Terra Nuda

Xylella, abbattimento olivi: solidarietà di Cantine Due Palme a Tormaresca

Per il presidente Angelo Maci "la soluzione non può essere la morte". Ciò che proccupa è "l’assenza delle istituzioni nel controllo"

Olio Officina

Xylella, abbattimento olivi: solidarietà di Cantine Due Palme a Tormaresca

Monica Caradonna ci trasmette il pensiero del presidente di cantine Due Palme Angelo Maci. È dunque bastato qualche mezzo cingolato per schiacciare la storia. Sono serviti due gesti secchi, freddi di una macchina per mortificare l’identità del Salento. È stata sufficiente l’assenza delle istituzioni per cancellare secoli e radici, vite e sacrifici, segni identitari di una tradizione che ogni salentino porta nel proprio sangue.

Leggere della barbarie cui i colleghi di Tormaresca sono stati costretti apre una ferita, una breccia in ciascuno di noi che sin da bambino considera ogni ulivo come elemento fondante della propria cultura familiare.

A nome mio personale e di tutti i soci di Cantine Due Palme esprimo solidarietà agli amici e colleghi di Tormaresca, colpiti da una iattura incalcolabile soprattutto in termini emozionali.

A questo punto mi domando e chiedo alle istituzioni locali e scientifiche destinate al controllo cosa abbiano fatto in questi anni per garantire la sicurezza del nostro patrimonio ambientale e culturale. Il problema della xylella, per ciò che leggiamo ormai da mesi sulla stampa, è un cancro noto da almeno tre anni. Oggi giungono nella nostra terra i burocratici del taglio che ordinano di cancellare una storia, che colpevolizzano chi su quegli ulivi sale per difenderli senza che ad oggi nessuno si sia ancora assunto la responsabilità per lo scempio ambientale che si sta perpetrando.

Oggi noi tutti siamo sconcertati, ma siamo ancor più preoccupati per la totale assenza di sicurezza e di certezze.

La soluzione non può essere la morte. La soluzione deve passare da un confronto e dal costante controllo e se necessario anche dall’imposizione di dinamiche di prevenzione e tutela. Oggi viene meno il concetto sacro della democrazia. Il Salento soffre perché è solo in una bagarre che ormai ha assunto i soli toni della burocrazia e che sta perdendo di vista la portata di un patrimonio ambientale, culturale e storico che sta diventando boomerang negativo anche per tutti gli sforzi che questa terra sta facendo in termini di marketing territoriale.

Nessuna forma di risarcimento economico potrà dare reale sollievo ai danni che si stanno creando in questi mesi, ma purtroppo forse l’ombra degli affari in questa vicenda si sposa con quella della fredda burocrazia che arriva e falcidia gli alberi e la nostra storia.

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