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Massimo Occhinegro

Massimo Occhinegro

Nato a Taranto nel 1963, si è laureato alla Bocconi di Milano con tesi sulle strategie competitive delle aziende olearie. Svolge attività di consulenza a imprese industriali, tanto in ambito fiscale quanto in ambito di marketing internazionale con particolare riguardo al comparto olio di oliva nei mercati europei ed extra europei. Attualmente ricopre, tra l’altro, la carica di consigliere di amministrazione in una società olearia indiana. Per Olio Officina ha pubblicato nel 2013 l’ebook “Analisi economica su venti imprese del comparto olio di oliva. Confronto degli esercizi 2010 e 2011”. Ha ideato il gruppo Facebook “Noi che vogliamo l’unione del comparto oleario”

Gli articoli di Massimo Occhinegro

In India c’è chi invita a consumare olio di senape. Domanda: fa davvero bene alla salute?

In un articolo a firma del nutrizionista Anoop Misra - a proposito degli oli da utilizzare in alimentazione - consiglia con grande disinvoltura il ricorso al mustard oil, mettendolo in evidenza accanto ad altri grassi, tra cui l’olio da olive. Si tratta di un olio utilizzato da secoli nella cucina indiana, nonostante gli alti livelli di acido erucico. Ma è una giusta informazione questa, o disinformazione?

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Cozze al gratin rivisitate

RICETTA OLIOCENTRICA. Una ricetta facile e veloce. A presentarla ai nostri lettori un economista, cuoco per diletto. Si parte da una ricetta tradizionale, ma con qualche novità, come, per esempio, l’inserimento di aromi quali i semi di finocchio e il timo. Vediamo, nel dettaglio

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I dazi sull’olio in India

Il mercato si complica, anche perché, in aggiunta sull’importo dei dazi, si paga anche un ulteriore 10% per il Welfare indiano. L'Unione Europea intanto non si muove, ma le nuove direttive non sono da sottovalutare, anche perché il Paese asiatico rappresenta il secondo mercato più grande al mondo in termini di popolazione, dietro la Cina. Ecco quali possono essere le probabili conseguenze del recente forte incremento delle imposte per l’importazione dell’olio da olive

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La grammatica è gioco

Ovvero, quando la fantasia ci permette di prendere confidenza con le regole del linguaggio. Qual è non si apostrofa mai; e l'obiettivo, invece, è sempre meglio del rafforzato obbiettivo, perché se troppo "carico" di doppie, va a finire che non lo si raggiunge mai

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Rompere le regole

I conti in tasca (forse) tornano, ma senza il marketing non si va da nessuna parte. Quali strategie sono allora possibili, quali nuovi scenari si aprono all’orizzonte, nel settore dell’olio? Il successo o l’insuccesso di un prodotto nel mercato dipende dalle scelte imprenditoriali, più che dai concorrenti o dall’ambiente con cui interagiamo. Chi vince? Coloro che si differenziano infrangendo le regole del settore

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A proposito di olio vergine

Perché gli addetti al settore ignorano questa preziosa fonte di ricchezza? Perché non riportare sugli scaffali il vergine, che pur si produce in abbondanza? Il vergine potrebbe diventare l’equivalente del vino da tavola, mentre l’extra vergine lo si potrebbe innalzare al pari dei migliori vini. C’è come una impreparazione ad accettare i differenti volti degli oli da olive. Intanto sarebbe il caso di sdoganare anche l’olio di oliva e l’olio di sansa di oliva

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A che serve produrre più olio se resta invenduto?

Stare sul mercato comporta l’accettazione delle regole, altrimenti a poco serve lamentarsi. O si decide di affidarsi a qualcuno, e curare la produzione, altrimenti, se si decide di commercializzare, occorre farlo con il dichiarato impegno a guadagnarci, perché non rimetterci è già un approccio sbagliato. Eppure qualcuno sostiene, […]

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Il nuovo mondo dell’olio avanza

La volontà di affermazione americana parte da lontano. La California vuole ripetere il successo ottenuto con il vino. Se questo è l’obiettivo, riusciranno a conseguirlo. Anche perché le strategie messe in atto sono molto ben congegnate, e nulla è lasciato al caso. Dopo la rottura con il Consiglio Oleicolo Internazionale, si intende contrastare l’egemonia del vecchio mondo. Le aziende italiane sono facilmente attaccabili in virtù della collaborazione della nostra “intelligence”. Così, in chiave prospettica, a perderci saremo soprattutto noi, i più collaborativi nel favorire l’avanzata del successo californiano

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California olearia testa d’ariete

Non siamo soli. In altre aree avanza una olivicoltura che manifesta un approccio di marketing molto spinto, prefiggendosi obiettivi alquanto ambiziosi. Gli Stati Uniti in particolare giocano piuttosto duro: non associandosi al Coi, aggiungendo o modificando alcuni parametri chimici, avviando una campagna contro le importazioni di oli dal Mediterraneo, proteggendo la propria produzione bandendo un comune pesticida usato specialmente in Italia, quale il clorpirifos etile. Intanto ci sono tutte le carte in regola perché gli americani vincano la grande scommessa: le premesse – in termini di marketing, professionalità, terreni, leggi e media – ci sono tutte

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Quale olio può rappresentare l’identità pugliese

La domanda da porsi è: quale olio può rappresentare l’identità geografica della Puglia.Per rispondere, sarà necessario raccogliere tutta una serie di informazioni tra cui le caratteristiche organolettiche e chimico-fisiche di un mix di oli provenienti dai territori che vanno dal Gargano fino all’estrema punta del Salento. Una Igp […]

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La leva dell’italianità

Vendere quello che non c’è. Siamo molto bravi in questo, e in tanti ci invidiano. Eppure c’è chi non comprende che è un nostro punto di forza. Da sempre carenti in materie prime, abbiamo dovuto costruire una “industria” dell’italianità. Altri Paesi, mentre noi litighiamo e ci facciamo male, sfruttano la buona immagine di cui godiamo nel mondo. Tra le contestazioni più rilevanti, in California spicca il divieto di apporre la dicitura “imported from Italy”, nel caso in cui l’origine della materia prima non sia italiana, pur essendo il prodotto “sviluppato” nel nostro paese

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Gli effetti del reverse charge

Expertise. Grossi problemi in vista per le imprese olearie che vendono ai super e ipermercati, con l'obbligo di emettere fattura senza addebito Iva. Nel frattempo, aumentando l'accisa sul carburante, si aggiunge danno a danno

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Radiografia dell’Italia olearia

I dati italiani sono sempre stati frutto di invenzione, con cifre verosimili, quasi mai veritiere. Quanto emerge ora dai registri Sian, è uno spaccato più realistico. Tali dati, tuttavia, non sono fruibili da tutti i cittadini, così come accade in Spagna. E' necessario disporre di una iscrizione con relativa password. Non tutto però è chiaro. Non sorprende infine, ancora una volta, il fatto che le regioni più produttive restino agli ultimi posti per quantità di olio confezionato

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La nuova vita del vergine

La competizione globale che si misura sui grandi numeri crea non poche difficoltà. Al fine di ristabilire i giusti valori degli oli, occorre pensare a una riformulazione secondo una nuova logica, almeno a livello europeo. Un esempio? L’olio di oliva vergine potrebbe diventare l’equivalente del vino da tavola. L’extra vergine al pari dei migliori vini

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Un Paese per mediocri

Sempre più spesso in questo lungo periodo di crisi iniziato nel 2008, ma con radici ben più lontane, ci si domanda come mai l’Italia sia l’unico Paese, almeno tra quelli della Unione Europea, ad arretrare anziché avanzare. Le migliori performances a livello economico, infatti, sono quelle dei Paesi […]

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L’approccio americano all’olio

Uno studio sull’attitudine all’uso dell’olio da olive nel mercato americano, condotto per conto della Naooa, la North American Olive Oil Association, svela qualcosa di molto importante per capire a fondo le tendenze di consumo

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Domanda di oli di oliva in calo

Expertise. Nel complesso un calo dell’8,2 per cento, con perdita del 12% per l’Italia e del 5,5% per la Spagna. I maggiori cali per le categorie “olio di oliva” e “sansa di oliva”, ma essendo diminuita anche la categoria degli “oli vergini di oliva” , risulta evidente il vantaggio per gli oli da seme e gli altri grassi alimentari

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Italia e Spagna olearia a confronto

In un unico ed essenziale grafico il quadro della realtà, dalla campagna olearia 1990-91 alla campagna 2013-14. Le considerazioni a voi

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Allarme frodi olio di oliva? Tutto basato solo su rumors

Dopo aver lanciato l’allarme extra vergini, su esplicita sollecitazione l’europarlamentare europea Esther De Lange si giustifica facendo riferimento ad alcuni sentito dire. Gossip di retailers, associazioni di produttori non meglio specificate, e anche uno studio di due universitari americani

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La solita salsa

Qualche tempo fa qui in Italia, ero in compagnia di un amico giapponese in un ristorante. Ci era stata servita un’insalata e il mio commensale mi aveva chiesto della salsa di soia.Prontamente ne avevo fatto richiesta al cameriere il quale me ne aveva portata una bottiglia a nome […]

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Italia dell’olio sotto attacco

E’ un gioco al massacro senza precedenti. Un’azione sinergica che agisce su più fronti, anche a livello internazionale. Molti si basano su dati storici, vecchi di oltre trent’anni. Li riattualizzano confondendo le carte. Poi subentra il gioco autolesionista caslingo, con la regia di organizzazioni di produttori non meglio specificate

Massimo Occhinegro


Un’operazione trasparenza per l’olio da olive

Le più grandi aziende olearie italiane adottano spesso strategie difensive e preferiscono camminare sul velluto, senza rischi nè responsabilità. Eppure tutto deve partire dal know-how del blend, un punto di forza che alcuni invece condannano, nonostante sia necessario per “aggiustare” oli fuori limite. Le strategie un cambio di passo

Massimo Occhinegro


Nessuno crede più nell’olivicoltura

Strano Paese il nostro, il numero degli alberi messi a dimora in Unione europea, nel corso del periodo 1995-2002, è la chiara testimonianza di un’Italia in netto arretramento. Il confronto tra Italia e Spagna spinge a severe riflessioni cui non ci si può sottrarre

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