Terra Nuda

L’olio di oliva nel Regno Unito

Libri a tema, trasmissioni televisive, sale di degustazione, nelle cucine inglesi l’olio di oliva ha ormai il suo posto.

Mirko Bresciani

L’olio di oliva nel Regno Unito

Il quadro dipinto dal sito oliveoiltimes.com sull’utilizzo dell’olio di oliva sulle tavole inglesi è chiaro e parte da origini antropologiche affermando che l’Inghilterra, anche se non può vantare un clima ideale per la coltivazioni degli alberi da olivo, generando di conseguenza un avvicinamento storico a condimenti come burro o grasso, sta cambiando registro avvicinandosi all’olio di oliva e un ritorno ad abitudini passate ormai è alquanto difficile.

Dal 1990 al 2009 gli inglesi hanno aumentato a livello globale di un punto la loro percentuale di consumo di olio di oliva passando dal 1,9 al 2,9% e recenti programmi televisivi condotti da famosi chef come Nigella Laeson, Jamie Oliver o il transnazionale Gordon Ramsey, hanno ormai dato un indirizzo preciso sull’utilizzo dell’olio di oliva nelle cucine inglesi, così da fare diventare gli abitanti del Regno Unito consumatori consapevoli sdoganando l’olio di oliva da mero condimento a alleato prezioso in cucina.

E su questa onda – si continua a leggere su oliveoiltimes.com – stanno nascendo Club come il Noth Sagionale Fresh Olive Oil dove appassionati dell’olio di oliva sono alla continua ricerca dell’eccellenza senza compromessi, o di come ci sia un continuo proliferare di punti vendita sia virtuali che fisici, che danno la possibilità alle numerose famiglie britanniche di mettere giornalmente sulle loro tavole questo condimento dai connotati cosi mediterranei.

Ma nonostante questo successo in termini di consumo e l’interesse da parte dei mass-media, infatti, Giornali come il The Guardian o il The Independence sono sempre desiderosi ti stilare la classifica dei 10 oli migliori. Non esiste una adeguata élite culturale che si fa carico di insegnare ai britannici le caratteristiche dell’olio e su come apprezzarne le origini, le varietà e i complessi aromi che le diverse tipologie sanno dare.

Ma tra questi pochi – continua oliveoiltimes.com – alcuni pionieri che cercano di colmare l’interesse culturale si fanno notare, come Judy Ridgeway scrittrice oleologa con all’attivo quattro libri tra cui Best olive oil Buys – Round the world, sempre desiderosa di condurre sessioni di degustazione a Londra e a Brighton, o gli editori del The olive World Almanac, ormai assunto a bibbia per gli appassionati del settore che annualmente raccoglie note di degustazione, descrizione dei vari oli, ricette e altro ancora.

Di fronte a quanto detto si può affermare che le abitudini alimentari degli inglesi di 10 anni fa si sono modificate e uno degli attori di questo cambiamento è proprio l’olio di oliva, ma adesso sta anche ai paesi produttori fare in modo di creare sempre più qualità così da mantenere viva questa presa di coscienza.

Fonte www.oliveoiltimes.com

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