Maledetto Champagne

Uno dei massimi esperti della materia, Roberto Bellini, il primo a vincere il titolo di Ambassadeur du Champagne in Italia, nonché ideatore dell’École du Champagne per l’Associazione Italiana Sommelier, racconta in un documentato libro, quanto serve sapere per comprendere la storia delle bollicine più celebri al mondo, entrando nel dettaglio di ogni singolo aspetto, senza tralasciare nulla

Ilaria Santomanco

Maledetto Champagne

Maledetto (il giorno in cui ho iniziato a bere) Champagne… perché da allora non ho più smesso.
Potrebbe essere questa la spiegazione del titolo di questo nuovissimo libro. Sullo Champagne si è già detto e scritto molto: nella ricorrenza dei trecento anni dalla morte di Dom Pérignon, questo volume ripercorre in maniera inedita la storia delle bollicine più famose del mondo.

A scriverlo è Roberto Bellini, uno dei massimi esperti in materia, primo italiano a vincere il titolo di Ambassadeur du Champagne in Italia e ideatore dell’École du Champagne per l’Associazione Italiana Sommelier. L’autore ripercorre le tappe storiche che hanno portato alla nascita dell’assemblage champenoise, spiega i passaggi del ciclo produttivo, la materia prima, ossia i vitigni impiegati, soffermandosi sui dettagli che identificano i diversi stili. E ancora, passa in rassegna il clima e il terroir della Champagne, gli abbinamenti gastronomici, senza tralasciare quanto la legislazione dice in proposito e i dati riportati in etichetta.

Ad affiancare la trattazione, il racconto dinamico del viaggio che parte da Reims per toccare i diversi villaggi che compongono l’areale della Champagne. Pare di intravedere, tra le righe, i vigneti coltivati come giardini, i campanili che spuntano da grumi di tetti, i ponti che attraversano fiumi e torrenti, le ombre che si allungano dalla foresta.

Per ogni villaggio citato, segue l’analisi attenta del vitigno dominante in quel comune e lo stile di Champagne che ne deriva, descritto nei suoi aspetti organolettici specifici. Così si apprende che nel pinot meunier coltivato a Damery emergono la pera Williams e la mela cotogna, mentre quello di Rilly si presenta austero e minerale, lo chardonnay di Vertus si esprime diversamente da quello presente a Chouilly, e il pinot nero di Bouzy, dalla potenza fruttata, si distingue nettamente da quello di Verzy, pepato e minerale, e pure da quello di Mailly, dal tono erbaceo di felce.

Nella sezione finale del volume è delineato uno spaccato delle epoche storiche che hanno visto affiorare la sensualità di questa bevanda, immancabile alla reggia di Versailles e alle corti europee, e divenuto, nella Belle Époque, il vino simbolo per eccellenza dei locali in cui si ballava con foga il cancan, quando, finalmente, lo Champagne diventa alla portata di tutti.

Roberto Bellini, Maledetto Champagne, Wingsbert House, 20 euro

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