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L’olio Dop Riviera Ligure ha una marcia in più

Olio Officina

A contraddistinguere coloro che producono e commercializzano l’olio da olive in Liguria è la capacità di muoversi uniti, attraverso il “Patto di Filiera”, con cui si fissano i prezzi minimi delle olive

Nella riunione di ieri sera, il Consiglio di amministrazione del Consorzio di tutela dell’olio Dop Riviera Ligure ha deliberato all’unanimità dei presenti i contenuti del Patto di filiera che conserva inalterati i prezzi minimi delle olive per l’olio Dop Riviera Ligure in vigore nella scorsa campagna olivicola.

Emergono però alcune importanti novità nella nuova delibera assunta dal Cda:

• il contratto di fornitura delle olive che deve essere depositato dall’olivicoltore entro il 30 settembre 2013 presso il Consorzio di Tutela;

• i prezzi minimi non solo delle olive ma anche dell’olio inserito nel sistema dei controlli Dop Riviera Ligure;

• l’eliminazione del pagamento in contanti per le autofatture/ricevute delle olive;

• la presentazione di fatture di vendita distinte per le olive destinate all’olio Dop Riviera Ligure rispetto al semplice extra vergine di cultivar taggiasca.

“Con il patto, come sempre, si intende sostenere l’aspetto più debole della filiera e quest’anno siamo andati ancora più in là inserendo un aspetto già previsto dalla normativa come i contratti che hanno per oggetto la cessione dei prodotti agricoli (art. 62 del Decreto Legge 24 gennaio 2012 n. 1)” afferma il Presidente Carlo Siffredi, “ma nello stesso tempo abbiamo anche introdotto un sostegno per i frantoiani introducendo anche il prezzo minimo dell’olio”.

L’obiettivo è quello di facilitare la migliore relazione contrattuale tra le diverse componenti della filiera produttiva, ponendo l’accento sulla trasparenza delle informazioni, sulla tracciabilità e sulla qualità del prodotto, aspetti che contraddistinguono l’olio Dop Riviera Ligure dagli altri semplici oli.

“La novità del deposito del contratto entro il 30 settembre prossimo è quella di dare tempo all’olivicoltore di scegliere il proprio frantoiano (e viceversa) e tracciare fin da subito le relazioni tra i soggetti che opereranno nell’ambito dei sistema dei controlli sulla tracciabilità e qualità del prodotto finale” sottolinea il Presidente Siffredi.

Prosegue infine la collaborazione tra il Consorzio di Tutela e l’Ispettorato Centrale Controllo Qualità e Repressione Frodi del Mipaaf.

Oltre ai controlli sulla qualità dell’olio Dop Riviera Ligure condotti con prelievi nei punti vendita, il Consorzio di Tutela ha intensificato la vigilanza attraverso il monitoraggio sui siti web.

A circa trenta aziende di produzione e commercio sono state richieste immediate correzioni nelle rispettive presentazione dei loro oli extra vergini con l’eliminazione dei riferimenti alla Liguria.

Questi sono permessi solo agli oli che hanno ottenuto la Denominazione di Origine proprio perché si sono sottoposti, a differenza dei semplici extra vergini Cultivar Taggiasca, ad adempimenti inerenti la tracciabilità (olive e olio) e la qualità dell’olio prima del suo imbottigliamento (analisi chimico – fisiche e sensoriali).

Per definirsi ligure un olio extra vergine deve essere infatti controllato, assaggiato e certificato da un ente terzo.

E’ infatti una denominazione di origine protetta e si riconosce oltre che dal marchio comunitario giallo – rosso dal collarino giallo numerato con il simbolo della Liguria rilasciato dal Consorzio di Tutela ed apposto sul collo di ogni bottiglia.

Fonte: Luca Vieri



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