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L’olio estremo si racconta a Olio Officina Food Festival

Olio Officina

Flash puntati su un’Italia olivicola biodiversa, che osa.

Flash puntati su un’Italia olivicola biodiversa, che osa. In primo piano oggi pomeriggio storie di produttori di frontiera e poco conosciute, di cui si parla anche e finalmente nel nuovo “Atlante degli oli italiani” di Luigi Caricato, edito da Mondadori. Un esempio emblematico è la rinascita di un’olivicoltura presente sin dal X secolo: l’olio di Sant’Imerio, in provincia di Varese. Una produzione nata da una sfida e per spirito di solidarietà. “L’olio di Sant’Imerio è stato fortemente voluto da don Pietro Gioia che un giorno, contro il parere di tutti, piantò un olivo, a dispetto del gelo – ha testimoniato Enrico Marocchi, presidente degli olivicoltori varesini, insieme alla giornalista Laura Pantaleo Lucchetti. Nonostante tutte le difficoltà l’olivo è cresciuto e nel 2004 don Pietro ha lanciato la produzione di olio di Sant’Imerio il cui ricavato – 75.000 euro a oggi – è stato donato a persone bisognose”. Un’attività benefica che ha trovato pieno supporto dalla provincia e che ha portato anche all’ideazione di quattro percorsi dell’olio e a un tracciato di rilevanza storica. Dalla Lombardia al Piemonte grazie ad Antonino de Maria, che ha raccontato la rinascita dell’oliviltura in questa regione, avviando una piccola produzione per recuperare terreni incolti e terrazzamenti. L’olio del lago di Como, raccontato da Gaetano Brusati, è una case history che testimonia come l’aggregazione abbia dato una reale svolta al modo di produrre locale. L’olivicoltura si è sempre faticosamente confrontata su terreni con elevata pendenza, oltretutto a partire da proprietà frazionate: di qui la necessità di coalizzarsi, così oggi 26 produttori condividono una filosofia di qualità grazie alla dop Laghi lombardi e un indirizzo che mira alla certificazione biologica e sta regalando soddisfazione. Un’ultima testimonianza è giunta infine dal giornalista Rocco Lettieri, a proposito dell’olivicoltura del Canton Ticino. Nel 1997, grazie agli sforzi congiunti e alla motivazione di alcuni produttori, furono raccolte le prime olive da oltre 300 piante di olivo: di qui la “fioritura” di un apprezzato olio. Non solo: oggi sono stati approntati un sentiero dell’olivo di 6 km a Gandria e una pubblicazione, due apprezzabili iniziative che coniugano turismo e promozione.

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