Ogni volta che apriamo una newsletter, il nostro cervello decide in meno di tre secondi se:

  1. restare,
  2. scorrere,
  3. cliccare,
  4. o cancellare.

E quando si parla di olio extra vergine di oliva, il problema è ancora più delicato: non possiamo farlo assaggiare, né toccare, né annusare.
Eppure vogliamo che emozioni, stimoli, incuriosisca.
Come si fa?

Con una comunicazione che attiva il cervello non solo razionale, ma soprattutto sensoriale ed emotivo.

Neuromarketing + newsletter: come stimolare i tre cervelli

  1. Sistema limbico (emozioni)
    Apri con una storia breve, personale, che accende immagini.
  2. Cervello rettiliano (istinto)
    Inserisci foto coinvolgenti, pulsanti grandi, titoli netti.
  3. Corteccia prefrontale (razionalità)
    Dai i dettagli. Brevi, precisi. Senza troppe parole.

Una struttura semplice, ma potente

Oggetto: deve incuriosire, non informare

❌ “Newsletter di ottobre”
✅ “Hai mai sentito l’odore dell’autunno in frantoio?”

Inizio: breve racconto, immagine mentale

Corpo: 1 solo focus (es. nuova uscita, offerta, evento)

CTA: unica, chiara, coerente (“assaggia”, “prenota”, “scopri”)

Conclusione: umana, calda, riconoscibile

“Luca – dal frantoio, ancora con le mani sporche”

E se fosse una rubrica?

Una newsletter ben fatta può diventare un rituale.
Ecco 3 format da alternare:

  • Dietro le quinte: la raccolta, le mani, gli imprevisti
  • Assaggio immaginativo: descrizione sensoriale, come se si fosse lì
  • Parola del mese: “amaro”, “verde”, “fruttato” spiegati con emozione

Conclusione

La newsletter non è un volantino.
È una tavola immaginaria, dove il lettore si siede per un minuto e decide se vale la pena restare.

Farlo restare non è una questione di offerte.
È una questione di atmosfera.

In apertura, illustrazione di AbCommunication