Il Santo educatore, Don Bosco nell’immaginario popolare (Bibliotheka, 2025), questo libro di Roberto Alessandrini – docente di Antropologia culturale all’Università Pontificia Salesiana di Roma e all’Istituto universitario Pratesi di Soverato (Catanzaro) – è uno di quegli studi che si leggono con grande piacere ed utilità: per lo stile garbato, il taglio dell’osservazione scientifica, il materiale di immagini proposto all’attenzione del lettore.

Il piemontese Giovanni Melchiorre Bosco (1815-1888), semplicemente noto come Don Bosco, fu educatore e pedagogista. Fondò addirittura le congregazioni dei Salesiani e delle figlie di Maria Ausiliatrice per realizzare meglio il suo progetto di educazione delle classi popolari: non solo con oratori festivi, con missioni, ma anche con scuole serali e professionali e agrarie.

Soprattuto colpisce il modo in cui Alessandrini tratta il “culto” di Don Bosco, che fu beatificato nel 1929 e canonizzato pochi anni dopo, nel 1934; e che ebbe persino l’onore di una monumentale biografia a fumetti, firmata da Joseph Gillain (1914-1980), in arte Jijé.  La biografia, che diventò un bestseller, fu pubblicata a puntate sul settimanale «Spirou» dal 1941 al 1942 e in volume dall’editore Dupuis (1943-1949).

Se fu amato dai ceti popolari e negli ambienti cattolici più sensibili, Don Bosco riscosse però anche la stima e l’apprezzamento della borghesia laica e positivista, come prova la serie delle figurine Liebig che gli fu dedicata. Bastino, per chiudere,a le parole di Alessandrini: «Innovatore popolare e cristiano, ottimista e antiborghese, Don Bosco mostra il cammino per realizzare nuove organizzazioni sociali adattandosi ai cambiamenti storici, ma senza rinunciare a     una decisa tensione visionaria».

 

Roberto Alessandrini, Il Santo educatore, Don Bosco nell’immaginario popolare, Roma, Bibliotheka, 2025