Visioni

Responsabilità

Alfonso Pascale

Il significato del termine “responsabilità”, oltre a quelli finora maggiormente noti, andrebbe ampliato se lo collegassimo a due parole latine: “res” e “pondus”. E così “responsabilità” assumerebbe anche il senso di “saper portare / sopportare il peso delle cose”.

Dunque, la responsabilità non è soltanto il dovere di rispondere e dar conto consapevolmente a qualcuno o a se stessi delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano (dal latino “respònsus”, participio passato del verbo “respòndere”). Non è soltanto concludere un patto e prendersi reciprocamente a garanti (dalla parentela del verbo latino “spondeo” con il greco “σπένδω”). Ma è anche la capacità di sopportare il peso delle cose che ci troviamo tra le mani e di saperlo reggere.

Spesso ci viene spontaneo, alla prima occasione utile, accantonare i pesi eccessivi. Esercitare la responsabilità è anche quando la nostra coscienza ci suggerisce di continuare a portare un carico, se riteniamo che sia un bene non solo per noi stessi ma anche per gli altri, indipendentemente dagli obblighi assunti in precedenza e dal tornaconto personale che ce ne può derivare.

A ben vedere, siffatto ulteriore significato ci esonera dall’aggiungere l’aggettivo “sociale” alla parola “responsabilità” per specificarne una particolare declinazione. Il termine ha già in sé il senso di farci carico delle preoccupazioni degli altri, quando compiamo un’azione o un’attività, oltre le prescrizioni normative e in modo gratuito.

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