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Rivista internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Diretta da Daniela Marcheschi

Una partita all’ultimo sangue

Di certo una grande prova attoriale questo Boston Marriage, di David Mamet, con una delle più brave attrici italiane, Maria Paiato. Il protagonista assoluto in questa commedia è il linguaggio con il non detto, l’allusione, la stravaganza, il paradosso. Prodotto dal Centro Teatrale Bresciano e dal Teatro Biondo di Palermo, lo spettacolo ha tenuto quasi senza respiro il pubblico torinese del Gobetti

Mariapia Frigerio

Una partita all’ultimo sangue

Di certo una grande prova attoriale questo Boston Marriage con una delle più brave attrici italiane, Maria Paiato, di cui già scrivemmo su Due donne che ballano, qui in buona compagnia di Mariangela Granelli e dell’ottima “stralunata” Ludovica D’Auria.

Ma al successo di questo spettacolo concorrono anche altri fattori, tra cui il testo di David Mamet, autore nominato più volte agli Oscar per le sceneggiature cinematografiche, nonché vincitore del Pulitzer nel 1984; i bellissimi costumi di Gianluca Spicca; la traduzione di Masolino d’Amico, apprezzatissimo proprio per questo genere di traduzioni.

Partiamo ora dal titolo.

Boston Marriage era un’espressione in uso tra XIX e XX sec. per alludere alla convivenza tra donne economicamente indipendenti.

Mamet se ne serve qui per dare il titolo a questa commedia con protagoniste tre donne: due dame e una cameriera.

Una situazione che potrebbe sembrare convenzionale, ma lo è solo in apparenza, perché il vocabolario da salotto lascia presto il posto a volgarità e scontri feroci tra Anna, la padrona di casa, e Claire la sua ospite. Poi tra la “padrona” e la cameriera.

In breve tempo si viene pure a sapere che le due amiche sono state, un tempo, una coppia affiatata.

Ora che Anna ha trovato un uomo ricco che la mantiene, vorrebbe prender con sé Claire. Tutto però andrà diversamente dal previsto.

Così più di cent’anni dopo il romanzo The Bostonians (1886) di Henry James, Mamet riprende nel suo testo il tema dell’omosessualità, che già senza censure aveva affrontato il suo predecessore, dipingendo una società in bilico tra valori antiquati e spinte progressiste con particolare attenzione alla condizione femminile.

Qui però il protagonista assoluto è il linguaggio con il non detto, l’allusione, la stravaganza, il paradosso.

Possiamo fare nostra l’affermazione contenuta tra le note di regia di Giorgio Sangati e sintesi perfetta per questo spettacolo, una «bizzarra partita all’ultimo sangue per smascherare ogni convenzione riguardo l’Amore».

Del resto tutti sappiamo che spesso i matrimoni sono all’ultimo sangue…

Ci troviamo quindi con un Mamet meno serio del solito, che gioca ammiccando a certo Tennessee Williams e a certo Oscar Wilde, mettendo in scena uno scherzo scandaloso che appassiona il pubblico tra risate e stupore.

Così questo testo che aveva divertito e stupito il pubblico americano del 1999 riesce ancora oggi a fare altrettanto con quello italiano.

Prodotto dal Centro Teatrale Bresciano e dal Teatro Biondo di Palermo, lo spettacolo ha tenuto quasi senza respiro il pubblico torinese del Gobetti.

Gli applausi scroscianti e continui hanno riportato più volte alla ribalta le tre bravissime attrici.

In apertura, foto di Laila Pozzo

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