Terra Nuda

I Fratelli Turri a difesa dell’ambiente

Trasformare il nocciolino di sansa in combustibile. Con il risultato di ottenere una notevole riduzione del consumo di fonti fossili e del conseguente inquinamento, oltre a una riduzione anche dei costi correlati allo smaltimento dei "rifiuti" di produzione

Olio Officina

I Fratelli Turri a difesa dell’ambiente

Il frantoio dei Fratelli Turri a Cavaion Veronese, porta avanti la propria attività mantenendo una scrupolosa attenzione verso l’autenticità del prodotto e del territorio da più di sessant’anni. Così, al fine di ottimizzare il processo produttivo l’azienda veneta, celebre per i suoi extra vergini a marchio Dop Garda, ha deciso di installare una nuova caldaia a biomassa Viessmann Vitoflex 300, la quale permette di trasformare il nocciolino di sansa in combustibile. Il risultato? Una notevole riduzione del consumo di fonti fossili e del conseguente inquinamento.

La sansa, lo sanno bene gli addetti ai lavori, è un “sottoprodotto di scarto, così viene impropriamente definito, quando invece è un grande risorsa per le aziende. La sansa, dunque, che si ottiene dalla lavorazione delle olive, ciò che resta della parte solida residua, può essere utilizzata oltre che per ricavare l’olio che vi resta, o per ottenere dei mangimi per gli animali, anche come combustibile negli impianti a biomassa.

Ed è proprio a tal fine che i Turri hanno deciso di installare presso il proprio frantoio a Cavaion Veronese, una caldaia a biomassa a griglia mobile Viessmann Vitoflex 300 da 700kW, ad acqua calda, utilizzata per il riscaldamento degli ambienti di lavoro e del magazzino.

La caldaia a biomassa – si legge sul sito internet di Viessmann – è perfetta per l’utilizzo di scarti di produzione come lo è il nocciolino di sansa. Tale tipologia di combustione garantisce un contenimento degli inquinanti, nonché il rispetto delle normative vigenti in materia.

Proprio in relazione a tale intervento l’azienda dei Fratelli Turri ha potuto ridurre il consumo di fonti fossili e abbassare i livelli del conseguente inquinamento, convertendo i nocciolini di sansa da scarti di produzione a combustibile. Questa conversione ha influito positivamente anche sui costi correlati allo smaltimento dei “rifiuti” di produzione.

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