Terra Nuda

A Vieste l’olio è stato protagonista

Una intera settimana per celebrare il re dei grassi nel Gargano. L’olio extra vergine di oliva ha dimostrato di essere un "marcatore culturale” in grado di catalizzare le attenzioni al pari del mare. Gli olivi di Vieste e dintorni sono stati il paesaggio al quale si è potuto fare riferimento, persino per praticare lo yoga e ritrovare se stessi

Olio Officina

A Vieste l’olio è stato protagonista

Dario Carlino, l’assessore all’agricoltura, allo sport e alle attività culturali del comune di Vieste, nei giorni della manifestazione era soddisfattissimo, così come peraltro ha dichiarato nel corso di un talk show cui ha partecipato anche il nostro direttore Luigi Caricato, come relatore: “Vieste – ha detto Carlino – è nel G20 del turismo e ne siamo fieri. Oltre al mare, ci sono anche gli olivi, da noi, molto importanti. La campagna è bella e non manca di fascino: attrae. Per questo crediamo molto in un turismo che si estenda anche agli oliveti e ad ogni altra coltivazione, che non si limiti solo al mare e al periodo estivo. Tutto è centrale nelle nostre attività e le attenzioni che riponiamo alle attività produttive sono molte e qualificate”.

Sabrina Pupillo, che della “Settimana dell’Olio” è stata l’anima propulsiva, ha messo in evidenza il ruolo esercitato dalla cultura, anche se ha avvertito che di solito si da’ per scontato tutto, ma non è così. La cultura è fondamentale, perché non c’è solo la vendita dell’olio, ma vi è anche una esperienza che è da trasmettere e considerare un valore.
Fare reddito è fondamentale, perché tutto funzioni correttamente, ma attraverso la cultura si allarga l’orizzonte.

“La Settimana dell’olio di Vieste – ha dichiarato l’organizzatrice – è stata un’esperienza intensa e bellissima e la soddisfazione è tanta. Riuscire a realizzare ognuna delle tante attività in programma non era scontato e non è stato semplice ma possiamo dire che ce l’abbiamo fatta! I miei ringraziamenti vanno innanzitutto all’amministrazione comunale di Vieste nella persona di Dario Carlino, assessore all’agricoltura, che ha ideato e voluto fortemente questa manifestazione per dare valore al prodotto principe della nostra terra. Lo ringrazio infinitamente perché quando alcuni mesi fa mi ha chiamata dicendomi ‘Sabrina dobbiamo far crescere la Settimana dell’olio, dobbiamo creare un programma importante e strutturato che dia valore al prodotto’ io mi sono quasi commossa; da lì ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo iniziato a lavorare fianco a fianco per l’organizzazione e la buona riuscita dell’evento. Dario è un grande amministratore ed è una di quelle persone che in ciò che fa ci mette anima, cuore e corpo, sempre operativo, sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via.

Un produttore del territorio, presente con il suo olio, Roberto Di Rodi, nel suo intervento non ha nascosto le sue preoccupazioni, poiché non è tutto oro quel che luccica: “la mia gioia – ha detto Di Rodi – è nel vendere l’olio. È un aspetto da non sottovalutare, perché non c’è stato un gran commercio di olio in quest’ultima annata: poche richieste di vendita all’ingrosso. Sarebbe l’ideale riuscire a vendere direttamente al consumatore”, ha detto. Ed effettivamente, curare il consumatore è l’unica strategia possibile per rilanciare una coltura, l’olivo, che richiede tempo, risorse e fatiche. Il consumatore deve capire il valore dell’olio e cercare di acquistare nei territori.

Antonella Tamborrino, docente universitaria, intervenuta al talk show, si concentra sull’importanza dell’innovare. “Innovare – ha detto – significa introdurre un cambiamento. Un cambiamento di concetto e di approccio. Il settore vuole questo cambiamento?”

È questa la vera domanda che ha risuonato nella piazza in cui si è svolto l’incontro.
“Aiuta a essere competitivi, l’innovazione. Migliorare la qualità significa fare formazione e trasferire conoscenze. Niente può essere trascurato. Tutto è cruciale nella buona riuscita dei propositi che ci si prefigge. Sul fronte dell’olio, per esempio le innovazioni sono cruciali. Si parla di microonde, mentre nel 2011 ci sono state le prime applicazioni in ultrasuoni. Sul fronte delle innovazioni nei secoli ci sono stati pochi cambiamenti. Il decanter ha segnato un passaggio epocale, ma c’è molto da fare.

Interessante anche quanto si è detto sul fronte salutistico. Domenico Rogoli ha messo in luce la fondazione mediterranea, con l’obiettivo di diffondere la cultura della buona e sana alimentazione. “Ci stiamo allontanando da una alimentazione sana”, ha detto, “occorre far qualcosa”.

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