Terra Nuda

Una finestra sui due Mondi, quando la cultura è patrimonio di tutti

Nasce alla fine degli anni ‘50 il sodalizio tra la famiglia Monini e Giancarlo Menotti, il grande maestro e compositore a cui Spoleto deve una fama internazionale, legata al Festival dei Due Mondi, ancora oggi la più importante iniziativa culturale della città. Occorre crederci, perché l’investimento nella cultura si ripaga facendo crescere la “cultura del territorio”. Al 59° Festival di Spoleto, è Alba Rohrwacher ad aver ricevuto il Premio Monini. Il premio speciale è stato invece consegnato alla giovane mezzo soprano italo-canadese Emily D'Angelo

Olio Officina

Una finestra sui due Mondi, quando la cultura è patrimonio di tutti

Alla edizione numero 59 del Festival di Spoleto, è stata Alba Rohrwacher ad aver ricevuto il Premio Monini dalle mani di Maria Flora e Zefferino Monini, quale riconoscimento alla straordinaria carriera che in soli dodici anni l’ha portata tra i protagonisti del cast di ben 35 film, tra cui Hungry Hearts, ruolo per il quale è stata premiata come miglior attrice alla Mostra del cinema di Venezia del 2014.

Il Premio speciale è stato invece consegnato alla giovane mezzo soprano italo-canadese Emily D’Angelo, la cui presenza a Spoleto tra i protagonisti de Le Nozze di Figaro segna il suo debutto in Europa e precede il suo ingresso alla Canadian Opera Company che la attende nei prossimi mesi.

Si tratta di un sodalizio di quelli storici, quello tra la famiglia Monini e l’evento ideato dal maestro Giancarlo Menotti. Un sodalizio ormai consolidato, visto che sin da subito la nota azienda olearia spoletina ha appoggiato il progetto del festival dei Due Mondi, assicurando così una costante sponsorizzazione. Il coinvolgimento tra le due realtà diviene totale quasi mezzo secolo dopo, alla scomparsa di Menotti, nel 2007.

L’iniziativa versava in cattive acque, la celebre casa del maestro (affacciata su piazza del Duomo, luogo dove si tengono gli spettacoli più prestigiosi) va in asta, ed è la Monini, attraverso la Holding di famiglia, ad acquistarla, con l’obiettivo di renderla sede di un centro di documentazione dedicato alla storia della manifestazione, in cui raccogliere documenti, carteggi, foto, video, bozzetti, copioni e partiture a essa collegate, dopo un imponente lavoro di digitalizzazione tuttora in corso.

Nel 2011 nasce ufficialmente il Centro di documentazione del Festival dei Due Mondi, ospitato a Casa Menotti, un affascinante viaggio nel tempo, alla scoperta del Festival, del suo fondatore e della kermesse che da otto anni viene diretta egregiamente da Giorgio Ferrara. Aperto tutti i giorni gratuitamente al pubblico durante il Festival e nei week end durante tutto l’anno, vi sono conservate e consultabili con un semplice tocco su uno schermo touch screen più di 130 mila file tra foto, quelle del “paparazzo” del Festival, Lionello Fabbri, e dei fotografi Mariano e Rosella de Furia, Linda e Piero Gasparri, video degli spettacoli dal 1958 ad oggi e i video storici provenienti dall’Archivio Cinecittà Luce e documenti cartacei, souvenir e i manifesti del Festival.

E’ inoltre possibile vedere da vicino il pianoforte su cui il maestro Menotti componeva, illuminato da una luce teatrale; i leggii multimediali attraverso cui è possibile accedere a spartiti, brani e immagini che ripercorrono la vita del compositore, un innovativo e spettacolare libro multimediale che consente di “sfogliare” letteralmente tutta la storia del Festival dal 1958 ad oggi, 59 anni di vita.

Il pubblico ha anche la possibilità di affacciarsi da quella stessa finestra da cui il Maestro era solito salutare il suo pubblico, gesto che ha ispirato il Premio Monini “Una Finestra sui Due Mondi” che a partire dal 2010 ha visto premiare i più grandi artisti internazionali presenti a Spoleto per il Festival: nel 2015 è stata la volta di Juliette Gréco, l’anno prima di Tim Robbins, e prima di lui John Malkovich, Adriana Kucerova, Adriana Asti, Claudio Santamaria, Mikhail Baryshnikov, Thomas Copeland, Willem Dafoe e Matthew Aucoin.

A tal proposito Maria Flora Monini – responsabile comunicazione dell’omonima azienda, nonché presidente della Fondazione Monini – sostiene di come sia “convinta che per un imprenditore che vive oggi in un Paese come l’Italia, esista il dovere morale di contribuire alla preservazione e diffusione di quello che è un patrimonio culturale immenso, fondamentale risorsa economica per la nostra nazione, soprattutto in un momento difficile come quello che stiamo vivendo. Per questo motivo il mecenatismo d’impresa rappresenta un’importante occasione di mutuo sviluppo tra azienda e territorio: mantenere un legame profondo con l’ambiente in cui un’azienda è nata e cresciuta credo sia ormai una necessità. Lo è ancora di più per noi, che operiamo in un territorio ricco di cultura e tradizione e nel settore delle eccellenze agroalimentari, parte integrante del patrimonio italiano esattamente come i monumenti, la pittura e la musica”.

“In particolare – prosegue Maria Flora Monini – essere nati a Spoleto, una città che ha vissuto e vive il grande fermento d’idee attorno al Festival dei Due Mondi, ha sempre dato a me e alla mia famiglia tanti stimoli e motivi in più per cercare di contribuire al continuo sviluppo della cultura sul territorio. La tappa più significativa degli ultimi anni è legata proprio al meraviglioso appuntamento del Festival dei Due Mondi, di cui la mia famiglia è tra i sostenitori fin dalla sua nascita, 59 anni fa. Sto parlando dell’acquisizione del palazzetto medievale di Piazza Duomo, appartenuto al Maestro Menotti, attraverso la ZeFlor, nostra holding di famiglia, fortemente voluta da mio fratello Zefferino e da me”.

Si tratta di un intervento iniziato nel 2009, con l’urgenza di preservare un luogo e una raccolta di documenti sul Festival dei Due Mondi e sulla vita del suo fondatore che rischiavano di andare perduti. L’intervento della Fondazione Monini ha trasformato nel 2011 Casa Menotti nel Centro di Documentazione del Festival che accoglie gratuitamente visitatori e studiosi di tutto il mondo. Qui sono conservate oggi inestimabili testimonianze fruibili attraverso i più avanzati supporti multimediali grazie al costante lavoro di recupero, catalogazione e digitalizzazione. In questo modo il Festival continuerà’ ad essere un patrimonio culturale accessibile a tutti. A Spoleto, Monini è anche sponsor del Teatro Lirico Sperimentale, del Festival Pianistico, della Settimana Internazionale della Danza, del Spoleto Study Abroad e del Museo di Arte Moderna e Contemporanea.

“Proprio perché ritengo che la cultura sia un elemento imprescindibile per la crescita e la maturità di ognuno di noi – prosegue Maria Flora Monini – sono particolarmente sensibile a tutte le attività e progetti che permettono ai giovani di avvicinarvisi. Un esempio, avviato con la Fondazione Monini dal 2013, è il Concorso per Giovani Compositori, dedicato proprio al Maestro Gian Carlo Menotti, aperto a musicisti di qualsiasi nazionalità, al di sotto dei trent’anni d’età e dei Concerti ‘Musica da Casa Menotti’. In questo modo – aggiunge la signora Monini – non solo riempiamo di ‘note giovani’ la Casa del Maestro, ma aiutiamo un giovane artista a proseguire la sua carriera, sostenendolo anche grazie a un premio di 5 mila euro. E’ questo poi un ulteriore modo per restituire il debito che abbiamo con Menotti, grazie al quale siamo cresciuti con quei valori che non solo sono alla base del nostro lavoro e del nostro impegno in ambito culturale, ma che hanno plasmato ogni ambito della nostra vita. Questo impegno, mio e della mia famiglia, non ha nulla a che vedere con il cosiddetto business: la cultura, in qualsiasi forma la si consideri, deve essere patrimonio di tutti, oltre che pilastro per la formazione di ognuno di noi. Anche per questo, non a caso, parlo di famiglia e non di azienda: abbiamo avuto la fortuna di crescere in una Spoleto considerata un centro culturale di livello mondiale e di conoscere i più grandi personaggi del mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo. Avere con loro un contatto personale è un’esperienza che non ha un valore ‘economico’, ma uno molto più profondo: anche da qui nasce il mio impegno per fare in modo che quella meravigliosa magia sia ancora viva per chi a Spoleto abita o solo è di passaggio”.

L’investimento nella cultura si ripaga, infatti, facendo crescere la “cultura del territorio”: sale la qualità della città e insieme aumenta la conoscenza di tutte le sue ricchezze, siano esse artistiche o agroalimentari, che ne diventano così testimonial dell’eccellenza. E’ questo il pensiero della famiglia Monini. “Il mio desiderio – aggiunge la presidente della Fondazione Monini – è che le grandi eccellenze produttive presenti sul territorio trovino il modo per dialogare tra loro e con le istituzioni, in un tavolo di confronto capace di ottimizzare le risorse, senza dispersioni e sovrapposizioni, con un unico obiettivo comune: valorizzare il patrimonio culturale e renderlo accessibile a tutti”.

Alba Rohrwacher

Tornando ai premi assegnati dalla famiglia Monini, Alba Rohrwacher ora potrà inserire nella bacheca dei suoi premi una scultura in argento e legno d’ulivo realizzata dal professore Giuseppe Bevilacqua, dell’Istituto d’Arte di Spoleto, che riproduce proprio la celebre finestra, mentre il ritratto alla finestra dell’attrice, realizzato dal grande fotografo Fabian Cevallos che da anni ha scelto Spoleto come sua seconda patria, entrerà di diritto nella storia fotografica del Festival. “Arricchirà quella galleria di grandi protagonisti dell’arte e della cultura internazionale che fin dalle origini è stato l’obiettivo del nostro Premio”, ricorda Maria Flora Monini. “Un modo per trasmettere ai posteri, anno dopo anno, come in un fil rouge, la grandezza artistica senza confini né di forma né di nazionalità che ha sempre attraversato il Festival”.

Il premio ad Alba va ad aggiungersi a un invidiabile palmares, specchio di una carriera che in soli dodici anni l’ha portata tra i protagonisti del cast di ben 35 film, lavorando con i maggiori registi italiani come Avati, Bellocchio, Soldini, Lucchetti, Garrone e Costanzo. Con quest’ultimo è stata la protagonista di Hungry Hearts, ruolo per il quale è premiata come miglior attrice alla mostra del cinema di Venezia del 2014. Con la regia della sorella Alice Rohrwacher è stata interprete di “Le meraviglie” film fortemente autobiografico a cominciare dalla descrizione della famiglia di apicultori in cui le sorelle sono realmente cresciute.

Emily D’Angelo

Il premio speciale “Una finestra sui due Mondi”, che Monini dedica ai giovani artisti, ha visto protagonista il mezzo soprano italo-canadese Emily D’Angelo, elogiata dal New York Times per la sua “voce dalle tonalità perfettamente sfumate e brillanti”. Emily, tra l’altro, ha conquistato un invidiabile palmares in tutto il Nord America. La sua presenza a Spoleto tra i protagonisti de Le Nozze di Figaro segna il suo debutto in Europa e precede il suo ingresso alla Canadian Opera Company che la attende nei prossimi mesi.

La foto di apertura e quelle riportate all’interno sono di Fabian Cevallos

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