Terra Nuda

Aprire una bottega dell’olio

Puntare sui punti vendita aziendali, rendendoli belli e attrattivi, curati in ogni minimo particolare è il buon proposito di chi crede nel proprio lavoro e intende valorizzarlo al meglio. L’esempio di Silvano Puhar a Dignano, in Istria

L. C.

Aprire una bottega dell’olio

Il genero di Silvano Puhar, la figura principe dell’azienda Brist, è un architetto. Irlandese, ora parla anche croato, lingua difficilissima. Ha sposato la figlia di Silvano, che è una storica dell’arte, per formazione. L’amore per la terra in loro scorre fluido nel sangue, è amore autentico. Così la passione per l’olio, traspare da ogni minimo particolare. Sono loro ad aver concepito il piunto vendita inaugurato domenica 17 novembre a Dignano, una città consacrata all’olio. Andando a piedi, mi sono imbattuto in un frantoio in piena attività, e per strada tanti murales in alcuni dei quali vi compaiono anche riferimenti alla tradizione olivicola della città di Dignano.

Sono poco più di sei mila gli abitanti. In croato la coittà si chiama Vodnjan, ma è la comunità italiana a essere la storica interprete della cultura oliandola. Io mi trovo lì per partecipare alla nona edizione delle Giornate dell’olio di oliva novello. Una bella e partecipata manifestazione, nata con spirito di semplicità e divenuta un punto di riferimento per prendere consapevolezza della bontà degli oli istriani. Si scorge la passione pura, l’entusiasmo.

L’inaugurazione del punto vendita ci fa capire che un’azienda che vuole bene a se stessa, e alle proprie produzioni, non può rinunciare a ritagliarsi uno spazio di visibilità aperto al pubblico, entrando così nel vivo della città, aprendosi alla curiosità e al portafogli del consumatore.

Nel caso di Silvano Puhar, la concezione che ha del negozio è di rappresentare anche la propria identità, raccontando il proprio vissuto. Non è solo un luogo di vendita come tanti altri, ma anche un ricco e profondo tessuto di emozioni attraverso cui dialogare con il pubblico che frequenterà il negozio. La botega de l’oio, la chiamano così, nel dialetto istriano, che ricorda tanto quello veneto.

Al di là di questo esempio, la domanda che ci si pone in maniera spontanea è, infine, la seguente: ma quante sono le botteghe dell’olio – quelle aziendali, dico, non le oleoteche gestite da commercianti puri – sparse per il mondo?

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