Festival

La scrittrice Silvana Grasso a Olio Officina Festival 2017

Olio Officina

“Solo se c’è la Luna”, una storia di passioni, scritta in una lingua, in una sintassi, ironica incandescente, autoptica, irriverente, che si racconta e racconta. Al grande happening ideato e diretto da Luigi Caricato, sarà presentato il nuovo romanzo di un’autrice di culto, che sarà possibile ascoltarla e incontrarla di persona venerdi 3 febbraio 2017

Non è frequente imbattersi in narratrici che esprimono una così grande potenza espressiva, insieme a tanta carmalità, materia viva per chi si nutre di esperienze autentiche che sanno scavare nel profondo delle vicende umane.
Silvana Grasso è autrice di tanti romanzi che hanno segnato in maniera originale la letteratura italiana degli ultimi decenni, apportando una ventata di grande novità.
Noi l’avremo nostra ospite a Milano, nell’ambito della sesta edizione di Olio Officina Festival, a Palazzo delle Stelline, venerdi 3 febbraio 2017. Con lei il direttore editoriale di Marsilio, Cesare De Michelis.
Solo se c’è la Luna, il suo nuovo romanzo, di prossima pubblicazione per le edizioni Marsilio, sarà in libreria in gennaio. Lo attendiamo con grande curiosità, anche perché sappiamo che riuscirà a stupirci ed emozionarci come accade ormai puntualmente con ogni suo romanzo. (Luigi Caricato)

SOLO SE C’E’ LA LUNA

Il manovale Girolamo, dopo trent’anni d’America, dove ha imparato marketìnghi e bisinès, torna in Sicilia, primi anni ’50, col nuovo nome americano di Gerri. Nel suo paese arretrato, dove ancora si usa la cenere per lavare e lavarsi, fonda una gigantesca fabbrica, stile americano, di sapone e saponette, la Gerri Soap, che esporta, con grande successo economico e d’immagine, i suoi prodotti in tutta l’Isola, poi in tutt’Italia, convinto sempre più che l’America sia la sua vera patria, la sua vera madre.
L’America che ha fatto di lui un imprenditore, gli ha insegnato le strategie di mercato, di comando, sempre e comunque, perché, quando si è padroni, non esiste il torto, ma solo la ragione.
Da uno sciagurato matrimonio con una giovanissima ragazza, un po’ fuori di testa, obbligata dal padre a dirgli di sì a calci in culo, nasce Luna, minuta quanto un coniglietto, per di più con una rarissima malattia, che la costringe a vivere al buio, solo se c’è la Luna, perché il Sole ucciderebbe le sue tenere carni.
Per farle compagnia e, soprattutto prenderne le distanze, Gerri le “compra” una quasi sorella, Gioiella, figlia di una sua operaia, ragazza madre, che vuol vivere, anche lei, col suo nuovo amore il sogno americano.
Gioiella cresce con una spaventosa bellezza bruna, femmina e sensuale come quella di sua madre, ma è chiusa, scontrosa, ostile a ogni avventura sessuale o sentimentale. Pietrificata nella sua apparente rigidità, non ama, non si abbandona a un sentimento, a un’emozione. E’ quasi analfabeta, ma ha già perfettamente chiaro il suo unico progetto di vita, uccidersi in un magnifico pozzo dai mattoni rossi e l’acque chiare, che tiene pulitissimo e ha adottato come fosse suo.
La loro vita corre in parallelo nella grande villa, Luna studia, legge avidamente poeti e scrittori, nell’illusione di conoscerlo quel mondo che non conoscerà mai nelle geografie dei luoghi. Ma è breve, pur se dolce, l’inganno. Ancora adolescente, lei che non ha mai visto il Sole né mai ha fatto una sola trazzere di polvere, già dissacra le sante menzogne di letteratura e poesia, solo stronzate per poveri fessi.
A 16 anni non le basta più viverlo il sesso in solitudine e fantasia, innamorandosi di uomini scolpiti nel marmo o nei versi dei poeti. Vuole un maschio vero, di carne vera. Vuole un amplesso vero con chiunque, senza quel cazzo di sentimento che è solo una lebbra per l’uomo.
Così, con ironia e recitazione, consuma il copione, quasi fosse in palcoscenico, del suo primo e unico amplesso col manovale Leo, cafone ladro e sudato, aspirante attore, in partenza per l’America.
Ignara del fatto che Gioiella provi per lei un sentimento d’attrazione sessuale devastante fortissimo, quanto improvviso temibile pauroso, opera del demonio, o d’una malattia rarissima, contro cui nulla può la volontà o la preghiera.
Un desiderio sessuale che le fa impietosamente desiderare i suoi seni nudi, il suo corpo nudo, ignaro e malizioso nella vasca d’acqua in giardino sotto la luna piena…
Oltre non diciamo, affidiamo al lettore, cupidus novi, la lunga magica avventura di Luna e Gioiella, scritta in una lingua, in una sintassi, ironica incandescente, autoptica, irriverente, che si racconta e racconta.

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