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Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

Stasera ho vinto anch’io

Cinevisioni. The Set-Up, del 1949, diretto da Robert Wise, è un film tutto girato in notturna e in tempo reale, dura proprio quanto l'incontro e racconta con occhio impietoso e duro certi retroscena della boxe, il sadismo compiaciuto e sanguinario degli spettatori, il cinismo dei manager, la piccola malavita che prospera attorno agli eventi pugilistici

Andrea Carraro

Stasera ho vinto anch’io

Capolavori – Stasera ho vinto anch’io (The Set-Up) è un film del 1949 diretto da Robert Wise (il regista di Lassù qualcuno mi ama) e segue un classico schema del racconto pugilistico: un pugile troppo anziano (Robert Ryan) combatte con uno più giovane. Il suo manager, sicuro della sconfitta, lo svende, si accorda per un ko alle terza ripresa, all’inizio senza neppure avvertirlo della combine, – però lui non solo non va al tappeto, ma addirittura con uno scatto d’orgoglio vince, e degli sgherri gli spezzano una mano. Dovrà rinunciare a battersi.

Il film, tutto girato in notturna e in tempo reale, dura proprio quanto l’incontro e racconta con occhio impietoso e duro certi retroscena della boxe, il sadismo compiaciuto e sanguinario degli spettatori, il cinismo dei manager, la piccola malavita che prospera attorno agli eventi pugilistici…

Quanto al ritratto individuale, la storia racconta di un perdente, anche se alla fine vincerà l’incontro, una vittima, un pugile sul viale del tramonto, povero, molto provato fisicamente, senza prospettive, che non si vuole rassegnare all’evidenza, ma racconta anche, in brevi efficaci pennellate, la sua vita fuori del ring, con la sua donna che lo ama, in quel buco dove vivono, che vorrebbe che lui smettesse di rischiare la vita ogni volta (l’ultimo incontro ha avuto un blackout totale per qualche ora e si era temuto il peggio) e vaga per la città – la donna, – la bionda Audrey Totter – con il biglietto dell’incontro in mano smarrita, senza trovare la forza di andarci, e anzi alla fine lo straccia in tanti pezzetti che libera poi nel vuoto dalla spalletta di un cavalcavia, come coriandoli, sulla ferrovia sottostante, sui treni che passano, una scena assai bella, simbolica, che ha ispirato del cinema noir successivo.

Un grande film sulla boxe, fondativo di quel genere di film, che ha fatto da modello a Toro scatenato di Scorsese, a Pulp fiction di Tarantino, per l’episodio del pugile, intrepretato da Bruce Willis, e a altri.

Ah, un altro particolare interessante: Robert Ryan fu scelto da Wise perché aveva fatto realmente il pugile per un certo breve periodo, prima di diventare attore.

Il regista americano aveva una certa sensibilità per il tema della boxe: suo è anche Lassù qualcuno mi ama, un altro capolavoro del genere pugilistico, interpretato da Paul Newman. Ma era una cineasta eclettico, attivo su più fronti, Roberto Wise, molto attento al cinema di genere e all’aspetto artigianale del cinema, – fece anche commedie brillanti (Tutti insieme appassionatamente), musical (West Side story), horror, Western, Fantascienza (Star Trek).

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