Terra Nuda

Una “grave” contraddizione

In Liguria, un albergo rinomato propone come souvenir una bottiglia di vino. L’etichetta rappresenta l’amena località turistica ma… non è tutto oro quel che luccica

Ilaria Santomanco

Una “grave” contraddizione

Sestri Levante nei giorni scorsi si è vestita a festa per accogliere la nuova edizione di Mare&Mosto, la manifestazione annuale dedicata alla produzione vinicola della Liguria. Per la città sono stati affissi cartelloni pubblicitari, distribuiti dépliant, sui principali quotidiani sono apparsi articoli a tema, e i ristoranti hanno predisposto menu tipici per allietare i palati affaticati dei visitatori. Tutti, o quasi, si sono impegnati per dare lustro all’evento, che punta i riflettori sul patrimonio enologico regionale, di qualità crescente anno dopo anno.
Stona dunque ancor di più quanto è capitato in un noto hotel della cittadina. Arrivata in camera, dopo aver ammirato uno scorcio di mare dal terrazzino, osservo incuriosita la bottiglia di vino che campeggia sul tavolo insieme a due calici, proposta all’acquisto per poco più di venti euro. Tolto il collarino, l’etichetta mostra le due baie di Sestri tratteggiate in maniera stilizzata. Un bel ricordo per riportare a casa un po’ della magia di questa splendida località, è il primo pensiero.

La sorpresa arriva voltando la bottiglia per leggere la retroetichetta, dove gli occhi incespicano sulla scritta “Friuli Doc Grave – Refosco dal peduncolo rosso”. Ma come, perdincibacco, nella terra del Pigato, dell’Albarola, dell’Ormeasco e del Rossese, per citare solo alcuni dei vini peculiari di questa terra, da vitigni che hanno dimora soltanto in questi vigneti, un albergo propone un vino – ottimo, per carità – di una regione che non ha certo bisogno di pubblicità?
Che cosa dovrebbe pensare il cliente? Se arriva da terre lontane, magari non conosce l’esatta ubicazione del Friuli, è pur sempre nel Nord Italia, e tornato in patria allestirà una grigliata di carne per stappare questo vino, raccontando ai commensali la bellezza della Liguria (nella speranza che nessuno abbia l’ardire di cercare sul proprio smartphone una cartina della Penisola).

Un italiano, invece, immagina uno scherzo, ma il mese di aprile è già terminato. Oppure nella sua mente si insinua il dubbio di essere ingannato. Del resto, allo stesso modo apparirebbe fuori luogo trovare in Sicilia un’immagine dell’Etna fumante in bella vista su una bottiglia Montefalco Sagrantino, o le torri di San Gimignano a reclamizzare un Valpolicella.
Saremo pure in piena globalizzazione, ma nel mondo della ristorazione e dell’accoglienza non sono ammessi simili autogol.

Le foto sono di Ilaria Santomanco

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