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Ecco il lato femminile dell’olio

Olio Officina

Sono sempre più numerose le donne che operano in tutte le fasi del processo produttivo e in tutti i settori del comparto. L’intervento di Gabriella Stansfield, presidente dell’associazione nazionale delle Donne dell’Olio, ci fa capire quanto sia importante puntare su chi ha qualcosa di nuovo da dire e fare

La prima richiesta che ci viene fatta, in qualsiasi occasione si parli dell’Associazione Nazionale Donne dell’Olio, è quella di “giustificarne” il nome, quasi fosse un ossimoro.

Non ci anima alcun intento rivendicativo: non vogliamo sostenere che esista un modo femminile di produrre l’olio d’oliva e neppure far valere il fatto che, a quanto si narra, sia stata una donna, Athena, – una dea, è vero, ma pur sempre una donna – a regalare agli ateniesi l’olivo e sempre una donna–dea, Iside, a regalarlo agli egizi e Minerva a insegnare ai romani a coltivarlo e ad estrarne l’olio. E neppure, aggiungo, siamo mosse da alcuna volontà di far emergere presunte o reali discriminazioni nei nostri confronti, anche se, nel mondo dell’olio come in altri settori, le donne devono affrontare e superare comuni specifici problemi.

Vogliamo però, in positivo, sottolineare una presenza, una forte presenza, perché sono sempre più numerose le donne che operano in tutte le fasi del processo produttivo, in tutti i settori del comparto: negli oliveti, nei frantoi, nelle strutture di vendita, nei ristoranti, nelle mense, nelle pubbliche amministrazioni, nelle associazioni. E numerose sono le agronome, le ricercatrici, le studiose, le giornaliste, le assaggiatrici e ancora e ancora. Ma, soprattutto, tante, tantissime, centinaia di migliaia sono le donne che comprano l’olio. E sono assai più numerose degli uomini. E sono sempre in prevalenza le donne che “usano” l’olio e che, preparando i pasti, determinano le abitudini alimentari di tutta la famiglia.

Si potrebbe quasi sostenere che, da questo punto di vista, le donne rappresentino l’elemento chiave del mondo dell’olio. Di conseguenza è indispensabile – quasi vitale – che operino nel modo migliore possibile, approfondendo le loro conoscenze, diventando operatori “virtuosi” e consumatori consapevoli e informati.

E questa crescita, per così dire, culturale, che deve coinvolgere, in una, sia chi opera nel settore che i consumatori (e che sono in prevalenza, come si è detto, “consumatrici”), è in primo luogo necessaria ai fini del miglioramento della qualità del prodotto-olio e della tutela di quell’ampio ventaglio di interessi, che alla “qualità” sono strettamente collegati (basti pensare, ad esempio, alle ricadute positive che la valorizzazione del prodotto può avere sulle stesse aziende produttrici, sul settore del turismo, sull’offerta gastronomica e l’elenco potrebbe continuare).

Ma soprattutto una diffusa conoscenza della realtà in cui si opera, del processo produttivo e delle caratteristiche salutistiche e nutrizionali dell’olio può concorrere a tutelare interessi più generali: la salute innanzitutto, ma non solo. Vorrei ricordare in particolare la tutela dell’ambiente, sia sotto il profilo della tutela del paesaggio, ma anche in vista di un’agricoltura sostenibile, del rifiuto di un’agricoltura “di rapina”, che usa, impoverisce ed inquina.

Si tratta, è evidente, di finalità ed interessi che non sono esclusivo appannaggio del mondo femminile, quanto piuttosto dell’intera collettività, ma il fatto che (principalmente) alle donne ci si debba rivolgere, affinché tali interessi e finalità possano essere efficacemente perseguiti, non è privo di conseguenze. Basti solo pensare, ad esempio, alla mera circostanza che diversi sono i momenti e gli spazi di aggregazione delle donne rispetto a quelli degli uomini, diverse le disponibilità di tempo e che, di conseguenza, ogni iniziativa che alle donne sia diretta (anche solo) di queste differenze debba tener conto.

Così, per ritornare alla nostra Associazione, noi Donne dell’Olio, noi che lo studiamo, lo produciamo, lo vendiamo, noi che lo raccontiamo e anche noi che ogni giorno ci chiediamo “che cosa faccio da mangiare?”, noi Donne dell’Olio vogliamo, attraverso un’azione coordinata e condivisa, rivolta principalmente alle donne, contribuire a promuovere la cultura e la conoscenza dell’olivicoltura e dell’olio e, insieme, a raggiungere un’effettiva parità di opportunità e un pieno “equilibrio di genere”.

Queste furono dunque le considerazioni che portarono, su iniziativa di alcune produttrici, alla costituzione dell’Associazione Nazionale Donne dell’Olio.

Nel corso del tempo, poi, l’Associazione è andata via via arricchendosi di altre professionalità: alle produttrici si sono affiancate olivicoltrici, frantoiane, agronome, ricercatrici, oleotecarie, chimiche, assaggiatrici e altre ancora. Tanto che, oggi, la presenza di una pluralità di esperienze e di competenze è uno degli aspetti che caratterizzano la nostra Associazione . E questa peculiarità desideriamo favorire e accentuare, non solo perché rende più fertile il dibattito interno, ma soprattutto perché permette di dar voce a istanze diverse tra loro – ma condivise – e di dar corso a iniziative in molteplici ambiti. Questo essenziale “pluralismo interno” è poi accentuato dal fatto che all’Associazione possono aderire non solo coloro che operano nel settore, ma anche, in qualità di socie sostenitrici, le consumatrici.

Vorremmo da ultimo evidenziare come, anche sotto il profilo della diffusione sul territorio, l’Associazione rispetti la volontà di porsi come occasione di incontro e di scambio, finalizzata al raggiungimento di obiettivi di “crescita”, nella convinzione che questi ultimi non debbano essere legati a una singola realtà e che le ragioni della coesione, della collaborazione e dell’unità debbano con forza ed entusiasmo essere affermate.

Le attività dell’Associazione

Attività “interne”, indirizzate alle socie, fatte di iniziative formative specifiche – seminari, conferenze, tavole rotonde, corsi d’assaggio – a cui si affiancano, come espressione di quella funzione solidaristica, che fin dalla nascita connota la nostra Associazione:

– iniziative volte a favorire lo scambio di informazioni, suggerimenti, consigli tra le socie – sia attraverso il nostro sito, sia con periodici incontri;supporto per quelle socie che intendano dare inizio a un’attività imprenditoriale.

Attività che, pur coinvolgendo le socie, sono rivolte all’esterno, e che di volta in volta vedono

– la partecipazione attiva dell’Associazione ai principali eventi-manifestazioni-fiere del settore, anche in collaborazione con gli enti locali e territorialil’organizzazione di corsi e di altri “momenti”e

– “interventi” formativi, anche all’interno delle scuole;la collaborazione con altri enti e associazioni per progetti di ricerca;la pubblicazione di contributi formativi, divulgativi e di informazione sul settore;

– la realizzazione di mostre, spettacoli, performance



Gabriella Stansfield

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