Gianni Antonio Palumbo, studioso di Letteratura e professore associato all’Università di Foggia, dedica questo suo denso saggio allo scrittore Dino Terra (1903-1995), protagonista poco conosciuto della cultura italiana novecentesca. Alla rimessa in circolo della sua produzione hanno contribuito le iniziative della Fondazione Dino Terra quali il convegno La figura e le opere di Dino Terra nel panorama letterario ed artistico del ’900, a cura di Daniela Marcheschi, Marsilio-Fondazione Dino Terra, Venezia 2009, la riedizione di alcune importanti edizioni terriane e la creazione di uno speciale su Dino Terra all’interno della rivista internazionale «Orizzonti culturali italo-romeni». è così emerso il valore di uno scrittore inserito nei dibattiti culturali internazionali, promotore della breve ma significativa stagione dell’avanguardia immaginista, capace di far interagire il dibattito scientifico e antropologico con la prospettiva artistica e letteraria, anche attraverso il recupero degli strumenti della favola e del mito.
Palumbo muove dalla collaborazione di Dino Terra con il «Quadrivio. Grande settimanale letterario illustrato di Roma», diretto da Telesio Interlandi e di netto orientamento fascista. L’esplorazione delle pagine del «Quadrivio» è meritevole dal punto di vista scientifico, perché il settimanale non è stato ancora sondato a sufficienza a causa della damnatio memoriae che l’ha colpito.
Palumbo inquadra l’attività pubblicistica di Terra nel contesto del «Quadrivio», tra l’altro dimostrando come lo scrittore, antifascista, riuscisse a mantenere sempre alta la propria indipendenza, esprimendo giudizi obiettivi su artisti ostracizzati quali Corrado Cagli e dando vita a sapide pagine di costume.
La sezione più innovativa del saggio riguarda il romanzo La Grazia, edito nel 1941, a un anno circa dallo scoppio della Seconda guerra mondiale. Apparentemente si tratta di una storia che fonde mitologia e realismo da narrazione di un fait divers. A causa dell’intervento di tre sgraziate Grazie, Ebe, Iftima e Aleissiarre, la tresca adulterina tra Giulia e Guido è scoperta dal marito della donna, che rimane ucciso dal giovane amante della moglie nel tentativo di punire i fedifraghi. Per una fortuita coincidenza, sempre legata all’intervento delle tre improvvide divinità, dell’evento è accusato un ladro presente in casa, e rimasto ucciso durante la «pasticciosa vigilia».
Terra faceva scaturire la narrazione da una premessa capace di mettere in discussione i principi endocrinologici che riconducevano a influssi di «glandole» alcune azioni che dovrebbero ricadere sotto la sfera dell’etica. A partire dalla entrata in scena di tre Grazie che non sono quelle della mitologia greca, e di cui una tra l’altro è dea della Giovinezza (si ricordi l’inno fascista), lo studioso foggiano coglie tutta una serie di segnali in grado di rivelare la presenza nell’opera di un cifrario antifascista. Lo stesso acronimo che vien fuori dai tre nomi delle Grazie è EIA, famosa interiezione fatta propria dai fascisti; il gufo che spia le Grazie sembra essere lo stesso Terra, disfattista; il tentativo di anestetizzare il senso morale di Guido nel finale è allegoria dell’ottundimento delle coscienze indotto dal Fascismo ed evidenziato da Terra nel saggio dal titolo Il residuo littorio. Lo stesso finale assume una luce diversa partendo da questa prospettiva. Le Grazie si radunano in un padiglione per festeggiare; appena sono in diciannove, l’ultima entra e chiude la porta. Il padiglione poi scompare e il gufo troverà al posto delle Grazie dei sorci; ne divorerà uno. Quando Terra pubblicò il romanzo era il diciannovesimo anno dell’era fascista; il padiglione delle Grazie è il secondo conflitto mondiale. La Grazia che Terra chiedeva era la caduta del Fascismo. I riferimenti all’endocrinologia sono riconducibili alla critica all’asservimento del pensiero scientifico al fine del perseguimento delle ben note politiche razziali che la stessa rivista del «Quadrivio» sostenne a gran voce.
Gianni Antonio Palumbo, Dino Terra tra antifascismo e libertà, Collana Incroci e percorsi di lingue e letteratura, Bari, Progedit, 2025.