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La letteratura come progresso

Anticipazioni Olio Officina Festival 2023. Non ci sarebbe nessuna forma di evoluzione, né per l’olivicoltura né per l’elaiotecnica, né per le scoperte tecnologiche compiute dall’uomo se non si guardasse al domani con un’idea di progresso. Pontiggia, tra gli autori del Novecento, costituisce un modello di grande rilievo per ciò che concerne la narrativa del mondo lavorativo. Nell'ambito dello "Spazio letterario di OOF", a cura del Cisle, il Centro internazionale di studi sulle letterature europee, sarà ricordato lo scrittore Giuseppe Pontiggia a vent’anni dalla morte

Caterina Arcangelo

La letteratura come progresso

Nel 2023 ricorre il ventennale della morte di Giuseppe Pontiggia: il CISLE, insieme con Cooperativa Letteraria, Olio Officina Festival e i partner CISESG, BEIC, Scuola di scrittura Belleville, Marietti 1820, FuoriAsse – Officina della Cultura, Festival Premio Lussu, Mondadori, Kamen’ – Rivista di poesia e filosofia, ricordano la figura del grande scrittore milanese in vari contesti cittadini.

A partire da marzo, Giuseppe Pontiggia sarà celebrato duranti i lavori di Olio Officina Festival che, nel 2023, dedica la sua attenzione a un tema importante e molto attuale: il progresso.

Non ci sarebbe nessuna forma di evoluzione né per l’olivicoltura né per l’elaiotecnica, né per le scoperte tecnologiche compiute dall’uomo se non si guardasse al domani con un’idea di progresso. Pontiggia, tra gli autori del Novecento, costituisce un modello di grande rilievo per ciò che concerne la narrativa del mondo lavorativo. Nella più intrinseca necessità di rappresentare la società e le sue trasformazioni, Giuseppe Pontiggia, già con il suo primo romanzo, La morte in banca, permette di analizzare, attraverso lo studio del quotidiano, le sfaccettature di un’epoca che si avvia verso una nuova direzione di progresso.

Affrontare il tema del progresso, vuol dire rivolgere l’attenzione alle macchine, ma anche alle dinamiche sociali, politiche e culturali di un’epoca da esse condizionata. Lo scopo di questa manifestazione non è solo ricordare un grande scrittore del Novecento, ma anche ricostruire quella griglia di significati che tratti le questioni particolari e universali di un periodo della storia italiana, della società e le sue trasformazioni.

I personaggi indagati da Giuseppe Pontiggia affrontano le stesse fatiche e le solite preoccupazioni. La ripetitività dei gesti permette al lettore di cogliere le sottili differenze o i salti generazionali degli impiegati, così come i mutamenti a volte graduali altre volte repentini.

Guardando a due delle opere di Giuseppe Pontiggia, La morte in banca (1959) e La grande sera (1989), si può tracciare una sorta di parabola del mondo della banca. Ne restituisce un esempio lampante Carabba, il protagonista del romanzo La morte in banca, che ben incarna questo processo di sfiducia nei riguardi di una certa quotidianità lavorativa. Riprendendo le parole di Alessandro Ceteroni, che tra gli studiosi di Pontiggia entra nella specificità del tema proposto, da una parte ritroviamo in Carabba un’iniziale entusiasmo nei confronti del progresso e del significato stesso del lavoro in banca, un entusiasmo che, però, via via che si procede nella quotidianità dell’impiegato, giorno dopo giorno, si trasforma sempre più in fatica e preoccupazione, sofferenza e rassegnazione, termini, questi, con cui inizia, al polo opposto della parabola, La grande sera, quando il protagonista, senza nome, scompare dallo stesso mondo che aveva accolto Carabba.

È possibile partire da questo per trovare già un primo collegamento tra le due opere pontiggiane: La morte in banca intesa proprio come impoverimento culturale, regressione animalesca, rinuncia alle utopie. La grande sera che, al contrario, propone un’immagine astratta della banca, quasi concettuale.

Grazie a una presentazione sistematica del personaggio immerso nel mondo del lavoro, Pontiggia costruisce la rappresentazione del profilo dell’impiegato che investe buona parte della letteratura del Novecento. E intanto nuovi spazi, come i locali notturni, mostrano la mutazione della città durante gli anni Ottanta.

Pontiggia è tra quei pochi autori che, insieme con Paolo Volponi (Le mosche del capitale), chiudono l’era della letteratura industriale corrispondente al boom economico degli anni ’80.

In apertura, ritratto di Giuseppe Pontiggia. Illustrazione di Doriano Strologo per Olio Officina

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