Terra Nuda

Invito alla lettura: Il padrone dell’agricola, di Marcello Venturi

Olio Officina

Invito alla lettura: Il padrone dell’agricola, di Marcello Venturi

È di Marcello Venturi il libro che vi proponiamo in lettura questa settimana. Si intitola Il padrone dell’agricolaed è edito da Lindau nella collana Senza frontiere.

L’autore, toscano di Seravezza, paesino in provincia di Lucca, dove era nato nel 1925, ha pubblicato molti altri libri, diversi anche su temi agricoli, scrittore scomparso a Molare, in provincia di Alessandria, nel 2008.

Ecco, di seguito, quanto viene riportato nella quarta di copertina del libro.

Dirigere un’azienda non è un’impresa da poco, tanto più se si tratta di un’azienda agricola e di agricoltura non si sa nulla, e a maggior ragione se questo accade negli anni in cui le campagne si spopolano inesorabilmente. Ma proprio questa sfida tocca a Marcello Venturi dopo il matrimonio con Camilla Salvago Raggi, quando prende le redini della tenuta della moglie.

Uomo di impegno politico e di cultura, giornalista e scrittore, noto soprattutto per gli scritti sulla Resistenza e la guerra, il suo orizzonte deve ora aprirsi ai vasti spazi e alla storia secolare di una grande proprietà, a riti e usi di una comunità di mezzadri (i manenti) che se li sono tramandati da una generazione all’altra e che perdono terreno di fronte al dilagare dell’industria e della meccanizzazione.

All’inizio, dopo i molti anni trascorsi nel centro di Milano, lo infastidiscono persino il silenzio e la luce della campagna monferrina. Poi, però, spirito di osservazione, umanità e una salutare provvista di sense of humour offrono una via di uscita, sia pure provvisoria, e nutrono queste pagine, che diventano un acuto, divertito e a tratti malinconico referto di un mondo che rapidamente scompare.

Marcello Venturi ha scritto molti libri, i più noti dei quali ispirati alla guerra, nella linea del neorealismo: Dalla Sirte a casa mia (1952), Bandiera bianca a Cefalonia (1963), Gli anni e gli inganni (racconti, 1965).

Le opere successive affrontano invece situazioni legate ai problemi della cultura agricola italiana: da Terra di nessuno (1975) a Il padrone dell’agricoltura (1979, testo oggi riedito da Lindau con il titolo Il padrone dell’agricola), a Sconfitta sul campo (1982).

La vena ironica dell’autore prevale in Dalla parte sbagliata (1985), dove si raccontano le vicende di una persona perseguitata dalla sfortuna, mentre ne Il giorno e l’ora (1987) vi sono le fantasie del protagonista, un orologiaio, che divengono metafora del tempo «scaduto».

Sdraiati sulla linea (1991), inoltre, è un’arguta confessione autobiografica; e Tempo supplementare (2000) è invece un libro di memorie familiari, con ritratti di protagonisti della vita culturale italiana.

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