L’esperienza d’acquisto non inizia con il pagamento, inizia con il primo contatto — una foto, una parola, un clic.
E non finisce con la consegna, finisce quando il cliente apre il pacco e pensa: “Mi hanno capito.”
Viviamo nell’epoca dell’esperienza. Non acquistiamo solo prodotti, acquistiamo viaggi emotivi, anche quando si tratta di una bottiglia d’olio Evo. Per questo è fondamentale curare l’intero percorso d’acquisto, perché ogni passaggio è un’opportunità per rafforzare (o danneggiare) la percezione di valore.
Tutto inizia ben prima del carrello. La prima impressione nasce dal sito: è chiaro, accogliente, bello da navigare? Il linguaggio è umano o freddo e impersonale? Le descrizioni raccontano una storia o elencano solo dati?
Poi arriva il momento dell’ordine. Il processo è semplice? Le opzioni di scelta sono chiare? C’è una sensazione di attenzione?
Ma è con la consegna che si gioca la parte più sottovalutata (e più potente): l’unboxing. Il pacco che arriva contiene solo bottiglie? O anche un messaggio, un profumo, un piccolo racconto, una sorpresa? L’esperienza fisica deve essere coerente con quella digitale. Deve confermare l’emozione promessa.
Anche l’e-mail di ringraziamento, la possibilità di dialogare, la facilità di riordino fanno parte di questa catena. Tutto è comunicazione. Tutto è branding.
Un cliente che vive un percorso memorabile non solo ricompra. Diventa ambasciatore. Racconta. Ricorda.
Nel mondo dell’olio EVO, dove la concorrenza è vasta ma l’identità è spesso invisibile, l’esperienza è il vero differenziale.
In apertura, illustrazione di AbCommunication