Terra Nuda

Calabria olearia felix

Sono ottimista, sostiene il presidente dell'Unasco Luigi Canino. Partiamo da una situazione difficile, certo, ma non disperiamo. La realtà, almeno quella che ci appare oggi, si sta evolvendo in maniera virtuosa

L. C.

Calabria olearia felix

“La situazione attuale è di grande crisi”, è vero. Luigi Canino, calabrese, è alla guida dell’Unasco. Ha il polso della situazione, gli olivicoltori sono coloro che permettono al comparto oleario di esserci e lui ne interpreta bisogni e attese.

“Abbiamo vissuto una campagna olearia da incubo – e affermando ciò conferma lo stato di una realtà che ormai tutti conoscono – ma tale situazione di crisi – precisa – ha comunque favorito la conoscenza dell’olio calabrese, in particolare l’affermazione della cultivar Carolea”.

Gia, la Carolea. Sulla questione Igp olio di Calabria ci sono state grandi e feroci polemiche proprio sulla presenza preponderante della Carolea. Cosa è accaduto, chiediamo. “E’ successo che i campanili ci sono dappertutto, e così ci sono state forti tensioni, poi risolte. In sostanza in Calabria ci sono diverse cultivar. La Carolea – precisa – resta tuttavia la varietà predominante e con la quale si fa tra l’altro la maggiore qualità, anche perché si presta molto alla raccolta meccanica, favorendo la produzione in quantità e qualità di olio extra vergine di oliva”.

Abbiamo incontrato Canino nell’ambito di un tavolo di filiera a Roma e nella sua mente, oltre che nel suo cuore, pur essendo il presidente di una unione nazionale di produttori, sembra convergere verso la sua terra, la sua regione.

Non nega le problematiche storiche di un territorio noto per produrre ingenti quantità di olio lampante, ma è convinto che tutto sia cambiato. “Posso affermare – sostiene senza alcuna esitazione – che negli ultimi anni la tendenza si è invertita, il lampante era predominante un tempo, oggi è l’inverso”.

Non ha nemmeno alcuna esitazione nel riferire a chi o a cosa sia dovuta questa svolta della Calabria olearia. “Questa nuova tendenza – conclude – è dovuta all’associazionismo e al loro lavoro fatto con i tecnici”. E le aziende? “Le aziende – sostiene Canino – non sono autonome, ma oggi che la qualità sta premiando in molti si stanno convertendo”.

La foto di apertura è di Luigi Caricato

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