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Olio Officina Festival 2025. Perché il tema l’olio e il mare

Pian piano trascorrono i mesi e la quattordicesima edizione lentamente si avvicina. L’evento, ideato e diretto da Luigi Caricato, affronta, per il 2025, il singolare nesso esistente tra coltivazione degli olivi, estrazione dell’olio dalle olive e mare. La locandina ufficiale riporta una illustrazione dell’artista Pax Paloscia

Olio Officina

Olio Officina Festival 2025. Perché il tema l’olio e il mare

Già, perché l’olio e il mare? Non è certo un tema pretestuoso, quello della quattordicesima edizione di Olio Officina Festival.  Intanto, se volete prendere in esame i temi delle precedenti edizioni, è sufficiente cliccare QUI: le tappe di Olio Officina Festival. Non è affatto un tema fuori luogo, anche perché fino all’altro ieri il gergo dei frantoiani rimandava al gergo marinaresco. Un esempio? Il capo dei frantoiani è il nocchiero (nachiru, in dialetto salentino), e così gli altri operai costituivano la ciurma. La pasta delle olive veniva distribuita sulla banchina, prima di finire sui fiscoli. L’acqua di vegetazione veniva detta sentina. E il locale in cui l’olio di scarto andava a confluire nei cosiddetti sentinari veniva definito inferno. Stessa terminologia, dunque, utilizzata dai pescatori, e c’è un motivo: quest’ultimi d’inverno non andavano in mare a pescare, ma lavoravano nei frantoi, tutto qui. Come si può notare c’è un forte nesso che lega i due mondi.

Il fatto è che la fortuna dell’olio la si deve proprio al mare. Gli olivi, all’indomani della loro domesticazione, avvenuta circa 6, 7 mila anni fa, vennero diffusi dai vari popoli che si sono alternati nel tempo lungo tutta l’area del Mediterraneo. Da qui le tante varietà di olivo che si sono delineate nei vari Paesi, 538 delle quali sono oggi coltivate in Italia, espressione di una ricca biodiversità, a testimonianza della grande cura riservata a una pianta dal grande e potente valore identitario.

Secoli dopo secoli, il commercio dell’olio è proseguito principalmente per via marittima. Tutti i flussi commerciali hanno segnato le tappe di un successo che hanno portato l’olio che si ricava dalle olive a essere ormai consumato in ogni angolo del mondo, fino a raggiungere tutti i continenti. Da alimento etnico, l’olio extra vergine di oliva ha assunto via via le vesti di alimento interetnico, soddisfacendo in particolare le esigenze di salute e benessere, prima ancora di quelle edonistiche. E così, di mare in mare, la grande svolta arrivò sul finire del 1800, quando si varcò lo stretto di Gibilterra, per raggiungere le Americhe, soprattutto quella del Nord. Il resto della storia è risaputo.

La sfida cui siamo chiamati tutti, con il cambiamento climatico in corso, è tutta incentrata su come sia possibile gestire la coltivazione degli olivi oggi, in carenza di acqua. Anche in questo caso, la salvezza può venire solo dal mare. Nel corso della quattordicesima edizione di Olio Officina Festival sarà presentata una innovativa ricerca sul singolare nesso esistente tra coltivazione degli olivi, estrazione dell’olio dalle olive e mare.

Per informazioni, scrivete a posta@olioofficina.com

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