifica della procura di Lecce contro i ricercatori.

In quell’articolo c’erano insinuazioni sugli scienziati indagati, si dava adito alle teorie di “associazioni ambientaliste” e a chi non credeva agli “scenari apocalittici degli esperti”. E si puntava tutto sull’indagine dei pm: “La dott.ssa Mignone non è il tipo da lasciarsi intimorire”. (È abbiamo visto come è andata a finire).

All’epoca Gian Carlo Caselli diceva che l’introduzione della Xylella “presenta aspetti che potrebbero andare oltre la fatalità” (un complotto!). E Gian Maria Fara, il presidente di Eurispes co-autore del rapporto, diceva che c’erano “i presupposti di una guerra chimica e batteriologica” (delle multinazionali?!).

Quell’articolo ha avuto una risonanza così clamorosa che nel successivo Rapporto Agromafie 2016 Coldiretti ne rivendica l’impatto mediatico, con un articolo che difende l’inchiesta della procura di Lecce e mette in dubbio (già dal titolo) l’effettiva pericolosità del batterio che nel frattempo devasta gli ulivi: “La Xylella (solo) fastidiosa o “mortale” per l’agricoltura del Sud?”

Ma non basta. Perché Coldiretti ha inserito nel comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie Cataldo Motta, l’ex procuratore di Lecce autore dell’inchiesta che ha prodotto i ritardi e un sostenitore delle teorie negazioniste della Xylella quale causa della malattia degli ulivi. Motta, mentre era procuratore e indagava, diceva che Xylella non era mortale e che si potevano curare gli ulivi con una semplice potatura e tanta acqua. Basta vedere le foto degli uliveti spettrali per capire l’assurdità di quelle affermazioni.

Ora la Coldiretti se la prende con la politica e l’inazione delle istituzioni e chiede interventi rapidi e aiuti generosi per la strage di ulivi prodotta dalla Xylella. Ma Coldiretti è tra i maggiori responsabili di tutto ciò. E chi è causa del suo male dovrebbe – almeno un pochino – piangere sé stesso. E per il male causato agli altri, chiedere scusa.

La foto di apertura è di Olio Officina. Per seguire quanto ha scritto Luciano Capone, consigliamo di leggere tutti i suoi articoli pubblicati nel corso di questi anni sul quotidiano il Foglio

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