Come apprendere l’arte di propagare gli olivi
Per micropropagazione, talea o innesto, ogni olivo piantato è un segnale di vita e un messaggio di speranza. Ci saranno prove di attività vivaistica a Olio Officina Festival 2025, con un workshop del giovanissimo Pietro Vittorio Ussia e dell’agronoma Angela Canale. Inoltre, un certo numero di varietà di olive, conservate in soluzione in barattoli, permetteranno di far comprendere le differenze morfologiche dei frutti

Poi qualcuno dice che non ci sono più giovani che si dedichino all’agricoltura. Non è affatto vero. Lo dimostra Pietro Vittorio Ussia, studente della Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia, già da tre anni attivo sul campo nella veste di titolare del vivaio Primolivo, posto ai piedi di Assisi, nel comune di Bettona.
Ci crede molto Ussia. Con lui, un collaboratore con il quale condivide l’affascinante lavoro di propagare e allevare esclusivamente piante di olivo di diverse varietà. Lavoro che è diventato passione. “Tra i nostri obiettivi – afferma – c’è quello di diffondere biodiversità in fase di estinzione, soprattutto locale. Alleviamo le piante madri da cui prendiamo il materiale per ricavarne talee che mettiamo a radicare in serra. Nella ricerca di nuove e sconosciute biodiversità ci aiuta mia madre, Angela Canale, un’agronoma. È da lei che ho ereditato questa passione”. E d’altra parte, il luogo in cui Ussia opera, l’Umbria, è per vocazione terra di olivi.

Pietro Vittorio Ussia e l’agronoma Angela Canale
“L’Umbria, così come d’altra parte tutta l’Italia, è ricchissima di varietà di olivo che nel tempo hanno colonizzato i differenti ambienti. Il mio lavoro vuole essere un supporto alla conoscenza e alla conservazione di queste antiche cultivar. Lo sguardo, però, è anche rivolto a nuove selezioni genetiche italiane che stanno offrendo grandi opportunità all’olivicoltura moderna”.
A Olio Officina Festival ci sarà l’occasione di prendere parte a lezioni dedicate alla propagazione e anche alla realizzazione dei bonsai.
“Con Primolivo siamo in grado di accompagnare le aziende nella progettazione e conduzione di nuovi impianti, nel restauro e recupero di antichi oliveti, dando grande importanza all’aspetto paesaggistico agricolo del territorio. Perché ogni azienda ha la sua identità e le sue potenzialità che potranno essere esaltate solo attraverso la coltivazione delle giuste varietà, in grado di fornire adeguate produzioni sia sotto il profilo quantitativo, sia qualitativo”.
Nel corso della quattordicesima edizione di Olio Officina Festival sarà allestita una mostra pomologica per far vedere i frutti degli oli delle principali varietà coltivate. Sarà interessantissimo coglierne tutte le peculiarità.
Pietro Vittorio Ussia parte da una idea che ritiene di fondamentale importanza. Vale a dire: “la presenza di un vivaismo territoriale, dove oltre all’origine del materiale genetico può essere garantito anche l’acclimatamento alle condizioni ambientali”. Nulla può essere dato per scontato: “la qualità di una pianta va trovata non solo nella rispondenza genetica e nello sviluppo vegetativo, ma anche attraverso il suo apparato radicale e, più in generale, l’aspetto sanitario”.
Oggi l’olivicoltura gioca in anticipo sui tempi. “La messa in campo di un olivo deve avere una immediata ripresa vegetativa – chiarisce Ussia – in modo da giungere a produzione già a partire dal secondo anno”.
“La variabilità genetica è la nostra ricchezza”, ammette. “Per questo va innanzitutto conosciuta, quindi conservata e diffusa. Perché ovunque sia presente un olivicoltore disposto a coltivare, c’è sempre vita. C’è un pensiero che amo ripetere in continuazione: se vuoi legarti alla terra, pianta un orto; ma se vuoi legarti alla vita, pianta un olivo”.
In cosa consisterà la presenza di Pietro Vittorio Ussia con Angela Canale? A cosa assisterà il pubblico di Olio Officina Festival, dal 27 febbraio all’1 marzo a Genova, presso il centro congressi dei Magazzini del Cotone?
“Allestiremo un tavolo dove esporre, attraverso materiale vegetale e substrati, come avviene la produzione di una pianta di olivo: per micropropagazione, per talea, per innesto. E verrà messo in mostra – aggiunge Ussia – un certo numero di varietà di olive conservate in soluzione, in barattoli, in modo da mostrare ai visitatori le differenze morfologiche dei frutti. Saremo ovviamente a disposizione del pubblico per fornire informazioni di coltivazione dell’olivo in campo e in vaso”.
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