Terra Nuda

Ricordando Pasquale Moscarelli

Può un capocontadino, nato e vissuto in Basilicata, lasciare un segno importante nella formazione delle tante persone con le quali è venuto a contatto, pur non essendo stato un intettellettuale? La sua scomparsa, all'età di quasi centunanni, ci fa capire quanto il suo apporto sia stato fondamentale. Protagonista nelle lotte per la riforma dei contratti agrari, con le sue battaglie ha reso migliori le condizioni di vita nelle campagne

Olio Officina

Ricordando Pasquale Moscarelli

“Mi è appena giunta la triste notizia che Pasquale Moscarelli ci ha lasciati”, così scrive Alfonso Pascale sul proprio profilo facebook, con grande dispiacere e dolore per la morte di uno tra i protagonisti più significativi del mondo contadino italiano.

Qualcuno potrà dire, d’accordo, la morte a una certa età va tenuta in conto. Certo, ma dietro questa scomparsa, c’è soprattutto un periodo storico che se ne va, nutrito da tante conquiste sociali, che oggi, a valutarle a distanza di tempo, appaiono scontate, ma un tempo erano costate tanti sacrifici e sofferenze.

“Aveva compiuto cento anni nel settembre scorso”, scrive Pascale. “Una figura esemplare di contadino e di militante comunista che ha vissuto gran parte del Novecento con profonda consapevolezza delle trasformazioni che avvenivano in modo tumultuoso intorno a lui. Ha attraversato incuriosito la modernità, l’ha saputa anche apprezzare, cogliendone i limiti e gli aspetti positivi e per certi versi anticipandoli, ma sempre rimanendo fedele alle sue radici, ai suoi valori. A lui devo molto del mio attaccamento al mondo delle campagne”. E Alfonso Pascale conclude con un caloroso “Grazie Pasquale”.

Alfonso Pascale, lucano anch’egli, seppure viva ormai da lungo tempo a Roma, aveva scritto un articolo dedicato a Moscarelli, che potete leggere QUI.

In questo articolo, che vi invitaimo caldamente a leggere (o rileggere), Pascale scrive: “È stato un capocontadino amato e rispettato, che organizzava le lotte per la riforma dei contratti agrari e per migliorare le condizioni di vita nelle campagne del Potentino. Consigliere comunale di Tito dal 1975 al 1985, ha svolto un ruolo di primo piano in un periodo di convulsi cambiamenti con piglio riformista e un approccio anticonformista da apparire quasi un eretico”.

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