Olivagione

In tutta la Spagna le stime di produzione olearia non promettono bene

Secondo le previsioni pubblicate dal Ministero dell’Agricoltura spagnolo, saranno pari a 756.300 le tonnellate di olio che si prevede si otterranno in questa olivagione che verrà. L'analisi per comunità autonome mostra un aumento della produzione rispetto alla campagna passata in Andalusia (+7%), in Estremadura (+101%) e in Castilla-La Mancha (+ 29%). Tuttavia, in Andalusia, la principale regione produttrice del Paese, il raccolto stimato è del 40% al di sotto della media

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Non promette nulla di buono l’olivagione 2023-2024 in Andalusia

Nella principale area produttiva olearia spagnola le previsioni non sono così ottimiste come si sperava. Si prevede infatti una produzione stimata in 550.600 tonnellate di olio da olive. La ministra dell'Agricoltura Carmen Crespo non ha potuto far altro che confermare ufficialmente quel che già tra gli addetti ai lavori si prevedeva da tempo: ci sarà il 7,4% in più rispetto alla produzione della passata stagione, ma il 46,5% in meno rispetto alla media delle ultime cinque campagne

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C’è sempre meno olio. L’appello della Comunità Valenciana alle istituzioni

Cosa si prospetta per l'olivagione 2023. Seppur leggermente superiore a quanto registrato lo scorso anno, l’organizzazione La Unió ha stimato un calo di più della metà della produzione media delle ultime dieci olivagioni. Ciò che chiede sono incentivi economici per i produttori che non solo devono fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico, ma devono anche rispondere all’aggravamento delle condizioni dovute al conflitto russo-ucraino tuttora in corso

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C’è aria di forte pessimismo tra gli operatori del settore oleario

La produzione mondiale è scarsa. Secondo un rapporto Ismea si registra una riduzione del 22% sulla campagna precedente. In Italia si la flessione è del 27% rispetto allo scorso anno, con volumi pari a 241mila tonnellate. In tale contesto, il prezzo medio dell’extra vergine nel Paese è passato rapidamente dai 5,70 euro al chilo, a novembre, ai 6,13 euro ad aprile, toccando livelli medi mai visti in precedenza. Si toccano con mano le preoccupazioni che già Assitol in ottobre aveva espresso

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Ecco com’è andata l’olivagione 2022 in Toscana

Un’annata in linea con quella precedente ha restituito circa cinquecento tonnellate di olio per le Dop e Igp. Di quest’ultima, la regione ne detiene il primo posto in classifica per un valore al consumo pari a 46 milioni di euro. Nonostante le temperature critiche della scorsa estate, con relative difficoltà incontrate dagli olivicoltori, la qualità degli extra vergini sarà molto buona, così come la produzione saprà reggere, anche quest’anno, in termini di fabbisogno. Ad affermarlo è Stefania Saccardi, vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Regione

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I cambiamenti climatici come prima causa della scarsa raccolta delle olive spagnole

Quest’anno, secondo gli esperti di olivicoltura dell’Istituto di ricerca e tecnologia agroalimentare, Irta, in quasi la totalità del paese Iberico il raccolto di questa olivagione non raggiungerà la metà della media abituale. Nonostante i fenomeni metereologici atipici sviluppati in primavera e la siccità accumulata negli ultimi anni abbiano inciso in modo determinante su diverse fasi cruciali della maturazione, gli oli ottenuti sono di alta qualità, caratterizzati da un verde brillante e da un buon equilibrio di sapori

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Una olivagione complicata, secondo Assitol. Manca materia prima

L’Associazione italiana dell’industria olearia esprime grande preoccupazione per come si sta evolvendo la campagna olearia 2022-2023. La ricorderemo tra quelle più difficili degli ultimi decenni. Le 200mila tonnellate d’olio previste non basteranno a soddisfare il fabbisogno dei consumi interni. Di qui alla prossima estate potremmo non avere prodotto a sufficienza. Ci vuole responsabilità. Il ricorso a vendite sottocosto potrebbe provocare un esaurimento anticipato dei già scarsi volumi a disposizione

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Sarà una olivagione molto complicata. Si prevede un calo del 30% per il 2022-23

Le alte temperature a maggio in fase di fioritura e lo stress idrico nel mese di luglio determineranno un quadro produttivo non molto felice secondo quanto riferiscono dall'organizzazione agricola Cia-Agricoltori Italiani. In alcuni casi i frutti si presentano già secchi, in altri casi la polpa disidratata sta compromettendo lo sviluppo delle olive riducendo la formazione dell’olio

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Lo scenario olivicolo a raccolta iniziata

In tutto il bacino mediterraneo c’è fermento, ma le attese di una ottima olivagione sono state frustrate da una meteorologia impietosa. In generale, numeri rivisti al ribasso. In Spagna la situazione di palese stress idrico si è aggravata e non si prevedono miglioramenti. Bene il Portogallo, con un incremento del 50%. In Tunisia rese al di sotto delle medie; in Grecia produzione intorno alle 200 mila tonnellate; in Marocco attesi miglioramenti della qualità con rese al momento basse; campagna positiva in Turchia, a fronte degli oltre 192 milioni di ulivi; e situazione disomogenea in Italia. Le prospettive del mercato, con la frenata dei consumi che preoccupa

Adriano Caramia


Tutto quel che occorre sapere sulla raccolta delle olive

Una lezione del professor Franco Famiani intorno alla scelta dell'epoca di raccolta in funzione dell'evoluzione della quantità e qualità dell'olio e dell'obiettivo produttivo dell'azienda; non ché intorno alla descrizione dei vari sistemi di raccolta, la scelta del sistema da utilizzare in relazione all'oliveto, alle dimensioni aziendali e ai costi e ai fattori che li determinano

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L’olivagione 2021 sembrerebbe in lieve ripresa. Quanto meno al sud

In attesa di dati più certi, Italia Olivicola e Aifo si lanciano in una previsione oscillante tra 290 e 310 mila tonnellate. Bene il sud ma gli eventi meteorologici estremi e impattanti hanno inciso sulla produzione del centro nord. In questi ultimi anni, ha molto condizionato, secondo il presidente della Cia Dino Scanavino, "la variabilità produttiva dei nostri oliveti, a causa degli effetti del clima e delle avversità parassitarie"

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Cosa e quanto si produrrà nelle aree olivicole del Mediterraneo?

Le previsioni sono sempre utili, seppure in quanto tali aleatorie, finché il raccolto non è al sicuro. Le stime di produzione in questo periodo diventano come si può immaginare molto importanti, anche perché tracciano i possibili scenari delle disponibilità di qualità e quantità, con i relativi prezzi per gli scambi commerciali. Che olivagione sarà in Spagna, Portogallo, Grecia, Italia, Turchia, Tunisia, Marocco e nei restanti Paesi?

Adriano Caramia


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