Terra Nuda

Il vivaismo targato Coripro si presenta

Il Consorzio per la certificazione volontaria delle piante di olivo, realtà già operante sotto altro nome fin dagli anni Settanta a Pescia, riunisce l’attività delle principali aziende vivaistiche specializzate nella produzione di piante di olivo

Olio Officina

Il vivaismo targato Coripro si presenta

Lo scorso 11 gennaio 2017 si è svolta Firenze presso la Sala Cutuli del Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati. Riportiano quanto presentato da Giuliano Incerpi.

L’olivicoltura italiana è da sempre all’avanguardia a livello mondiale. Il patrimonio olivicolo nazionale costituisce un eccezionale riferimento sia sotto il profilo produttivo, sia sotto il profilo storico e paesaggistico, che i nuovi piani di sviluppo agricolo intendono preservare e rilanciare, anche con l’introduzione di nuovi sistemi colturali.

L’olio extravergine di oliva italiano e soprattutto quello toscano hanno raggiunto punte di vera e propria eccellenza, soprattutto grazie alle decine di caratterizzazioni DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta).

In linea con Piano Olivicolo Nazionale, il PSR toscano intende valorizzare soprattutto le produzioni DOP, IGP, BIO, che, in costante aumento nelle quantità, rappresenta il massimo della qualità produttiva.

La valorizzazione della ricchezza varietale costituisce la base per il raggiungimento di questi obiettivi. La Toscana dispone di ben 80 cultivar autoctone, sulle 650 accessioni italiane.
La certificazione è la premessa indispensabile per la qualificazione e il recupero varietale e per la costituzione di una linea di prodotto garantito. Per le varietà toscane, la Regione Toscana ha da tempo intrapreso questa strada, fornendo una banca dati del germoplasma olivicolo autoctono con schede esaurientemente dettagliate. Per la certificazione, ha sostenuto il progetto nazionale Olviva e, in collaborazione con CNR-Ivalsa e CORIPRO, ha attivato il processo di certificazione in categoria Virus Esente delle principali varietà autoctone, le cui piante madri sono attualmente conservate presso l’Azienda di Santa Paolina (Follonica-GR) del CNR-Ivalsa, nella disponibilità esclusiva delle aziende vivaistiche associate al CORIPRO.

Oggi più che mai, origine e sanità delle piante sono elemento essenziale per opporsi alla minaccia della Xilella, fortunatamente confinata in una ristretta area del meridione. Le misure tempestivamente adottatate dalla Regione Toscana hanno consentito di dichiarare ufficialmente tutto il territorio regionale Xilella Free. Tutti i vivai associati al CORIPRO sono soggetti periodicamente al controllo da parte del Servizio Fitosanitario Regionale, che ne rilascia apposita certificazione.

In questi ultimi anni le varietà toscane stanno dimostrando di poter competere anche nella riqualificazione e modernizzazione degli impianti olivicoli. Grazie all’esperienza e alla ricerca applicata, diversi olivicoltori hanno ormai colmato il gap di produzione, mettendo a punto impianti “intensivi” e “superintensivi” con varietà locali, di pregio (ad esempio Leccio del Corno e Maurino), per un olio extravergine (“toscano”) di qualità superiore, che si aggiudica fior di riconoscimenti ai concorsi nazionali e internazionali.

Il CO.RI.PRO (Consorzio per la certificazione volontaria delle piante di olivo) è un consorzio volontario no-profit già operante sotto altro nome fin dagli anni settanta a Pescia. Riunisce l’attività delle principali aziende vivaistiche specializzate nella produzione di piante di olivo, che garantiscono oltre il 60% della produzione pesciatina. Collabora con i principali centri di ricerca e universitari toscani e nazionali che si occupano di olivicoltura: CNR-Ivalsa, Unifi, Crea-viv, Itas-Pescia. Partecipa attivamente a Piani Integrati di Filera e a progetti del PON (Piano Olivicolo Nazionale) e del PSR Toscano.

Nel comprensorio si producono piante di olivo fin dal 1700. Attualmente oltre un terzo della produzione italiana proviene da questa area. Il Consorzio nasce allo scopo di garantire l’identità varietale e la rispondenza fitosanitaria delle piante prodotte. I vivai del CO.RI.PRO aderiscono a un sistema di certificazione garantito dalla Regione Toscana e dal Ministero dell’Agricoltura. Il materiale per la propagazione deriva da piante madri selezionate da organismi pubblici, Università e Consiglio Nazionale delle Ricerche. Funzionari pubblici del Servizio Fitosanitario Regionale Toscano effettuano in vivaio il controllo delle attività e delle fasi di crescita.
Il fiore all’occhiello del Consorzio sono le cinque varietà internazionali (Frantoio, Leccino, Moraiolo, Maurino e Pendolino) che sono garantite Virus Esente, ovvero esenti da tutti i virus conosciuti dell’olivo.

Le etichette di garanzia vengono rilasciate alle aziende (comunque responsabili dell’autocertificazione) previo verifica dei requisiti sanitari e qualitativi.
A queste cinque, se ne stanno aggiungendo altre otto (Correggiolo, Grappolo, Leccio del corno, Olivastra seggianese, Rossellino cerretano, Piangente, San Francesco, Madremignola), caratteristiche dei DOP e IGP toscani, e altrettanto importanti per produrre olio extravergine di qualità.

Le piante madri di queste preziose varietà toscane sono attualmente conservate presso l’Azienda di Santa Paolina (Follonica-GR) del CNR-Ivalsa, nella disponibilità esclusiva delle aziende vivaistiche associate al CORIPRO.
La caratteristica Virus Esente è una garanzia della sanità della pianta, ma anche e soprattutto un valore collegato all’origine varietale e identitario. Determinante per chi intende mettere a dimora olivi sani e di origine e identità certa. Importante soprattutto per la produzione di olio toscano certificato (DOP, IGP, anche nelle caratteristiche bio, e monovarietale) e per chi accede alle nuove misure del Piano di Sviluppo Rurale, che in Toscana prevede una valutazione prioritaria (2 punti) per l’impiego di varietà toscane e con le caratteristiche Virus Esente nelle cinque varietà certificate: Frantoio, Leccino, Moraiolo, Maurino e Pendolino. 

Per questo, a ulteriore garanzia del prodotto, nel 2014 il CO.RI.PRO ha registrato anche un marchio, CORIPRO-OLIVI DI PESCIA, a cui è stato collegato un regolamento che impegna i vivaisti associati a garantire la tracciabilità delle piantine, in tutte le varietà allevate, compreso le Virus Free), attraverso un comune Registro delle piante madri conservate nelle singole aziende, livelli standard di produzione, altri elementi che comprovano il legame con l’ambiente. Con un logo dal forte significato: una pianta di olivo, che al posto delle fronde ha un impronta digitale.

OLIVI DI PESCIA NEL MONDO

A Pescia, da trecento anni si allevano olivi. Le cinque principali varietà internazionali che popolano il globo, nell’Olive Belt, provengono da questo triangolo d’oro, in un raggio di un paio di chilometri intorno al fiume, a pochi passi dal cuore della città. Sono le magnifiche cinque, frantoio, leccino, moraiolo, maurino e pendolino (il più adatto per l’impollinazione) che da sempre producono un olio d’oliva per palati sopraffini. Una parte consistente degli oltre trecento più importanti blend mondiali sono frutto della naturale fatica stagionale di queste cultivar. Dalla California all’Uruguay, dall’Australia al Cile, all’Argentina, alle terre dalmate, alla Spagna, alla Cina, se vuoi andare sul sicuro, leccino e frantoio, soprattutto, sono una garanzia.

Ma da Pescia, negli ultimi cento anni sono partiti olivi anche di varietà extraregionali e extranazionali. Oltre a tanto know how che ha creato nuova conoscenza in olivicoltura ovunque nel mondo.
Nelle aziende pesciatine si allevano circa 150 varietà, per circa tre milioni di piante l’anno, che per un terzo restano in Toscana, per un terzo – alle cinque magnifiche cultivar si abbinano anche varietà tipiche delle diverse regioni – vanno a popolare in gran parte il centro e il nord d’Italia, dalla Liguria (Taggiasca, soprattutto) al Piemonte, al Lombardo-Veneto (Casaliva, Grignan), al Friuli (Bianchera), e Emilia Romagna (Nostrana di Brisighella, Carbuncion, Ghiacciola), Umbria (Raja, San Felice, Tondellone, Agoia, Verzola), Marche (Ascolana, Raggiola, Carboncella, Rosciola, Piantone, Coroncina), Lazio (Rosciola, Carboncella, Canino, Tuscia, Itrana, Rotondella), Abruzzo (Dritta di Moscufo, Rustica, Olivastra), ma anche la Campania (Pisciottana, Minutella, Ravece, Carpellese), e infine la Puglia (con le classiche Ogliarola, Coratina, Nociara, Frangivento), la Calabria (Carolea, Ottobratica, Tondina), la Sicilia (Nocellara del Belice ed Etnea, Biancolilla, Tonda Iblea) e la Sardegna (Bosana in particolare).

L’altro terzo parte per destinazioni internazionali, per un mercato che impone scelte sempre più aggreganti e piante sempre più garantite e certificate. Per questo, nel tempo, la produzione classica pesciatina si è arricchita di varietà che hanno dimostrato buona resa, come – fra le tante – Picholine, Manzanilla, Grossa di Spagna, Bella di Spagna, Gordal sevillana, Uovo di Piccione, insieme a moderne accessioni mediterranee.

Tipico e praticamente esclusivo è l’olivo innestato “alla pesciatina”, metodo nato e sviluppatosi a Pescia, che interessa circa la metà della produzione. Un’equipe di tre “innestini” (meglio se “innestine”, che sono più abili) prepara e accudisce le piccole piantine di “selvatico” (si parte dal nocciolo, di solito nelle varietà canino o mignola).

L’altra metà della produzione si ottiene per autoradicazione, con soluzioni altamente tecnologiche, che velocizzano l’accrescimento e semplificano i processi. Due metodi completamente diversi, a cui se ne stanno aggiungendo altri ancora più moderni, in fase di verifica e consolidamento (propagazione in vitro, marcatura molecolare, DNA, Microchip) in collaborazione con Università toscane e nazionali e Centri di Ricerca (CNR-Ivalsa, Crea-viv/Itas Pescia).

LE VARIETA’ AUTOCTONE TOSCANE

Ottanta sono le cultivar di olea europaea che fanno parte del germoplasma toscano. Un patrimonio consistente rispetto al totale di cui dispone il nostro paese, l’Italia, che detiene più di un terzo del germoplasma mondiale. Una ricchezza infinita. Di queste ottanta, la maggior parte va ad arricchire il blend delle “magnifiche cinque”, dando corpo ai diversi disciplinari DOP (Chianti Classico, Terre di Siena, Lucca, Seggiano) e IGP, che si differenzia nei diversi territori (Seggiano, Colline Lucchesi, Colline della Lunigiana, Colline di Arezzo, Colline Senesi, Colline di Firenze, Montalbano, Monti Pisani). Sono decine, varietà tipicamente locali, fra cui l’Americano, l’Arancino, il Ciliegino, il Grappolo, il Gremignolo, la Grossolana, la Larcianese, il Lazzero, il Leccio del Corno, il Leccione, la Madonna dell’Impruneta, la Madremignola, il Marzio, il Melaiolo, il Mignolo, il Morchiaio, l’Olivastra Seggianese, il Pesciatino, il Piangente, il Punteruolo, il Razzaio, il Rossellino Cerretano, il Rossello, il San Francesco, il San Francesco, il Santa Caterina, la Scarlinese, il Tondello.
Aziende associate al CORIPRO sono attive nel progetto regionale “Coltivatori Custodi”, per la conservazione e il recupero delle varietà più rare.

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