Xylella, per salvare gli alberi secolari la speranza è nelle cultivar tolleranti o resistenti
Secondo il direttivo dell'associazione Voce dell'Ulivo, oltre alle varietà Leccino e Frantoio, già ampiamente verificate, vi sono anche le cultivar Coratina, Pendolino, Bella di Cerignola e Cipressino a non essere state colpite
Secondo il Direttivo dell’associazione Voce dell’Ulivo, costituito tra gli altri da Federico Manni, Daniela Specolizzi, Giovanni Melcarne, Francesco Barba e Matteo Congedi, “le varietà che ad oggi risultano essere prive di disseccamenti tipici del Co.Di.Ro. in zona epicentro, oltre a Leccino e Frantoio già ampiamente verificate, sono Coratina, Pendolino, Bella di Cerignola e Cipressino”
“Le cultivar su cui gli effetti dei disseccamenti da CoDiRo sono presenti in maniera più o meno visibile, oltre alle già conosciutissime Ogliarola e Cellina, vi sono le varietà Carolea, Nocellara del Belice, Cima di Melfi, Nociara, Bianco Lilla e Ascolana”. Sempre secondo tale associazione “ad oggi lo scenario potrebbe essere la resistenza/tolleranza di ben sei cultivar e il disseccamento di altre otto cultivar”.
L’Associazione Voce dell’Ulivo tiene inoltre a precisare che i monitoraggi proseguiranno, in modo particolare, sulle nuove varietà riscontrate indenni da disseccamento, in quanto le stesse sono rappresentate da popolazioni numericamente inferiori rispetto a quelle di Leccino e Frantoio.
Il Direttivo dell’associazione ha concordato con il responsabile del CNR di Lecce Dott. Giovanni Mita, di effettuare l’analisi genetica per la rispondenza scientifica dell’attribuzione dei nomi delle Cultivar summenzionate alle piante oggetto del monitoraggio.
“A questo punto – aggiungono – ci corre l’obbligo di precisare che i sintomi di disseccamento da CoDiRo, pur avendo degli aspetti molto caratteristici, sono di difficile identificazione da parte di persone non addette ai lavori e spesso sono confusi con disseccamenti ascrivibili ad altri patogeni ben conosciuti e identificati”.
Il grande lavoro di monitoraggio, condotto con le proprie risorse dai componenti della Voce dell’Ulivo e con il supporto di altri agricoltori e tecnici come Davide De Lentinis, ha consentito – si legge nella nota – l’ottenimento di queste preziosissime evidenze che, se confermate dalla scienza, potranno cambiare il destino del nostro territorio.
Secondo i rappresentanti della Voce dell’Ulivo si ritiene “possibile che le varietà resistenti, oltre a garantire un futuro olivicolo al Salento, attraverso lo studio dei loro meccanismi di difesa dalla fitopatia, possano dare indicazioni utili a trovare una cura per salvare i nostri patriarchi. Quest’ultimo rappresenta per noi l’obbiettivo primario e la salvezza dell’intero Salento”.
L’alleanza dei produttori sostiene che “la forza e la passione che ci ha contraddistinto in questi mesi, che ha portato al successo delle nostre azioni, sono scaturite dal vero amore per il nostro territorio, per i nostri figli e per il nostro lavoro”. Infine, aggiungono i compomenti dell’associazione che “non finiranno mai di ringraziare tutti i veri agricoltori, le persone comuni e tutti coloro i quali in silenzio hanno creduto e contribuito concretamente al nostro operato”.
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