Terra Nuda

Quando l’oliveto si trasforma in albergo diffuso

Chi avrebbe mai pensato a un luogo di ospitalità temporaneo e biodegradabile collocato tra gli olivi? Eppure questa estate è stato possibile. L’esperienza dei giovani salentini coordinati dal progetto Lua, Laboratori urbani aperti, in una galleria immagini

Olio Officina

Quando l’oliveto si trasforma in albergo diffuso

Quando le idee smuovono il mondo, è il caso di dire. Questa estate i giovani promotori dell’iniziativa “Nidificare i Paduli” hanno dato luogo a un albergo temporaneo, biodegradabile e diffuso, dove hanno potuto accogliere studenti, cicloturisti, visitatori, fornendo spazi comuni destinati ad attività aperte al pubblico. L’albergo è stato realizzato all’interno di un parco agricolo in cui si è pouto circolare a piedi, in bicicletta o a cavallo, praticando da un lato un’agricoltura sostenibile e dall’altro privilegiando la produzione e il consumo locale, facendo in modo di dar corpo a inziiative anche a scopi didattici e ricreativi.

L’iniziativa – di cui scriveremo più avanti nel dettaglio – è incentrata sulla sostenibilità del’abitare sostenibile, nato all’interno del progetto “abitare i Paduli” del Laboratorio Urbano delle Terre di Mezzo, Salento Puglia, volto a raccogliere contributi per la realizzazione e sperimentazione di una delle linee guida individuate dal Programma Integrato di Rigenerazione Territoriale, documento urbanistico nato dalla partecipazione attiva dei cittadini insieme alle amministrazioni comunali di San Cassiano, Botrugno, Supersano, Scorrano, Maglie, Muro Leccese, Nociglia, Surano, Sanarica e Giuggianello in provincia di Lecce.

Il workshop è finanziato dall’Assessorato Regionale alle Politiche Giovanili, nell’ambito del progetto Laboratori Urbani, “Bollenti Spiriti”, allo scopo di attivare processi di coinvolgimento e sperimentazione di buone pratiche attinenti l’agricoltura e il turismo sostenibile, mediante l’azione creativa delle fasce Giovanili nell’ottica di una valorizzazione e sviluppo di un territorio, che pur avendo un alto valore paesaggistico, agricolo e culturale, oggi è interessato da un fenomeno di lento degrado e abbandono.

Consapevoli dell’elevato potenziale che una simile occasione rappresenta per i comuni dei Paduli, gli attori presenti sul territorio hanno deciso di innescare un processo virtuoso, coinvolgendo professionalità ed eccellenze esterne, per configurare una progettazione sostenibile in ogni sua accezione.

A coordinare tale processo è il Lua, il Laboratorio Urbano Aperto, l’ente gestore dei laboratori urbani delle Terre di mezzo che lo ha promosso e coordinato a partire dal 2003.

L’iniziativa è sostenuta dai gruppi di giovani professionisti locali, costituiti in associazioni che attraverso i Laboratori Urbani dei “Bollenti Spiriti” dei cinque Comuni (San Cassiano-laboratorio mobilità dolce, Botrugno-laboratorio albergo diffuso, Nociglia-laboratorio agricolo, Surano-laboraotorio enogastronomico, Giuggianello-laboratorio percorsi culturali) hanno partecipato alla realizzazione e messa in servizio dei due prototipi di alloggio biodegradabile.

“Lovo” e “Nido dei Paduli”, rispettivamente primo e secondo classificato del concorso “Nidificare i Paduli”, che si è concluso a giugno, cui hanno partecipato 38 diversi progetti in arrivo da tutta Italia e dall’estero.

I due rifugi sono stati realizzati all’interno dell’Uliveto Pubblico, da un gruppo composto da progettisti e partecipanti al workshop, con la guida di due tutor esperti in autocostruzione. Le sfide principali del progetto sono state da una parte mantenere il carattere puro della biodegradabilità del nido mediante il riutilizzo del materiale di risulta dell’agricoltura come la canna comune (Arundo Donax), utilizzata per realizzare il Nido dei Paduli.

Dall’altra il riuso degli strumenti in arrivo dall’attività agricola, come le reti destinate alla raccolta delle olive, impiegate invece nel progetto Lovo.

Quest’ultima ricerca è nata dalla volontà di mettere in evidenza il carattere stagionale e multifunzionale dell’agricoltura: le reti che compongono questo suggestivo rifugio, che sembra pensato per la contemplazione del parco, quando l’uliveto riposa, vengono infatti utilizzate da ottobre a dicembre per la raccolta pubblica di olive nell’ambito del progetto “Lampa!”.

Il carattere multifunzionale dei due rifugi temporanei assume una dimensione più profonda non solo nell’ottica del turismo sostenibile, ma diventa l’occasione in cui la pratica artistica e la ricerca architettonica sono a servizio del paesaggio.

Si ringraziano Mauro, Yuri, Valentina, Gaetano, Marco, Alessandra, Giorgio, Francesco e tutti gli altri giovani del progetto Lua per la gentile collaborazione

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