Gdo

La vera sfida di industria e Gdo? Far comprendere cosa c’è dietro una bottiglia di extra vergine 

In ogni prodotto presente sugli scaffali c’è più di quel che sembra. Quando si ha a che fare con gli oli Evo ci si interroga su quali siano le dinamiche che portano a definire il prezzo di vendita al consumatore. Ecco allora l’attrito tra l’industria – in questo caso quella olearia – e la Grande distribuzione organizzata. Chi vince, chi perde? A far chiarezza, intorno a questo rapporto complesso e problematico, vi sono le testimonianze di Laura Stefanini, responsabile del reparto oli e conserve della Coop, e Mauro Tosini, direttore commerciale di Salov

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Il comparto oleario si appoggia in via esclusiva sulle promozioni, ma il valore lo crea il marketing

A sostenerlo è Mauro Tosini, direttore commerciale di Salov. Il buyer - dice - deve ottimizzare le performance del proprio punto vendita, e se per farlo deve avviare una attività di sottocosto, o di “traffic building” utilizzando l’extra vergine, lo fa. Se ci si accontenta della promozione, che sposta quote di mercato oggi per farle perdere domani, non facendo cambiare fondamentalmente nulla nel medio lungo termine, non si risolve certo il problema

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Stop al sottocosto degli extra vergini

Nella Gdo si consuma un bagno di sangue, a volte. Il più delle volte. Forse sempre. È un cul de sac da cui occorre al più presto uscirne, per salvare le aziende e soprattutto il prodotto. Il pensiero del direttore generale di Assitol Andrea Carrassi spiazza e fa riflettere. Le vie d’uscita ci sono, e non richiedono cruenti battaglie e contrapposizioni

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