Olio Officina Festival

Monini a Olio Officina Festival

Con una nota stampa diffusa dall’azienda olearia spoletina, viene lanciato il grande evento che si terrà dal 4 al 6 febbraio: “compie dieci anni la manifestazione creata dall’oleologo Lugi Caricato e Monini non manca all’importante appuntamento di settore, unasorta di summa dello scibile dedicato all’olio extra vergine di oliva, il grande protagonista delle nostre tavole"

Olio Officina

Monini a Olio Officina Festival

Maria Flora e Zefferino Monini, terza generazione della famiglia alla guida dell’omonima azienda, confermano anche per l’edizione del decennale il pieno supporto alla manifestazione che ogni anno riunisce operatori e appassionati intorno all’affascinante tema dell’olio extra vergine di oliva.

Sarà un’edizione diversa, tutta digitale, ma ricca di incontri ed eventi che da giovedì 4 a sabato 6 febbraio riuniranno decine di esperti, produttori, chef, giornalisti in una sorta di summa dello scibile dedicato al grande protagonista delle nostre tavole.

Per Monini, Olio Officina Festival rappresenta un’occasione per ripercorrere il primo secolo di vita celebrato l’anno scorso e raccontare la storia di un’azienda che anche “da grande” non ha perso l’identità impressa dal fondatore, nonno di Maria Flora e Zefferino, fatta di qualità e rispetto della natura, di passione ed esperienza al servizio di un prodotto che richiede un saper fare che non si improvvisa.

I dieci anni di Olio Officina Festival offrono anche l’occasione per ricordare che proprio dieci anni sono l’orizzonte temporale che Maria Flora e Zefferino Monini si sono dati per realizzare una serie di importanti progetti riuniti nel “Piano di Sostenibilità 2030”, cuore delle iniziative legate al centenario.

Un Piano di Sostenibilità che si può simbolicamente aggregare proprio intorno al numero 10 e a suoi multipli.

Nei prossimi 1diecianni Monini si è impegnato infatti a:

  • Creare un “polmone verde” nel cuore dell’Italia da 1 milione di olivi.
  • Coltivare il 100% degli oliveti italiani di proprietà ad agricoltura integrata o biologica, con sistemi di irrigazione di precisione.
  • Adottare 100 mila api, 1000 per ogni anno di vita trascorso, nell’anno del Centenario, come è stato fatto, e rafforzare progressivamente l’impegno per la salvaguardia di queste sentinelle della biodiversità.
  • Certificare il 100% dei suoi prodotti di origine italiana secondo i criteri del Consorzio Alta Qualità CEQ, che definiscono regole precise per tutte le fasi di produzione, garantendo una qualità superiore del prodotto, in primis sotto il profilo nutraceutico.
  • Tracciare il 100% dei suoi extravergine italiani grazie alla tecnologia blockchain.
  • Affiancare all’utilizzo di materiale riciclato per il 100% delle bottiglie in vetro verde, una ricerca sul packaging per la creazione di una confezione innovativa, leggera e sostenibile.
  • Garantire un sostegno di 10 anni alla ricerca scientifica.
  • Educare 1 milione di studenti a una corretta cultura alimentare.

Molti i progetti già avviati nel 2020. Esemplare tra tutti l’iniziativa “Adotta un ricercatore” in collaborazione con un partner scientifico di grande prestigio quale Fondazione Umberto Veronesi che si concretizza con il finanziamento completo di un progetto di ricerca annuale.

Il primo ricercatore “adottato” per un anno da Monini si chiama Giorgio D’Andrea, lavora presso l’Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Roma e nel corso del 2021 avrà il compito di determinare se e come il consumo di olio extravergine di oliva possa rallentare l’invecchiamento cognitivo: la ricerca dal titolo “Idrossitirosolo: fenolo dell’olio d’oliva contro l’invecchiamento” mira quindi a stabilire la capacità dell’extravergine di contribuire a mantenere giovane il nostro cervello.

La storia della famiglia italiana dell’olio

Era il 1920 quando Zefferino Monini, sesto di otto figli di una famiglia contadina, dopo una gavetta da garzone e una dura esperienza nella gestione della foresteria durante il servizio militare, avvia a Spoletouna piccola impresa di vendita e distribuzione di oli e salumi. La prima svolta arriva dieci anni dopo, nel 1930, quando vede la luce la Zefferino Monini Olio di Oliva, un’avventura imprenditoriale destinata a cambiare le abitudini alimentari dell’Italia.

La società comincia subito a espandersi e, in anni dove il consumo dell’extra vergine era limitato a una fascia privilegiata della popolazione, commercializza per prima il prodotto fuori dall’Umbria, scrivendo così la pagina iniziale della storia del mercato dell’olio in Italia.

Ma l’intuito commerciale è solo un aspetto dell’innovazione: ciò che ha fatto di Monini l’apri-pista nel settore è stata l’ossessione del suo fondatore per la qualità del prodotto in un’epoca in cui i controlli non esistevano e l’adulterazione era una sorta di consuetudine. Zefferino, che sull’olio ha imparato tutto, si occupa in prima persona del controllo e della vendita, diffondendolo lungo la Penisola.

Dopo la battuta d’arresto degli anni bui della guerra, la marcia dell’olio riprende anche grazie ad una geniale intuizione: l’introduzione delle prime bottiglie di vetro, accanto alle tradizionali damigiane, che cambieranno il modo di commercializzare il prodotto.

Il boom economico vede l’ingresso in azienda della seconda generazione, con i figli Nello, Giuseppe e Paolo che porteranno nuova linfa all’impresa, conducendola verso una gestione più manageriale. Giuseppe affianca il padre nel reperimento della materia prima e Nello, trasferitosi a Roma, inaugura un deposito per soddisfare al meglio l’importante mercato laziale; Paolo invece sviluppa una sempre più rilevante presenza a carattere interregionale, tanto da far meritare all’azienda nel 1966 il prestigioso Mercurio d’oro.

È il 1973 quando viene coniato il celebre slogan “Monini: una spremuta di olive” che ancora oggi rappresenta lo spirito più profondo di un’impresa che ha saputo mantenersi familiare e radicata sul territorio, ma allo stesso tempo capace di investire in innovazione e di portare il buono dell’Italia nel mondo.

All’inizio degli anni 80, in concomitanza con l’evoluzione della GDO, la società assume un assetto societario più adeguato passando da S.A.S. a S.p.A.

I dipendenti intanto sono 60 e il fatturato tocca i 60 miliardi di lire.Pochi anni dopo, nel 1988, la FINDIM– Holding di partecipazione della famiglia Fossati che controlla la STAR – acquista il 35% delle azioni della Monini; nasce così un’alleanza destinata a durare per molti anni e che apporterà all’azienda nuovi stimoli e cultura manageriale.

Nello stesso anno la gestione della società è assunta da Zefferino e dalla sorella Maria Flora Monini, nipoti del fondatore e figli di Giuseppe, che già da anni lavorano in azienda. La terza generazione porta l’extravergine spoletino fuori dai confini nazionali –nel 2000 nasce infatti la Monini North America Inc. – riportando al contempo “l’olio di famiglia” interamente nelle mani di Monini: dopo 14 anni di alleanza, nel 2002, Zefferino e Maria Flora decidono infatti di riacquistare la quota ceduta nel 1988 alla FINDIM.

Il nuovo millennio vede consolidarsi la presenza internazionale (nasce nel 2008 la Monini Polska), mentre alla produzione di olio si affianca quella di un altro gioiello nazionale, l’Aceto Balsamico di Modena.

Oggi Monini, a cento anni dalla sua nascita, è una realtà da 155 milioni di euro di fatturato consolidato, che impiega 138 personee produce una media annua di oltre 35 milioni di litri di olio, di cui l’84% extra vergine, ponendosi da sempre ai vertici tra i brand leader di mercato in Italia nel segmento extravergine. L’azienda commercializza in più di 60 Paesi nel mondo, dove realizza il 48% del suo fatturato.

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