Festival

Gli oliveti del FAI nel racconto di Umberto Giolli

A Olio Officina Festival 2025, per iniziativa dell’associazione nazionale Donne dell’olio, l’incontro alla scoperta del vasto patrimonio di olivi nelle proprietà del Fondo Ambiente Italiano, dall’estremo sud all’estremo nord del Paese

Olio Officina

Gli oliveti del FAI nel racconto di Umberto Giolli

Umberto Giolli nel 2008 ha iniziato a collaborare con il FAI, occupandosi del restauro e della conservazione dei giardini storici e dei paesaggi agricoli. Un vasto patrimonio che comprende tanti oliveti da recuperare o valorizzare.

Nato a Milano nel 1952, dopo il liceo classico, a metà degli anni Settanta, Giolli si è laureato in architettura al Politecnico. Ha lavorato come regista pubblicitario e di documentari fino alla fine degli anni Novanta, iniziando in seguito a progettare giardini in Italia e all’estero, e dedicandosi oggi in modo prevalente alla cura del paesaggio.

A Olio Officina Festival 2025, in programma a Genova dal 27 febbraio all’1 marzo, presso le sale dei Magazzini del Cotone, salirà sul palco insieme con Gabriella Stansfield, presidente dell’associazione nazionale Donne dell’olio.

Nella giornata di sabato 1 marzo sarà proiettato un filmato sulla cura degli olivi e le operazioni di raccolta delle olive, per poi proiettare anche le foto relative ai vari oliveti del FAI.

Dove si trovano gli oliveti seguiti da Umberto Giolli? Sparsi per l’Italia.

Torre di Ossuccio (Lago di Como): in fase di potatura di riforma con progetto di messa a dimora di nuove piante.

Castello di Avio (Trento): 60 piante produttive con progetto di messa a dimora di nuove piante.

Abbazia di San Fruttuoso (Camogli): circa 1000 piante non ancora produttive per motivi logistici, parte delle quali in fase di potatura di riforma.

Punta Mesco (Levanto): circa 200 piante potenzialmente produttive, con grosse difficoltà logistiche.

Bosco di San Francesco (Assisi): circa 1500 piante produttive, più una parte in fase di potatura di riforma.

Baia di Ieranto (Napoli): circa 1000 piante produttive, più una parte in fase di potatura di riforma.

Giardino della Kolymbetra (Agrigento): circa 50 piante produttive.

Abbazia di Cerrate (Lecce): è in corso un progetto di monitoraggio con il CNR di Bari, dopo la messa a dimora di 10 varietà di piante per un totale di 120 alberi presunti resistenti alla Xylella.

Nella foto di apertura, Umberto Giolli

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