Terra Nuda

Truffe sull’olio, imbarazzo Aifo

C’è chi ha manifestato una più che comprensibile indignazione per il recente scandalo conclusosi con 16 ordinanze di custodia cautelare e altrettanti sequestri. C’è molta amarezza in giro, soprattutto per il modo con cui è stata gestita la notizia. Si insinuano dubbi. In molti si chiedono se corrisponda al vero l’arresto di un consigliere Aifo-Associazione italiana frantoiani oleari

Luigi Caricato

Truffe sull’olio, imbarazzo Aifo

Ne abbiamo scritto con grande dolore, ma d’altra parte non potevamo tacere la notizia. Ne hanno parlato e scritto tutti – anche a sproposito, come avviene al solito in certi casi. Chi non ha letto il mio commento, può farlo QUI.

Olio Officina Magazine ha sempre portato alla luce solo gli aspetti positivi, legati al mondo dell’olio. D’altra parte è un progetto nato per dare corpo e sostanza proprio a questo nobile fine: creare valori positivi, educare a un consumo consapevole, sensibilizzare sul piano culturale sia gli operatori del settore, sia i fruitori professionali del prodotto, sia gli stessi consumatori.
Non è facile, in tempi in cui si gettano solo indistinte ombre sinistre sul comparto, recando terribili danni alla buona immagine del prodotto.

Eppure c’è chi preferisce di gran lunga ingigantire ed esacerbare le gravi questioni che pur afflligono un settore difficile, complesso, e soprattutto molto contraddittorio e antitetico. Molti, paradossalmente, si sentono santi e puri, e così, per diletto o superficialità, trovano ovunque un nemico, immaginario o reale che sia poco importa, contro cui scagliarsi. Ma non è con tale atteggiamento che si fa il bene del comparto e del prodotto. Il risultato dell’ultimo scandalo appena emerso, sta creando una situazione di forte disagio, anche perché tutti si sentono vittime – e molte di esse lo sono, in fondo.

In questi giorni mi hanno telefonato assessori, presidenti o direttori di cooperative, imprenditori titolari di aziende agricole, manifestando esasperazione – anche perché i modi con cui è rimbalzata la notizia ha creato i soliti corti circuiti. Colpire nel mucchio è diventata una moda, ma danneggia tutti: c’è, purtroppo, una gestione della comunicazione penosamente fallimentare. Tant’è che diverse realtà commerciali si sono allarmate, non si fidano più e chiedono conto alle aziende fornitrici. Anche il mondo della ristorazione, attraverso il presidente di Fipe-Confcommercio Lino Enrico Stoppani, il quale ha puntato il dito contro i produttori. Lanciando una dura (e un po’ arrogante) stoccata: “Se il prodotto è contraffatto o sofisticato all’origine il ristoratore non può verificarlo, quindi subisce una truffa di alto valore, eppure si sta tentando di imporgli per legge di servire l’olio a tavola in contenitori anti-rabbocco, pena multe salatissime. Se questa norma passasse, al danno si aggiungerebbe la beffa”.

In tutto ciò – come appare evidente – c’è il disagio che si prova quando si resta amareggiati dai grandi dubbi che ci tormentano. I nomi delle persone coinvolte sono stati resi pubblici, e alcuni giornali li hanno riportati, ma noi ci sottraiamo a questa logica perversa. Chiediamo solo rassicurazioni e un clima più sereno. Quel che ha spiazzato, in quest’ultima vicenda, è che gli arrestati sono persone conosciute da chi frequenta il comparto nelle due regioni coinvolte: Puglia e Calabria. Ci ha tuttavia sorpreso – dobbiamo pur dirlo – come i frantoiani a capo di Aifo abbiano affrontato la vicenda, visto che nella lista degli arrestati vi è anche uno di loro: non un semplice socio, ma un consigliere.

Il sito dell’Aifo è diventato inaccessibile in questi giorni, sicuramente per un restauro interno, è evidente; e così l’Associazione italiana frantoiani oleari non ha ancora chiarito a fondo la questione. Ed è un grande peccato, anche perché in certi casi è bene sempre esprimere la massima trasparenza, rassicurando gli interlocutori, senza ingenerare equivoci.

Così, a leggere le dichiarazioni riportate sul diario pubblico (telematico) del direttore di Aifo, l’artigiano Giampaolo Sodano, si scopre la profonda convinzione per questa battaglia, pur se non si accenna minimamente al loro consigliere Aifo arrestato. E’ vero, non è vero? Il nome c’è.
“Questa vicenda – scrive Sodano – è emblematica e conferma quanto sia stata giusta la battaglia dei frantoiani dell’Aifo a sostegno della scelta fatta dal Parlamento di adottare norme più rigorose e sanzioni più severe a tutela di un prodotto identitario come l’olio d’oliva”.

Sodano poi entra nel vivo della questione: “La quantità, la tipologia e i soggetti produttori dell’olio sequestrato e la qualità dei reati commessi rendono l’inchiesta di Andria particolarmente delicata non solo sotto il profilo giudiziario, ma anche dal punto di vista della difesa del vero olio italiano i cui unici ed esclusivi produttori sono i frantoi oleari che operano in maniera trasparente e la difesa del diritto dei consumatori per una informazione chiara ed esaustiva di ciò che comprano. Per queste ragioni auspichiamo che le indagini vadano avanti e in profondità per far conoscere all’opinione pubblica chi ha acquistato e commercializzato e dove gli oli oggetto della truffa”.

E’ una bella dichiarazione, condivisibilissima, ed è proprio per questo motivo che stupisce che tali affermazioni vengano rese ignorando del tutto la terribile realtà, il fatto, non trascurabile, del coinvolgimento non di un loro socio, ma proprio di un consigliere. Non indagato, ma arrestato. Non c’è da scandalizzarsi, sia ben chiaro: noi siamo più che convinti che sicuramente l’imprenditore in questione avrà modo di chiarire.
Cavalcare la linea dura è una scelta legittima, tra le tante possibili, ma il fatto di essere giustizialisti imporrebbe, proprio in virtù della delicatezza della questione, che si affronti con la medesima baldanza, e senza alcuna esitazione o imbarazzo, la vicenda interna. Non con il silenzio, ma chiarendo, specificando le ragioni di quanto è accaduto, tanto più per via del delicato ruolo che l’imprenditore arrestato ricopre in qualità di consigliere.

Coraggio, dunque. Il mondo dell’olio ha bisogno di ripartire da una filiera unita e coesa, quanto nel contempo trasparente e fedele ai sani principi che proprio una materia prima pura come l’olio (quando lo è) ispira.

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L’immagine di apertura è una foto di Luigi Caricato che ritrae un’opera dell’artista Bruce Nauman esposta al MoMa di New York

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