Terra Nuda

Frantoiani uniti su prezzo delle olive, dichiarazioni in fattura e apertura posticipata degli oleifici

“È giunto il momento – ha dichiarato il presidente Fioq Riccardo Guglielmi – che anche i produttori escano dalla logica che il frantoiano sia un commerciante che lucra sul loro lavoro. Non c'è la volontà di deprezzare il prodotto olivicolo italiano, né tanto meno l'intenzione di fare cartello”. Un documento è stato sottoscritto da tre organizzazioni di frantoiani - Fioq, Aifo e Afp – i cui presidenti sono tutti pugliesi

Olio Officina

Frantoiani uniti su prezzo delle olive, dichiarazioni in fattura e apertura posticipata degli oleifici

Una nota stampa diffusa venerdì 8 ottobre fa sapere che “per la prima volta tre associazioni di frantoiani prendono una posizione comune su aspetti importantissimi nella gestione della campagna olearia, a cominciare dalla quotazione delle olive”.

Il documento è frutto dell’incontro che si è tenuto in Puglia lo scorso 28 settembre presso oleificio San Nicola di Corato, dove si è svolta l’assemblea dell’organizzazione di frantoiani aderenti alla sigla Fioq [Frantoiani Italiani Olio di Qualità]. L’assemblea faceva perno sulla olivagione 2021, relativa dunque alla campagna olearia che ci darà l’olio nuovo.

All’assemblea Fioq sono stati invitati anche i presidenti di altre associazioni, Elia Pellegrino, di Aifo [Associazione Italiana Frantoiani Oleari], e Stefano Caroli, di Afp [Associazione Frantoiani di Puglia], i quali sono intervenuti in rappresentanza della propria base associativa.

Nel corso della riunione – si legge nella nota stampa – il dibattito si è focalizzato su due punti che appaiono “strategici per una sinergia dal carattere operativo e pragmatico tra le diverse associazioni che rappresentano le istanze dei frantoiani, per la prima volta sedute una di fronte all’altra in un’assise molto partecipata”.

Dagli interventi che si sono ascoltati “è emerso come la situazione del comparto sia talmente delicata e al contempo complessa che è ormai improcrastinabile una proficua collaborazione tra gli operatori e i loro rappresentanti”.

Con tali premesse, gli esponenti delle tre associazioni, guidati dal presidente del Fioq Riccardo Guglielmi, sono arrivati a una convergenza su tre punti: prezzo olive, Ddt e/o fattura, apertura posticipata.

Il prezzo delle olive

“Al fine di garantire il frantoiano da spiacevoli sorprese, è volontà dei frantoiani quella di definire il costo della materia prima “olive” solo dopo la frangitura, che sarà commisurato agli indici di resa e della qualità dell’olio ricavato”.

Documento di trasporto e/o fattura

“Alla luce delle nuove disposizioni, tali documenti devono contenere (oltre alla descrizione del prodotto di origine italiana) la descrizione delle cultivar”.

Apertura posticipata

“Dopo una riflessione sullo stato ad horas delle olive, si è ritenuto opportuno posticipare l’apertura. Si è giunti a questa conclusione perché la nuova campagna olivicola arriva dopo una stagione siccitosa che ha rallentato il processo di maturazione delle olive”.

Su questi punti le tre associazioni stanno ora cercando una condivisione piena, anche da parte di tutti gli operatori frantoiani: “il comparto – si legge – richiede una posizione univoca e salda da parte di tutte le organizzazioni che rappresentano le aziende”.

La dichiarazione di Riccardo Guglielmi, presidente Fioq

“È importantissimo chiarire un aspetto, onde evitare fraintendimenti: non c’è la volontà di deprezzare il prodotto olivicolo italiano, né tanto meno c’è l’intenzione di fare cartello. Anzi, l’esigenza di quotare le olive dopo la frangitura, commisurandolo in maniera proporzionale agli indici di resa e alla qualità dell’olio, serve a evitare che il mercato sia oggetto di speculazioni e, diciamolo pure, serve a scoraggiare i produttori che furbescamente, in taluni casi, in passato hanno fatto ricorso a sostanze chimiche al fine di alterare il colore naturale dell’oliva, allo scopo di deviare la percezione del frantoiano sullo stato di maturazione del prodotto. L’indice di resa può essere un parametro oggettivo cui ancorare la quotazione”, ha precisato Guglielmi.

“Tale indice può essere un meccanismo per premiare davvero la qualità. La posizione delle tre organizzazioni deve essere vista come un passaggio fondamentale per proteggere la filiera dalla longa manus di lobbies che non fanno altro che danneggiarla. La Fioq – insiste Guglielmi – (voglio ribadirlo ancora una volta) vuole difendere il vero made in Italy e l’aggettivo ‘vero’ non deve essere dato per scontato. È giunto il momento che anche i produttori escano dalla logica che il frantoiano sia un commerciante che lucra sul loro lavoro. Facciamo parte tutti della stessa filiera e se non facciamo squadra, altri la faranno al posto nostro facendoci la pelle e giocando sporco sul futuro delle nostre aziende, siano esse agricole o di trasformazione”.

In apertura, foto di Giorgio Sorcinelli, direttore della scuola di assaggio Olea

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