Terra Nuda

Prodotti certificati per il consumatore islamico: c’è mercato per olio, grano, lattiero-caseari e ortofrutta

Confagricoltura: Taranto si candida come hub euromediterraneo dell’agroalimentare. Se n’è parlato al convegno “Opportunità del mercato Halal per le produzioni agroalimentari italiane con il supporto del sistema logistico e della finanza”, che si è tenuto in Fiera del Levante a Bari

Olio Officina

Nota stampa di Massimo D’Onofrio. La Puglia può diventare una piattaforma logistica come Dubai e Taranto si candida come hub euro mediterraneo per i prodotti agroalimentari. Al centro il mercato Hahal, cioè prodotti “leciti” dal punto di vista della religione e della finanza islamica, che offre una possibilità interessante per dimensioni e percentuali di crescita a doppia cifra: 2 miliardi gli islamici nel mondo, 50 milioni in Europa, 1,5 milioni in Italia. Con un mercato potenziale mondiale che vale 700 miliardi di dollari, 70 per l’Europa e 5 miliardi l’anno solo in Italia.

Se n’è parlato al convegno “Opportunità del mercato Halal per le produzioni agroalimentari italiane con il supporto del sistema logistico e della finanza”, che si è tenuto in Fiera del Levante a Bari, all’interno del padiglione 110 della Regione Puglia. Assenti per impegni istituzionali i ministri Martina e Calenda, è toccato a Luca Lazzàro (presidente di Confagricoltura Taranto) indicare una prospettiva più ampia al tema: «I prodotti agroalimentari possono diventare un “ponte” economico e culturale verso il mondo islamico.

Oggi – ha detto – inauguriamo un dialogo che può aprire nuovi spazi al settore agroalimentare nazionale e in particolare a quello pugliese». C’è mercato, infatti, per olio d’oliva, prodotti del grano, lattiero-caseari e ortofrutta, ma anche spazi da sfruttare in direzione dei filoni farmaceutico, cosmetico e della moda. Naturalmente rispettando i rigidi disciplinari di produzione e confezionamento, lungo l’intera filiera, attraverso i quali è possibile ottenere le certificazioni internazionali che rendono questi prodotti esportabili nei Paesi di fede islamica. «La piattaforma logistica pugliese – ha sottolineato Lazzàro – ha delle caratteristiche uniche per divenire il trampolino di lancio dei nostri prodotti per via aerea, per mare e via terra. Da tarantino – e da pugliese – penso al porto di Taranto e all’aeroporto di Grottaglie come snodo cargo per inviare i nostri prodotti verso il Mediterraneo e oltre, nei Paesi del Medio Oriente e della Penisola Arabica, ma anche in direzione opposta verso il Nord Europa. In più, nel campo della ricerca e della formazione di personale specializzato, Taranto mette a disposizione la sua sede universitaria».

Sollecitazioni raccolte dal sindaco di Crispiano, Egidio Ippolito, che ha candidato la piattaforma logistica (già pronta) del suo Comune come fulcro del sistema assieme al porto e all’aeroporto di Taranto e, soprattutto, da Sharf Lorenzini presidente di Halal International Authority: «La Puglia ha tante carte da giocare grazie alla sua posizione geopolitica: è il punto d’incontro tra Europa e mondo islamico, compresa Turchia e Paesi Balcanici. La Puglia può essere trasformata in centro logistico e commerciale di tutti i prodotti Hahal che viaggiano dall’Europa verso i mercati islamici sparsi intorno a noi e viceversa». Con effetti positivi, secondo Lorenzini, capaci di generare «un enorme ritorno in termini di prestigio e attrazione d’investimenti che può permettere alla Puglia di diventare una Dubai2, il polo che oggi è un grande Halal hub per Paesi che importano circa il 70 per cento del loro fabbisogno di prodotti e servizi». «Le grandi multinazionali – ha sottolineato Lorenzini – sono già pronte con sedi commerciali e produttive per sfruttare questa occasione. Oggi i prodotti vanno dall’Italia e dalla Puglia a Rotterdam e Londra e da qui in Medio Oriente: l’opportunità da cogliere è rimettere al centro la Puglia».

Il rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio, ha quindi parlato dell’importanza dei «modelli performativi di logistica», siglando poi una convenzione con l’Authority di certificazione Hahal rappresentata da Sharif e allargando lo scenario «alle opportunità di studio e formazione per i nostri giovani», alla necessità di «proiettare l’Università verso una dimensione internazionale»: «Poter offrire queste certificazioni – ha aggiunto – significa aprire nuovi mercati, ospitare turisti, trovare spazi ai nostri prodotti».
Una prospettiva, però, da costruire in un’ottica di sistema. In tal senso l’adesione della Regione Puglia, al tavolo con Giovanna Genchi responsabile settore internazionalizzazione, e di Alessandro Ambrosi (presidente della Camera di Commercio di Bari) può essere la garanzia giusta per la buona riuscita del progetto Hahal: «Stiamo già pensando – ha concluso Ambrosi – ad una fiera Hahal per le aziende certificate e i buyer di tutto il mondo: non è un sogno, si può fare».

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