Terra Nuda

Luigi Caricato: il 4 dicembre occorre un atto di responsabilità, con un sì o un no alle riforme

Luigi Caricato

Il 4 dicembre non andrò a votare, perché non l’ho mai fatto. Non ho mai creduto nell’istituto del referendum, e terrò fede al mio convinto impegno nel disertare le urne. Per coerenza. La forma di democrazia diretta non mi ha mai convinto (nemmeno l’attività democratica esercitata da chi mi rappresenta attraverso il voto, per la verità, visti gli esiti di tanti decenni di mala politica, mi rende tranquillo).

Credo tuttavia che gli italiani abbiano una sola scelta da compiere, posti davanti a un bivio così estremo. Possono credere profondamente nelle riforme (anche sbagliate, purché si facciano; e d’altra parte tutto si può correggere e migliorare) o restare chiusi nella immobilità più estrema, e dire sempre no: per paura per viltà per ignoranza per meschinità per ingordigia di potere per stupidità per menefreghismo. Io sono per le riforme. Sempre. Ad ogni costo. Fatte da chiunque, anche dalle persone sbagliate e più inadatte, purché si reagisca in qualche modo al degrado progressivo nel quale stiamo precipitando. Poi, ciascuno faccia come ritiene più opportuno.

Sono fortemente convinto che lo stato di degrado che attraversa il Paese non sia solo ed espressamente il frutto di tanti pessimi politici che si sono succeduti nel corso degli anni, ma l’esito di un popolo che non ha mai saputo essere migliore dei rappresentanti istituzionali che di volta in volta ha scelto.

E’ troppo facile accusare i politici e non guardare mai se stessi, non tener conto delle proprie responsabilità individuali. Sono oltretutto stupito, ma non più di tanto, per l’ondata di violenza, esercitata attraverso il pubblico dileggio, verso coloro che hanno optato per il “sì” alle riforme.

Io non vado a votare, perché ritengo inutili i referendum, ma sono fortemente convinto – da persona libera quale sono, senza appartenenze, senza padroni – che il “sì” sia l’unica strada da percorrere. Tutto il resto, non lo trovo affatto edificante. Le motivazioni di chi dice “no”, le ritengo solo pretestuose, e, permettetemi di dirlo, le trovo anche assurde e incongruenti rispetto alla situazione tragica che stiamo vivendo. Ci vuole un atto di responsabilità. Il Paese sta affondando, qualora non ve ne foste ancora accorti

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