Terra Nuda

Duro attacco dei frantoiani Fioq: “Cambiano i governi, resta la medesima superficialità”

Viene ritenuta errata sia la metodologia per la quantificazione dei ristori, sia la procedura per i bandi di fornitura di derrate alimentari destinate agli indigenti. "La chiave di volta del rilancio del settore sta nei Contratti di Filiera seri", ha dichiarato il presidente Riccardo Guglielmi

Olio Officina

Duro attacco dei frantoiani Fioq: “Cambiano i governi, resta la medesima superficialità”

“Come Fioq – si legge in una nota stampa diffusa l’8 aprile dalla segreteria della sigla sindacale dei Frantoiani Italiani Olio di Qualità – esprimiamo l’insoddisfazione dei soci e degli operatori della filiera olivicola perché cambiano i Governi, ma si continua ad avere un atteggiamento di superficialità nei confronti delle istanze dei frantoiani. Critichiamo sia la metodologia per la quantificazione dei ristori, sia la procedura non corretta per strumenti comunque interessanti per il comparto, come i bandi per la fornitura di derrate alimentari destinate agli indigenti.”

È quanto ha affermato Riccardo Guglielmi, presidente della Fioq,nonché coordinatore nazionale del Dipartimenti Frantoiani d’Italia di Agrocepi, intervenuto sulle misure del Governo Draghi a sostegno delle imprese di trasformazione della filiera olivicola.

“Sicuramente la logica di dare ristoro ai frantoiani è corretta, ma i meccanismi per la quantificazione del sostegno per il nostro comparto è sbagliata perché gli effetti devastanti di questa pandemia per noi saranno tangibili ed evidenti solo a fine campagna olivicola, ovvero verso settembre-ottobre 2021. Questo perché la commercializzazione del prodotto si realizza nei dodici mesi successivi alla raccolta. Quindi, basarsi sul calo di fatturato nel corso dell’anno solare è sbagliato e rischia di danneggiare e penalizzare migliaia di imprese frantoiane”.

Guglielmi è intervenuto anche in merito alla procedura per l’appalto indetto da Agea per la fornitura di olio extra vergine di oliva 100% italiano destinato agli indigenti, con il Decreto Interministeriale 6 ottobre 2020.

Una fornitura che prevede un quantitativo minimo di 2.001.668,001 litri di olio extra vergine di oliva (100% da olive italiane) in confezioni da 1 litro, il cui corrispettivo è rappresentato da 11.009.174,00 di euro (oltre l’Iva e i rimborsi forfettari), assegnato dal decreto. Il criterio di aggiudicazione è secondo l’offerta economicamente più vantaggiosa, con ribassi sul prezzo massimo del prodotto quotato a 5,50 €/litro.

“In diverse occasioni avevamo chiesto all’allora ministro dell’Agricoltura Bellanova di cambiare le procedure. Siamo stati ascoltati sulla necessità di fare un appalto di gara soltanto di olio extra vergine di oliva 100% italiano, ma non siamo stati ascoltati sulla giusta quotazione da porre come massimale di gara sul quale operare il ribasso. Porre come base d’asta al ribasso una quotazione di 5,50 euro al litro significa avvantaggiare coloro i quali hanno stock importanti invenduti di olio dell’annata 2019-2020 e non del 2020-2021”.

È quanto ha sostenuto Guglielmi, che ha aggiunto: “Ci chiediamo se sia meglio, a questo punto, rinunciare sia ai ristori, sia alle aste al ribasso, perché entrambi gli strumenti, benché animati da una ratio positiva, potrebbero innescare dinamiche perverse portando a un deprezzamento del vero olio extra vergine di oliva 100% made in Italy che in annata di scarica ha un costo di produzione alto e che, spesso rimane invenduto nei sylos dei frantoiani. La chiave di volta del rilancio del settore sta nei Contratti di Filiera seri, così come è successo in Spagna con accordi tra il mondo della produzione e quello della grande distribuzione. Il nostro messaggio è semplice: per tutelare il made in Italy mai più prezzi al ribasso che arricchiscono solo furbi e speculatori”.

Fondata ad Andria, l’associazione nazionale dei Frantoiani Italiani Olio di Qualità rappresenta 30 imprese frantoiane con una capacità trasformativa di oltre 3 milioni di quintali di olive molite, ovvero il 15% del prodotto trasformato in Italia.

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