Olio extra vergine di oliva nella Gdo

L’educazione al consumo dell’olio buono? Va fatta quando si è giovani

Racconto. Gli sconti, gli sconti, i due per tre, la raccolta bollini. “Nei labirinti dei supermercati mia madre si perde e le viene come un giramento di testa. Ha bisogno di sicurezze. I vecchi amano i luoghi che non cambiano mai. Compra l’Olio Cuore, che da trent’anni non cambia lattina, è lì facilmente riconoscibile. La soglia per la bottiglia di olio extra vergine di oliva, sono i quattro euro che, con l’inflazione e il caro vita, è diventato di sei euro. Oltre, per lei, è carissimo. Le marche? Variano a seconda delle offerte”

Guido Conti


L’identità del prodotto olio sugli scaffali della Gdo

Al supermercato domina il disordine visivo, quando si è davanti al reparto oli. Tutti gli sforzi che le aziende compiono per distinguersi vengono vanificati da una cattiva gestione nella sistemazione delle bottiglie, secondo il food designer Mauro Olivieri. Eppure, come sostiene l’architetto e designer Alessia Cipolla, si dovrebbe aiutare il consumatore a scegliere ciò che gli serve e sta cercando. Si riuscirà a progettare uno “scaffale parlante” degli oli?

Olio Officina


L’olio deve guadagnare spazi alternativi per uscire dalla morsa della promozione

Il tema del sottocosto è drammatico, ma inevitabile. Esiste, non si può debellare. C’è un sistema difficile da scalfire, di cui tutti sono vittime, anche le stesse catene distributive, in forte concorrenza fra loro. Eppure, le vie d’uscita ci sono. Interessare gli uomini all’acquisto degli extra vergini, per esempio. Oppure trasformare le enoteche in oleoteche. La conoscenza del prodotto – ammette nella sua dettagliata analisi l’esperto di marketing Massimo Occhinegro – fa sempre la differenza

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