Corso Italia 7
Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of LiteratureDiretta da Daniela Marcheschi
Le voci francesi dei bambini
Taccuino di lettura. Per le Éditions du Cygne, la traduzione delle poesie di Margherita Rimi nel francese di Irène Duboeuf ci restituisce intatta tutta la potenza espressiva che la poetessa siciliana ha saputo trarre dalla sua professione di neuropsichiatra infantile a testimonianza di un’infanzia dolente e violata

Se Milan Kundera, nel suo appassionante saggio-romanzo I testamenti traditi, se la prende, tra gli altri, con i traduttori che, secondo lui, sono infaticabili nel “migliorare” le opere a loro affidate, sarà il caso di dire che la traduzione delle poesie di Margherita Rimi nel francese di Irène Duboeuf non hanno niente a che vedere con qualsiasi intento migliorativo.
Tradurre, come ben si sa, comporta tanti problemi e, soprattutto, tradurre poesie.
Si deve tradurre letteralmente (almeno il più possibile) o è il caso di privilegiare il suono delle parole dandone il significato di fondo?
Il bravo traduttore sa integrare entrambe le opzioni e sa rendere anche quei costrutti, quelle espressioni tipiche, che appartenendo unicamente a una lingua è difficile rendere in un’altra.
Irène Duboeuf è di certo la traduttrice perfetta per le poesie di Margherita Rimi, perché è lei stessa poetessa e avere sensibilità poetica è fondamentale per tradurre poesia.
E gran prova di questo la dà nel tradurre i testi scelti dalla stessa Rimi e tratti dai suoi libri Le voci dei bambini, Nomi di cosa nomi di persona, Era farsi e dal n° 48 della rivista «Kamen’» e tutti riuniti nel libro Entre les mains des mots.
Che un testo venga tradotto ci dà il polso della grandezza del suo autore come nel caso della Rimi, ormai apprezzatissima ovunque e, ora, anche oltralpe.
Così Irène Duboeuf ci rende con grande maestria quella che lei percepisce come una poesia di interiorità, ellittica, improvvisa, al confine di un’oscurità che può disorientare il lettore precipitandolo nelle zone d’ombra di una tragedia esistenziale.
Una poesia fatta di parole semplici, di espressioni dirette.
E cita, nella sua prefazione, quanto scrive Daniela Marcheschi: «L’auteure a la rare capacité de regarder et voir le monde à travers les yeux même des enfants».
Per concludere con una splendida sintesi sulla poesia della neuropsichiatra infantile siciliana, di una donna che dalla sua professione “dolorosa” ha saputo trarre versi altrettanto dolorosi: «Margherita Rimi suggère plus qu’elle ne dit, s’abstient de tout jugement, mais qu’il s’agisse de sa propre voix ou de celle des enfants, toutes résonnent en nous comme un cri».
Quasi un urlo munchiano di un’infanzia dolente e violata…
Margherita Rimi, Entre les mains des mots, Paris, Éditions du Cygne, 2025
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