Terra Nuda

La vittoria di tappo

Chiamatela pure vittoria di Pirro. Leggendo le pubbliche dichiarazioni sembra che gli storici e irrissolti problemi con la ristorazione si risolvano in un battibaleno, introducendo il tappo antieffrazione. Basta la bacchetta magica di Colomba Mongiello, per contribuire alla grande svolta. A conti fatti, però, sono poche le bottiglie provviste della prevista chiusura

Luigi Caricato

La vittoria di tappo

Quando ho letto del grande successo dell’onorevole Colomba Mongiello, ho immaginato subito la scena. Avete presente quei maghi della letteratura per l’infanzia? Non appena recitano il rituale propiziatorio, tutto si sistema. E’ sufficiente l’agitarsi di una bacchetta magica.

Il risultato, per come è stato presentato, sembra essere di quelli epocali, che tutti ricorderanno, poco importa se si tratta solo di un successo per ora parziale, conseguenza del voto alla Camera dei Deputati, con l’approvazione dell’emendamento “salva olio”, introducendo l’obbligo per gli esercizi pubblici dell’utilizzo di bottiglie provviste di tappo anti riempimento (Leggi QUI).

Auguriamo alla deputata pugliese di gioire senza risparmiarsi nulla. Che si risolva un problema antico è una gran cosa, peccato però che nulla possano le leggi, per quanto sia immaginabile prevedere il massimo rigore nella loro apcazione, se prima non vi è stato un cambiamento di costume.

Sembra di scorgere la solita fretta, quella di chi punta sui risultati immediati – o, pegggio, su un effetto e una parvenza di risultato – optando così per la via breve di una corsia preferenziale, senza minimanente preoccuparsi di educare (in tal caso il fruitore professionale del prodotto olio da olive) ad assumere un atteggiamento diverso dal consueto.

Lo sappiamo tutti del malcostume imperante nell’ambito della ristorazione, una pessima abitudine difficile da risolvere, pur dopo decenni di insistita sollecitazione a farlo. Ristoratori e chef non fanno una bella figura, è evidente. Lo sappiamo tutti che in tanti rabboccavano le oliere e successivamente le bottiglie d’olio extra vergine di oliva, e ancora lo fanno senza alcuna pudicizia. Ma – io dico – può bastare una legge? E, soprattutto: può essere adeguata una legge (peraltro molto pasticciata, con tanti e troppi rattoppi) nel risolvere un problema così annoso con l’introduzione obbligatoria del tappo anti effrazione?

Non manca un’altra domanda da porsi, e non è certo di scarso rilievo: le aziende olearie, soprattutto quelle più piccole, sono davvero dotate di tale tappo, o debbono ancora procurarselo? Hanno già in magazzino le bottiglie e l’attrezzatura idonea per gestire tale novità? E aggiungo: sono in grado di farlo? E non solo, c’è da chiedersi: chi sopporterà tali costi di adeguamento?

E ancora, una questione per nulla secondaria: come reagiranno gli addetti alla ristorazione?

Sono tanti gli interrogativi che sorgono in maniera spontanea, al punto da far apparire tale vittoria una vera e propria vittoria di Pirro. E’ stata davvero una scelta saggia esultare? Ma soprattutto: chi ha voluto tale legge e che interessi vi sono dietro?

Se sia il caso di esultare o meno, come invece sta avvenendo, lo vedremo nei prossimi anni, se non già addirittura nei prossimi mesi. Io comunque già immagino cosa accadrà.

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