Terra Nuda

East 2014 Afripack

C’è da esserne orgogliosi. Le tecnologie italiane per lo sviluppo del settore agroalimentare sono state protagoniste in Africa. Si è voluto enfatizzare il concetto che lo sviluppo tecnologico e industriale non può consistere nell’importazione di impianti e know-how, ma richiede in parallelo la creazione di un’adeguata “cornice culturale”

Claudio Peri

East 2014 Afripack

Tutto si è svolto dal 9 al 12 settembre, al Kenyatta International Conference Centre di Nairobi. Si tratta della prima fiera internazionale in terra d’Africa delle Tecnologie Alimentari e del Packaging. E’ stata organizzata dalla Società Ipack-Ima di Milano ed è una importante iniziativa che si ripeterà con cadenza annuale, frutto di un accordo di collaborazione tra Ipack-Ima, la East Africa Community (EAC) – comprendente cinque Paesi africani (Kenya, Tanzania, Uganda, Ruanda e Burundi) – e UNIDO, l’agenzia delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale.

Vi hanno partecipato circa 150 aziende di 17 Paesi, ma con due rappresentanze prevalenti: l’Italia, con circa il 75% degli espositori; e gli Stati Uniti, con circa il 15%.

L’ambasciatore italiano Mauro Massoni ha sottolineato l’importanza dell’evento per il nostro Paese, offrendo ai protagonisti di East 2014 Afripack un ricevimento pieno di attenzione e di cordialità nella sua splendida residenza che si trova nel quartiere di Muthaiga di Nairobi.

La formula della fiera tradizionale ha avuto un importante elemento di innovazione – forse decisivo nel contesto africano – e cioè, accanto alla presentazione di tecnologie e impianti, un programma di carattere informativo, scientifico e tecnico.

Si è voluto enfatizzare il concetto che lo sviluppo tecnologico e industriale non può consistere per l’Africa soltanto nell’importare impianti e know-how, ma richiede in parallelo la creazione in loco di un’adeguata “cornice culturale” che va dalla formazione del personale, alla certificazione di prodotti e processi, all’adeguamento delle norme e dei sistemi di controllo ufficiali.

Con il pieno supporto di EAC e UNIDO e con il mio coordinamento scientifico, Ipack-Ima ha dato così vita a due iniziative:

– una Conferenza Internazionale su “Food Processing and Packaging Innovation for a Sustainable Development”: tre sessioni con 18 relazioni di esperti africani, italiani e americani provenienti sia dal mondo delle imprese che dall’Università sui temi dell’innovazione e della sostenibilità;

– un team di esperti organizzato con il nome di “Business & Technology Planning Team” che durante i tre giorni della fiera si è posto come occasione e luogo di discussione di progetti di sviluppo proposti da imprese e organizzazioni pubbliche. Le competenze messe a disposizione del team da organizzazioni africane e italiane riguardavano gli ambiti: Management Systems, Education and Training, Standards and Certification, Research and Development, Legislation and Official Control

Da questa serie di incontri ed eventi è emersa la possibilità che l’Italia sia protagonista di “progetti-modello” di sviluppo delle filiere agroalimentari nell’East Africa Community, fornendo non solo tecnologie ed impianti, ma anche un servizio per la messa a punto di adeguati sistemi di supporto scientifico, tecnico e professionale.

Perché questa proposta italiana è particolarmente credibile ed è stata particolarmente apprezzata?

Per almeno tre motivi:

a) l’Italia ha una leadership mondiale riconosciuta in alcuni settori chiave delle tecnologie alimentari: packaging, fruit and vegetables, cereals, beverages, milk and dairy;

b) le tecnologie italiane sono straordinariamente flessibili potendo adattarsi sia a produzioni artigianali che a produzioni industriali di grande scala;

c) nessuna industria ha un’esperienza comparabile a quella italiana nella traduzione-adattamento a processi industriali delle produzioni di cibi tradizionali.

L’idea che la presentazione di alcuni di questi “progetti modello” possa essere fatta alla grande Ipack-Ima 2015 a Milano (2500 espositori di tutto il mondo) e nel contesto di EXPO è sembrata molto attraente ai vari interlocutori politici sia africani che italiani.

Per una volta ed in un settore di evidente priorità per lo sviluppo dell’Africa, l’Italia si è mossa tempestivamente e con notevole, credibile autorevolezza. Le imprese italiane presenti ad East 2014 Afripack, in generale già coinvolte in scambi commerciali con diversi Paesi africani, hanno manifestato grande interesse e fiducia in questa manifestazione.

La foto di apertura è di Ipack-Ima

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